Costanziaco

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«Era Cosatantiaco un'isoletta, hoggidì abbissata, dagli Autori chiamata "prima contrada di Torcello", da cui giaceva in poca distanza, ch'ebbe la denominazione da Costantino. Tutto che profondata, conserva ad ogni modo le fabbriche in stato tale che gl'uomini con pericolo di sommergersi hanno fin'ultimamente ritrovato strade, e case, per le quali hanno camminato, e ravvisati gli edifici. E di qui le monache di S. Maffio di Murano furono trasportate pria che l'isola fosse sommersa.»

Costanziaco o Costanziaca era un fiorente centro abitato, oggi scomparso, della Laguna Veneta, posto a nord-est di Torcello.

Storia

Fu fondata durante l'età barbarica da fuggiaschi dell'entroterra, così come Torcello, Burano, Mazzorbo, Murano e la stessa Venezia. In particolare, la tradizione indica il 650 come data di fondazione per almeno due delle sette chiese che aveva la città.

Il nome sarebbe legato al personale Costantino a ricordo di un personaggio rilevante se non del noto imperatore romano; altre ipotesi lo correlano a Costanzo, marito di Galla Placidia, o lo fanno derivare dalle legioni Costantiacae che, secondo Ammiano Marcellino, stazionavano in zona. Il centro era contiguo ad Ammiana, da cui forse dipendeva, e questa vicinanza ha creato non poche difficoltà agli storici attuali nel ricostruirne i confini. Si ritiene che gli abitati fossero separati da una terza località, l'isola di Centranica, che avrebbe dato il nome all'attuale palude della Centrega.
Costanziaco è indirettamente citata in un documento risalente al dogato di Tribunio Menio (fine X secolo), dove si ricorda un Dominicus, filius Georgii Gambasyrica, de Costanciaco. Una bolla del 1064, invece, emessa da papa Alessandro II cita esplicitakmente alcuni monasteri e la pieve di Costanziaco.
Come testimonia un documento del 1105, era amministrata da un gastaldo.

Il centro era costituito da quattro isole che formavano le due contrade di Costanziaco Maggiore e Costanziaco Minore, collocati rispettivamente sulle rive destra e sinistra di un ramo del Sile che qui sfociava. Vi si contavano, come già accennato, due parrocchiali (Ss. Sergio e Bacco e Ss. Massimo e Marcelliano) e altre cinque chiese (S. Moro, S. Zanipolo, S. Maffio, S. Pietro, S. Arian). Ss. Sergio e Bacco e S. Maffio (S. Matteo) sorgevano sull'attuale isola de La Cura. Di S. Arian (S. Adriano, sull'attuale isola di Sant'Ariano) è da ricordare l'annesso monastero femminile (1160 ca.) le cui consorelle provenivano dalle più prestigiose famiglie veneziane. Le monache furono le ultime ad andarsene, nel 1549, quando Costanziaco era abbandonata ormai da secoli. I motivi riguardavano le mutate condizioni ambientali della Laguna, dovute specialmente all'intervento antropico (deviazioni di immissari). Si constatava in particolare l'aumento della malaria e l'erosione degli argini.

Nel XVII secolo si tentò di recuperare la zona per adibirla a campagna coltivabile, ma invano. Il convento di Sant'Ariano venne del tutto smantellato (fu utilizzato per recuperarne il materiale edile) e fu ampliato il già esistente cimitero perché raccogliesse le spoglie di defunti già sepolti a Venezia. Ciò che restava all'interno del cimitero è stato recentemente spianato e gli accessi dalle mura chiusi.

Costanziaco oggi

La zona di Costanziaco è attualmente un prezioso sito da cui è possibile rinvenire le testimonianze dell'antico splendore (palafitte, vasi, urne, piatti, mattoni ecc.). L'area coincide con le attuali isole di:

  • la Cura, dove sorgevano le chiese di S.S. Sergio e Bacco e di S. Matteo[1];
  • Sant'Ariano, sulla quale si trovava la chiesa omonima con l'annesso monastero[2].

Note

Bibliografia

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