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Jamshid

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Jamshid in una edizione illustrata dello Shāh-Nāmeh

Jamshid o Yima, figura della mitologia persiana.

Citazioni di Jamshid

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  • Di me, di me soltanto io riconosco | L'impero di quaggiù. Vennero tutte | Da me l'arti del mondo, e questo seggio | Imperiale incoronato sire | Non vide mai che ugual mi fosse. Il mondo | Con gran cura adornai. Tutti gli affanni | Dalla terra sbandii; da me sen viene | Il vostro cibo a voi, la vostra quiete | E i dolci sonni. Oh sì!, le vesti ancora, | Di vostre brame il compimento, è dono | Che vien da me. Però, mia la grandezza, | Mia la corona e la regal possanza. | Or chi dirà che, fuor di me, v'ha in terra | Altro signor?... Ma per rimedi e farmachi | Il mondo risanò; nessuno incolse, | Ma regnante quaggiù, morbo letale. | Chi adunque, s'io non fui, cacciò la morte | Da' corpi vostri? Nol potranno mai | Gli altri regnanti, anche se molti. A voi | Da me venne la mente e venne l'alma | In vostri corpi. Ma se alcun nol crede, | Egli è Ahrimàn. Che se pur noto è a voi | Ch'io fei cotesto, ben si vuol che ognuno | Me chiami e appelli creator del mondo. (Shāh-Nāmeh)
  • Gli esseri tuoi | Terreni prosperar ti farò io, | Crescere io ti farò questi terreni | Esseri. A te sottentrerò di questi | Esseri tuoi custode e protettore. | Oh! fin ch'io regni, mai non sia che ardori | Sopravvengano estivi e nembi algenti, | Non tabe alcuna esizial, non morte! (Avestā, Vendidad II)

Citazioni su Jamshid

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  • Ei dominava | E gli uomini e i Daèvi e le Pairike, | I maghi e gli empi tutti e gl'infedeli, | Quale ai Daèvi ambo rapìa cotesti | Possessi, buono stato e di ricchezza | Copia e abbondanza. E lor togliea di beni | Pienezza e copia di bestiami. Gloria | Ed alimento lor togliea. Lui sire, | Mai non scemaro la bevanda o il cibo | Ai viventi quaggiù, né furo a morte | Soggetti uomini e armenti. Alberi ed acque | Non disseccaron mai, regnando Yima. (Avestā)
  • Fu, in terra, propagatore della fede e iniziatore fra gli uomini dell'agricoltura. (Italo Pizzi)
  • Gemscid divise i suoi sudditi in tre classi; la prima di soldati, la seconda d'agricoltori e la terza d'artigiani: introdusse pel primo nella Persia la musica e l'astronomia, e fu il primo a fabbricar granai per non soggiacere a carestia in tempi di scarse ricolte. (Giulio Ferrario)
  • Chi su quel trono | Fu pria di lui sì glorioso e saggio? | Quale del suo lungo faticar giocondo | Frutto ei giunse a goder? Ben settecento | Anni passar sovra il suo capo, e molte | Cose in luce portò, leggiadre e triste.
  • [Sulla scoperta della medicina da parte di Jamshid] Ei rivolse | La sua fervida mente ai grati odori, | Fatti all'uom necessari, all'ambra, al puro | Muschio, all'acqua di rose e all'odorosa | Canfora bianca, ai balsami pregiati, | Al soave aloè. Quindi i rimedi | Vari de' mali e i farmachi rinvenne | Atti a sanar gli egri mortali, porta | Ond'entra in noi bella salute, e via | Per cui fuggono i mali.
  • [Sulla creazione delle armi da parte di Jamshid] L'armi allora di guerra, onde ai più forti | Via di gloria dischiuse, ei con maestra | Mano a compor si accinse. Il duro ferro | Ammollendo con arte al vivo fuoco | Col suo regio poter, corazze ed elmi, | Fulgidi arnesi, artificiose maglie, | E sottovesti e pettorali e forti | Armature a coprir cavalli in guerra, | Con anima compose intenta e chiara, | E in ciò di cinquant'anni ebbe fatica | A sopportar.

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