DOAJ

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Directory of Open Access Journals (DOAJ)
sito web
Logo
Logo
Home page di DOAJ
URLdoaj.org/
Tipo di sitoRepertorio riviste
LinguaInglese
CommercialeNo
ProprietarioInfrastructure Services for Open Access (IS4OA)
Creato daUniversità di Lund
Lancio2002
Stato attualeattivo

DOAJ, acronimo di Directory of Open Access Journals, è un repertorio on line di riviste di alta qualità ad accesso aperto e sottoposte a peer review.

Nel febbraio 2016 includeva 11.250 periodici (pubblicati in quasi 200 paesi), che sono scesi a circa 9.000 nel maggio 2016, a seguito della rimozione di tutte le riviste che nell'ambito di un progetto volto a migliorare la qualità delle riviste indicizzate, imponeva a tutti gli editori di fare nuovamente domanda di inclusione.[1] Quasi 7.000 delle riviste indicizzate sono ricercabili a livello di articolo; complessivamente il servizio, in continua crescita, permetteva di raggiungere oltre due milioni di articoli. I periodici sono ricercabili per titolo e per categorie.

Storia

L'Open Society Institute ha finanziato vari progetti collegati all'accesso aperto, dopo la Budapest Open Access Initiative; DOAJ fu uno di questi.[2]

L'idea del repertorio nacque dalle discussioni sviluppate nella prima Nordic Conference on Scholarly Communication nel 2002 e l'Università di Lund venne individuata come l'organizzazione che creasse e mantenesse.[3] Tale assetto si è mantenuto fino al 2014 quando è subentrata nella gestione la Infrastructure Services for Open Access (IS4OA).

A marzo del 2014, DOAJ iniziò il riesame dell'intero archivio editoriale, che terminò ufficialmente il 31 marzo 2016 con la comunicazione della lista degli editori autorizzati ad alimentare la base di conoscenza con le proprie riviste. Se furono indicati i motivi di esclusione dal sito, non furono notificati in modo altrettanto trasparente il luogo, le modalità e i responsabili della verifica.[4]
Quando il 15 gennaio 2017 Jeffrey Beall cessò di aggiornare la lista delle riviste e degli editori predatori, nacquero in alternativa la blacklist di Cabell's International e la whitelist di DOAJ. Al 2017, 367 delle 12.595 riviste Open Access classificate come predatorie da Beall (pari ad una quota del 3%) erano indicizzate da DOAJ, che a sua volta decise di eliminare dal proprio catalogo 157 di quei titoli, quindi non assumendo iniziative (di tale tipo) nel 45% dei casi identificati da Beall.

Accesso

Mentre una parte dei contenuti è liberamente consultabile da chiunque, al 2020 la sottoscrizione di un accesso completo a pagamento per una o più aree disciplinari è riservato esclusivamente alle biblioteche e alle istituzioni accademiche, e, in casi specifici, a gruppi di studenti, docenti e ricercatori.

Note

  1. ^ DOAJ to remove approximately 3300 journals, su doajournals.wordpress.com. URL consultato il 30 agosto 2016.
  2. ^ Walt Crawford, Open access : what you need to know now, Chicago, American Library Association, ISBN 978-0-8389-1106-8.
  3. ^ T. Hedlund e I. Rabow, Scholarly publishing and open access in the Nordic countries, in Learned Publishing, vol. 22, n. 3, 2009, pp. 177-186, DOI:10.1087/2009303.
  4. ^ (EN) Jaime A. Teixeira da Silva, Judit Dobránszki, Aceil Al-Khatib e Panagiotis Tsigaris, Challenges Facing the DOAJ (Directory of Open Access Journals) as a Reliable Source of Open Access Publishing Venues (PDF), in Journal of Educational Media & Library Sciences, vol. 55, n. 3, Tamkang University Press, 2018, pp. 349-358, DOI:10.6120/JoEMLS.201811_55(3).e003.BC.BE, ISSN 1013-090X (WC · ACNP), OCLC 8080910973. URL consultato il 17 febbraio 2020 (archiviato il 17 febbraio 2020). Ospitato su archive.is.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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