Alois Brunner

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Alois Brunner (Rohrbrunn, 8 aprile 1912Damasco, dicembre 2010[1][2]) è stato un militare e criminale di guerra austriaco.

Biografia

I primi anni e gli atti criminali

Brunner si iscrisse al Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori nel 1931, a Fürstenfeld, all'età di 19 anni. Qui conobbe degli uomini che sarebbero successivamente divenuti alcuni dei più importanti colpevoli dello sterminio degli ebrei europei.[3] Brunner fu assistente di Adolf Eichmann, il quale lo definì il suo uomo migliore. Come comandante del campo di internamento di Drancy dal giugno 1943 all'agosto 1944, Alois Brunner fu responsabile dello sterminio nelle camere a gas di oltre 140.000 ebrei.

La fuga e le prime condanne

Finita la guerra, Brunner si trovava in Slovacchia; da qui riuscì a spostarsi in Germania nascondendosi tra i profughi tedeschi. In Germania trovò impiego come camionista con la falsa identità di Alois Schmaldienst.[3]

Nel 1954, in Francia, venne condannato due volte a morte in contumacia per crimini contro l'umanità. Nello stesso anno, fuggì a Roma con un passaporto falso della Croce Rossa; da qui, dopo una tappa in Egitto, si trasferì, con il nome Georg Fischer, a Damasco, in Siria, dove ottenne protezione da parte del regime siriano di Hafez el-Assad. In Siria ottenne, inoltre, un impiego come insegnante di tecniche di tortura dei dissidenti presso i servizi segreti del regime.[4]

Gli attentati, il tentativo di estradizione e l'ultima condanna

Nel 1961 subì un primo attentato da parte dei servizi segreti francesi, che gli recapitarono una lettera bomba al suo indirizzo di Damasco in via Georges Haddad con l'intento di ucciderlo, poiché accusato della vendita di armi al Fronte di Liberazione Nazionale algerino (che lottava per l'indipendenza dalla Francia). Nell'attentato, Brunner perse un occhio ma non morì.

Un secondo attentato ai danni di Brunner, sempre previa lettera bomba, venne compiuto, nel 1980, da parte del Mossad (i servizi segreti israeliani). Anche in questo caso Brunner sopravvisse, subendo la perdita di quattro dita della mano destra.

Verso la fine degli anni '80, la Germania dell'Est mise in atto delle negoziazioni con il governo siriano di Hafez el-Assad al fine di ottenere l'estradizione e l'arresto di Brunner a Berlino. Secondo un documento della Stasi, la Siria sarebbe stata in procinto di estradare Brunner verso la Germania dell'Est: il documento risaliva al 1988. Un altro documento, facente capo all'allora Ministro degli Esteri della Germania dell'Est Oskar Fischer e risalente all'aprile del 1989, invitava a procedere con i preparativi per il processo penale a carico di Brunner nel caso in cui questi fosse stato estradato verso la Repubblica Democratica Tedesca. Nonostante, come i suddetti documenti testimoniano, le negoziazioni fossero in procinto di andare a buon fine, a seguito della caduta del muro di Berlino nel novembre del 1989, le trattative per l'estradizione si interruppero e Brunner rimase in Siria.[5]

Infine, nel 2001, sempre in Francia, venne condannato in contumacia all'ergastolo con una specifica accusa che non gli era mai stata rivolta prima: l'arresto e la deportazione su treni bestiame verso i campi di sterminio di Auschwitz e di Bergen-Belsen di 345 orfani della zona di Parigi, la cui età andava dai 15 giorni ai 18 anni e, dei quali, solo 61 si salvarono.[4]

Gli ultimi anni e la morte

Secondo alcune fonti, nel 2001, Brunner sarebbe stato ancora in vita, sempre rifugiato in Siria. Secondo il Guardian Brunner sarebbe stato il nazista più ricercato allora ancora in vita.[6] In base a fonti del Simon Wiesenthal Center, si ritiene che Brunner sia morto nel 2010 in Siria.[1][2] Fonti del governo siriano affermano invece che Brunner morì nel 1992.[7] Nel 2014 fu confermata la sua morte in Siria.

Note

  1. ^ a b (EN) Marissa Newman, Alois Brunner, most-wanted Nazi, died ‘unrepentant’ in Syria, su timesofisrael.com, The Times of Israel, 30 novembre 2014. URL consultato il 12 luglio 2016.
  2. ^ a b (EN) Who are the most wanted Nazis?, in Euronews, 16 luglio 2012. URL consultato il 24 luglio 2014.
  3. ^ a b Olokaustos - Alois Brunner, su olokaustos.org (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  4. ^ a b Morto Alois Brunner nazista che uccise 125mila ebrei, su rainews.it, Rai News.
  5. ^ Fall of Berlin Wall halted extradition of key Nazi: report, su expatica.com. URL consultato il 9 novembre 2012.
  6. ^ Jon Henley, French court strikes blow against fugitive Nazi, London, The Guardian, 3 marzo 2003. URL consultato il 30 luglio 2007.
  7. ^ Dissepolti, cremati e buttati via La fine misteriosa dei gerarchi

Voci correlate

Altri progetti

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