Classe Churchill

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Classe Churchill
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La Churcill fu una classe di sottomarini d'attacco nucleari della Royal Navy dagli settanta agli ottanta, ed era un perfezionamento della precedente classe Valiant. La prima nave della classe venne battezzata in onore del precedente Pimo Ministro del Regno Unito e Primo Lord dell'Ammiragliato Winston Churchill.

Se il Dreadnought aveva introdotto i sottomarini nucleari nella Royal Navy, con la classe Valiant erano stati introdotti motori nazionali britannici, con quelli della classe Churchill si cercò di ottenere una silenziosità elevata, migliorando la sicurezza, la resa dei sensori e l’efficacia complessiva.

I sottomarini della classe Churchill portavano un equipaggio di 103 e avevano un dislocamento a pieno carico in immersione di 4.900 tons. Erano lunghi 86,9 m, larghi 10,2 e pescavano 8,2 m. Il singolo reattore nucleare di cui erano dotati forniva vapore a due turbine English Electric, che producevano un ottale di 20.000 CV per un singolo asse, permettendo di raggiungere una velocità massima di 28 nodi in immersione. Erano equipaggiati con un radar di ricerca di superficie Kelvin Type 1008. Alla costruzione erano state dotati di un impianto sonar Type 2001, che al finire degli anni settanta venne rimpiazzato da un impianto Type 202 e da un sensore trainato tipo 2026.

Le armi erano le stesse della classe Valiant, come i siluri Mk 8 e Mk 23, ma presto giunsero anche gli Mk 24 Tigerfish a doppio ruolo, afflitti tuttavia da un’affidabilità non propriamente eccelsa, per numerosi anni, e da missile antinave UGM-84 Harpoon anti-ship missile..

Come per tutti i sottomarini nucleari potevano rimanere immersi per tempi praticamente indefiniti, limitati solo dalle provviste di viveri.

Il Churchill testò sia i siluri americani Siluro Mark 48 che i missili UGM-84 Harpoon, sebbene solo questi ultimi vennero adottati dalla Royal Navy. Venne decommissionato nel 1990 e attende lo smantellamento a Rosyth.

Il HMS Conqueror è il membro più famoso di questa classe, per l'affondamento dell'incrociatore argentino ARA General Belgrano durante la guerra delle Falklands. Sebbene non fece più fuoco durante la guerra supportò la task force britannica usando il suo equipaggiamento per tracciare gli aerei argentini che decollavano dalla terraferma. Dopo la guerra tornò a Faslane, l'affondamento del Belgranoaveva provocato una controversia in Gran Bretagna e l'equipaggio del Conqueror venne criticato per avere esposto il Jolly Roger durante il rientro in porto (una tradizione dei sottomarini britannici di rientro da una missione in cui avevano causato un affondamento). Alla data attuale (2006) è il solo sottomarino nucleare ad aver ingaggiato una nave nemica con i siluri. Venne decomissionato nel 1990 e attende lo smantellamento a Devonport. Il suo periscopio è esposto al museo della Royal Navy di Portsmouth.

Nel 1981 l'Corageous fu il primo sottomarino britannico a imbarcare il missile antinave sub-harpoon. Venne decomissionato nel 1992 e attende lo smantellamento a Devonport.

L'affondamento dell'incrociatore General Belgrano

Lo stesso argomento in dettaglio: ARA General Belgrano (C-4).

Dati i problemi dei nuovi Tigerfish, i siluri Mk 8 vennero tenuti a lungo in servizio, come dimostra il tragico episodio dell’affondamento dell’incrociatore General Belgrano, avvenuto durante i primi giorni della guerra delle Falkland; nell'azione, l'incrociatore fu colpito da 2 dei 4 siluri Mk 8 lanciati dal Conqueror; anche uno dei cacciatorpediniere di scorta, lo Hipolìto Bouchard, venne colpito da uno degli altri due siluri, che però non esplose al contatto anche se l'urto fu rilevato dal sonar del Conqueror.[1].

L’affondamento, avvenuto alle 18:30 del 2 maggio, suscitò molte polemiche perché il General Belgrano era fuori dalla zona dichiarata di guerra dagli inglesi, che avevano proclamato una Total Exclusion Zone (zona di esclusione totale) nel raggio di 150 miglia dalle isole, mentre gli argentini a loro volta avevano proclamato una zona di esclusione di 200 miglia dalle isole e 200 miglia dalla costa[2] (ma non da quella argentina) e nel momento dell'affondamento non era diretto verso di essa. Si trattava di una vecchia unità statunitense da 13.000 tonnellate, la USS Phoenix (CL-46), e il suo equipaggio poco addestrato non seppe far fronte alla massa d’acqua entrata, anche per la decisione del comandante Hector Bonzo di non chiudere le paratie stagne pur essendo in zona di operazioni; un'ora dopo la nave affondò con circa 300 vittime. Il sottomarino stava seguendo il gruppo da molte ore, con l'ordine di affondarlo immediatamente se fosse entrato nella zona di esclusione, ma considerata la possibilità di dover fronteggiare un attacco navale da due direzioni diverse, l'ammiraglio inglese Woodward chiese ed ottenne il cambio delle regole d'ingaggio per il caso specifico. Infatti l'incrociatore, armato con 12 cannoni da 152 mm superiori a qualunque cannone presente nella flotta inglese, era scortato da due cacciatorpediniere armati con 16 missili MM.38 Exocet, ed avrebbe dovuto attaccare la flotta inglese in una manovra a tenaglia insieme alla portaerei Veinticinco de Mayo, che manovrava a nordovest della flotta inglese. In quel momento il gruppo navale del Belgrano stava rientrando in porto in quanto la portaerei (che stava facendo altrettanto) non aveva vento in prua sufficiente a lanciare l'attacco aereo, ma il fatto non era ovviamente noto al comando inglese ed inoltre la manovra di attacco avrebbe potuto essere ritentata in uno dei giorni successivi. Infine, se la flottiglia argentina si fosse rifugiata nella zona di bassi fondali del banco di Burdwood, vicinissima al punto dell'attacco, il Churchill non avrebbe in alcun modo potuto seguirli, perdendo definitivamente il contatto. Il sommergibile non fu localizzato dai sonar delle unità di scorta, che comunque poco dopo si concentrarono nel recupero dei superstiti, che furono 879.[3] Il comandante Chris Wreford-Brown, capitano del Conqueror non fece alcun ulteriore tentativo di attaccare i due cacciatorpediniere superstiti.

L’attacco dimostrò alcune cose: la realtà delle comunicazioni via satellite su canali sicuri, tra il sottomarino e il comando della forza subacquea inglese, a Northwood; la scelta di utilizzare i vecchi siluri per avere potenza e affidabilità sufficienti ad affondare una nave di grande stazza (i Mk 24 Tigerfish avevano una testata da 150kg ed erano guidabili solo 2 alla volta, mentre il loro sistema di guida all'epoca della guerra aveva dato molti problemi, mentre gli Mk 8 (non guidati) erano lanciabili in salve di 4 e possedevano una testata da 350kg); e la pratica invulnerabilità del sottomarino d'attacco nucleare, nemmeno localizzato dopo l’attacco. Oltre al Conqueror, anche il Courageus partecipò alla guerra, assieme a 3 altri sottomarini d'attacco nucleari britannici. In seguito a questo attacco la flotta argentina non lasciò più i propri porti per effettuare azioni offensive per tutta la durata ulteriore della guerra.

Note

  1. ^ One hundred days - John "Sandy" Woodward, Naval Insitute Press, ISBN 1-55750-652-3, Cap. 8 "The bells of hell" pagg. da 146 a 164
  2. ^ One hundred days - John "Sandy" Woodward, Naval Insitute Press, ISBN 1-55750-652-3, Cap. 4 "South to Ascension" pag. 82
  3. ^ One hundred days - John "Sandy" Woodward, Naval Insitute Press, ISBN 1-55750-652-3, Cap. 8 "The bells of hell" pag. 163

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