Arsia

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Template:Città Arsia (in croato Raša) è un comune croato di 3.197 abitanti dell'Istria sud-orientale a 4,5 chilometri da Albona.

Arsia con Albona è gemellata, ufficialmente dal 2 marzo 2010, con il comune sardo, già carbonifero del bacino minerario del Sulcis: Carbonia[1].

Storia

La chiesa di Santa Barbara

Arsia fu costruita in un anno e mezzo dal regime fascista italiano, in base del progetto dello studio Pulitzer di Trieste (architetti Pulitzer, Ceppi, Finali, e gli sloveni Rado Lah e Franjo Kosovel), ed inaugurata il 4 novembre 1937. Si trattava della prima città a carattere minerario progettata e costruita dal regime e ad essa seguì Carbonia. Sorse in una zona appena bonificata, con la regolamentazione del torrente Carpano ed il prosciugamento del lago omonimo, per favorire l'insediamento delle famiglie dei minatori impiegati nello sfruttamento delle vicine miniere di carbone.

L'abitato, d'impronta razionalista, fu dotato dei principali servizi: scuole, un ospedale, un campo sportivo, un ufficio postale, un cinema ed un albergo. La chiesa, dedicata a Santa Barbara, patrona dei minatori, è opera, come il municipio, dello stesso Pulitzer Finali. Si presenta con la forma di un carrello da minatore rovesciato mentre il campanile ricorda le lampade impiegate in miniera.

Inizialmente chiamata Liburnia, venne eretta in comune autonomo nel 1938, quando contava già 10.000 abitanti e lo sfruttamento delle miniere di carbone era al culmine, con 160 chilometri di gallerie già scavate che raggiungevano anche i 350 metri di profondità.

Dal 1943 al 1945 venne occupata da una guarnigione della Germania nazista. Venne poi presa dai partigiani iugoslavi, che destinarono al lavoro nelle miniere prigionieri e condannati ai lavori forzati.
Nel dopoguerra avvenne l'esodo della gran parte delle famiglie italiane, pur se in larga maggioranza d'estrazione operaia e se molti, almeno inizialmente, avevano guardato con condiscendenza al nuovo ordine comunista iugoslavo.

Annessa alla Repubblica Socialista Iugoslava, nel 1961 vi fu stabilita una colonia di bosniaci che crebbero fino a rappresentare un terzo della popolazione del comune, ma al 2001 sono censiti solo in alcune centinaia. Mentre la comunità italiana è costituita oggi da meno di un centinaio di persone.

% Ripartizione linguistica (gruppi principali)[2]
1,36% madrelingua bosniaca
94,29% madrelingua croata
2,63% madrelingua italiana

L'attività estrattiva, già notevolmente ridotta con la seconda metà degli anni sessanta, si concluse definitivamente nel 1992.

Corsi d'acqua

fiume Arsa (Raša); torrente Càrpano (Krapan)

Località

Il comune di Arsia è diviso in 26 frazioni o insediamenti (naselja):

  • Arsia (Raša)
  • Bergodi (Brgod)
  • Barbi o Villa Barbich (Barbići)
  • Brovigne (Brovinje)
  • Carpano (Krapan)
  • Cerni (Crni)
  • Cugno (Kunj)
  • Diminici o Villa Diminici (Diminići)
  • Dregne (Drenje)
  • Lettaia (Letajac)
  • Pesacco (Bršica)
  • Poglie San Giovanni (Polje)
  • Ponte d’Arsia (Most-Raša)
  • Ravine (Ravni)
  • San Bortolo (Sveti Bartul)
  • Santa Marina d’Albona (Sveta Marina)
  • Schitazza (Skitača)
  • Squaransca (Škvaranska)
  • Stanissovi (Stanišovi)
  • Tonnara o Tunàrizza (Tunarica)
  • Traghettari (Trgetari)
  • Traghetto (Trget)
  • Topit (Topid)
  • Valmazzinghi (Koromačno)
  • Viscovici (Viškovići)
  • Vlasca (Vlaška)

Note

  1. ^ Gianfranco Nurra, Arsia, sorella del carbone, in La Nuova Sardegna, 23-02-2010. URL consultato il 04-03-2010.
  2. ^ Censimento Croazia 2001

Gemellaggi

Voci correlate

Bibliografia

  • Dario Alberi, Istria - storia, arte, cultura, Edizioni LINT, Trieste, 1997.
  • Mauro Pistis (Luglio - Dicembre 2007). Lettera al Sindaco di Arsia. Il Gazzettino della "Dante" Albonese XII (34): 16.
  • Antonio Pennacchi, Fascio e martello. Viaggio per le città del duce, Roma-Bari, Laterza, 2008, ISBN 978-88-420-8720-5.

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Collegamenti esterni

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