Loxodonta cyclotis

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L'elefante africano delle foreste (Loxodonta cyclotis) è stato a lungo ritenuto una sottospecie dell'elefante africano (Loxodonta africana). Recentemente, l'analisi del DNA ha mostrato che si tratta di due specie diverse. È possibile che l'elefante nordafricano, oggi estinto, fosse una sottospecie dell'elefante delle foreste; anche l'elefante pigmeo (che è oggetto di controversie presso i paleontologi) viene talvolta considerato una variante dell'elefante delle foreste la cui crescita ridotta potrebbe essere stata dovuta a condizioni ambientali e non a differenze genetiche.

L'elefante delle foreste si distingue dall'elefante africano comune per diversi tratti somatici. La mandibola è lunga e stretta anziché corta e larga; le orecchie sono più arrotondate; le zanne sono più dritte, più dure, e di un colore vagamente rosato; le dimensioni sono inferiori. L'elefante delle foreste maschio raramente supera i 2,5 metri di altezza, contro i 3 metri (qualche volta 4) del L. africana.

La scoperta delle differenze genetiche fra le due specie di elefanti africani si deve a una serie di test del DNA che avevano originariamente lo scopo di rintracciare l'origine di avorio sequestrato ai bracconieri. Queste analisi dimostrarono che la diversità genetica fra L. africana e L. cyclotis corrisponde a circa 2/3 di quella fra l'elefante africano e quello indiano.

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