Tarahumara

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

I tarahumara sono una popolazione che risiede nell'attuale territorio del Chihuahua (Messico). Tra di loro, si definiscono “rarámuri” (tarahumara è il termine con cui vennero battezzati dagli spagnoli, parola che identifica anche la lingua parlata).

Secondo lo storico Luis González, rarámuri significa letteralmente “pianta idonea per la corsa”. Questo termine, in senso lato, farebbe riferimento ai “piedi leggeri” ovvero alla più antica tradizione di questo popolo: la corsa.

I Tarahumara possiedono uno spirito democratico, come è anche dimostrato dal sistema elettorale in uso nella tribù. La popolazione è guidata da un “Siriame”, capo del gruppo, che svolge funzioni di giudice civile; vi sono poi diversi uomini incaricati a rendere effettive le disposizioni del governatore. Sono molto rari i casi in cui i tarahumara non riescano a risolvere i problemi nel corso delle riunioni domenicali, per cui le autorità statali e federali rappresentano nella maggior parte delle occasioni delle figure mitiche.

Il Governatore (Siriame), è frequentemente il più anziano e pieno di esperienza del gruppo; la sua attività principale risiede nel pronunciare, nel corso delle riunioni domenicali, delle prediche (nawésari), in cui vengono ventilati i problemi vissuti dalla comunità.

La maggiore autorità dei tarahumara è in ogni caso la comunità riunita in assemblea. Il Siriame è da questa incaricato di presiedere alle riunioni, pronunciare le prediche (nawésari), condurre le cerimonie religiose, organizzare eventi sportivi e giudicare i crimini commessi.

Tutti i membri della comunità partecipano ad una festa popolare deniminata “tesgüinada”, in cui si beve profusamente della birra di mais. Ad essa, sono invitati anche i membri più umili della tribù, i gusíwame.

Il governatore è generalmente eletto a vita, anche se generalmente ricopre l'incarico per cinque o dieci anni; la votazione è pubblica. I distinti candidati sono nominati dal governatore uscente; poiché il voto viene pronunciato a voce alta, il candidato che ottiene il maggiore successo viene dichiarato eletto.

Il successore acquisisce autorità civile e religiosa, rappresentata dal “disora”, o bastone, che lo accompagnerà sempre, garantendogli l'obbedienza di ciascun membro della tribù. Poiché il popolo tarahumara è basato su piccole comunità autonome, ad oggi nessun Siriame ha avuto in mano il controllo dell'intera comunità. Vi sono piuttosto distinti governatori, generalmente uno per comunità.

Le guide spirituali e i dottori sono definiti “Owirúame”, incaricati della magia bianca. Esistono poi gli “Sokoruame”, i quali sono incaricati di praticare la magia nera, elemento importante nella cultura tarahumara. Il male è anche identificato con l'uomo bianco, o il meticcio, i quali rappresentano la volontà di ingannare, il furto, l'invasione delle terre. L'uomo bianco, per i tarahumara, è colui che si approfitta della gente, che non rispetta la terra, che distrugge i boschi, che desidera accumulare ricchezze personali anziché condividerle con il resto della comunità.

I tarahumara sono molto religiosi ma non godono di luoghi esplicitamente destinati al culto. Si riuniscono attorno ad un cantore (maynate) e ad anziani incaricati di pronunciare le orazioni, i quali celebrano le cerimonie al suono di sonagli fabbricati con una pianta definita “bule”. Durante le orazioni, gli anziani raccontano attraverso canti gutturali la vita degli animali della montagna (lupi, coyote, muli e falchi.

Buona parte delle tradizioni attuali degli rarámuri (tarahumara) derivano da tradizioni apprese durante i quasi 150 anni di convivenza con i missionari gesuiti, nel corso dell'epoca coloniale. Le complesse cerimonie mistico-religiose includono danze e offerte, ed è sempre presente la bevanda tradizionale, una specie di birra di mais denominata “tesgüino” (da cui prende il nome la festa della “tesguinada”).

Per i tarahumara, la danza è una forma di preghiera; tramite la danza implorano perdono, propiziano la venuta della pioggia (per il cui scopo esiste un ballo specifico denominato “dutuburi”), ringraziano per la pioggia e il raccolto. Danzando, aiutano il “Repá betéame” (letteralmente, “quello che vive sopra”) a non essere vinto dal “Reré betéame” (quello che vive sotto).

Si può affermare che i tarahumara abbiano difeso le proprie tradizioni culturali con sorprendente tenacità. Da svariati secoli impiegano gli stessi disegni e i medesimi simboli nelle opere d'arte. Inoltre, utilizzano gli stessi utensili tradizionali. Ai defunti viene offerto del cibo, utile nel corso del viaggio senza ritorno, e per aiutarli a salire in cielo vengono celebrate tre o quattro feste, a seconda che il defunto fosse uomo o donna.

Lo sciamano (Sukurùame) impega pratiche occulte, mentre lo Owiruame è il curatore buono. Si pensa che lo Owiruame, nei tempi antichi, si spostasse da un luogo all'altro in forma di uccello, a volte portando con se la propria famiglia, e che recuperasse sembianze umane una volta arrivato a destinazione.

Lo sciamano è il guardiano chiamato a sovrintendere la comunità, propiziando l'equilibrio fra il corpo umano e gli astri. Alcuni sciamani impiegano il peyote (hikuli) durante le pratiche curative. Questa pianta allucinogena è di uso esclusivo degli sciamani, che, in quanto detentori del sapere, sono gli unici a conoscere le dosi da impiegare.

Il peyote (hikuli) viene anche usato come unguento contro i reumatismi, i morsi di serpente e altri dolori. In certi luoghi il peyote è l'unica medicina adottata; in altri si impiega anche la “Bakanoa”, una pianta sacra con proprietà curative. Questa è consegnata esclusivamente al luogo in cui è stata trovata, a tal punto le altre comunità non la possono neppure menzionare.

La presenza dei missionari gesuiti ha fatto si che la religione tarahumara fondesse la figura di Cristo con quella di Onorúame, il creatore del mondo. L'uomo è circondato da entità buone ed altre malvage (il vento è ad esempio considerato buono, mentre il tornado è malvagio). Ciascun individuo possiede un'anima, ma potrebbe perderla se cadesse sotto l'influsso del maligno.

Alle credenze dei tarahumara, si sono aggiunti, dopo la colonizzazione, i nomi di Gesú, Maria, Dio, così come l'inferno, il peccato. Nelle orazioni si fa anche uso del rosario e del crocefisso.

Le danze non rappresentano esclusivamente dei ritrovi sociali, ma vere e proprie cerimonie religiose, ricche di significato. Sono preghiere in forma teatrale, rigorosamente eseguite e in nessun caso improvvisate. È tramite la danza che si esprime la cultura, che si manifestano speranze, timori, angosce e l'ambizione ad una vita migliore.

La musica su cui vengono effettuate queste danze è quella del ritmo costante prodotto dai sonagli. Vengono così eseguiti, anche con unzione religiosa, la danza del Tutugúri, il Yúmare e la danza del peyote.

Il ballo Tutugúri è propiziatorio e generalmente viene eseguito durante la notte, specialmente nell'epoca del raccolto. Viene ballato tutta la notte e all'alba vengono consumate le offerte che erano state collocate in prossimità dei germogli. In questi balli la musica è unicamente quella dei sonagli accompagnati dal canto del sacerdote, mentre nel ballo definito “Matachine”, che risale all'epoca coloniale, esiste anche l'accompagnamento di chitarra e violino.

Nella tradizione tarahumara, Dio creò il popolo rarármuri, mentre il diavolo creò gli 'chabochi'. La leggenda vuole che Dio si sia arrabbiato con i rarármuri (tarahumara), i quali erano colpevoli di aver perso una sfida con gli “chabochi”. Per questa ragione Dio condannò il popolo rarámuri alla povertà, mentre garantì ricchezza agli “chabochi”.


Le stime correnti pongono la popolazione dei Tarahumara fra le 50.000 e le 70.000 unità. La maggior parte di loro ha ancora uno stile di vita tradizionale, abitano ripari naturali come le grotte fra le montagne o piccole capanne di legno o di pietra. L'agricoltura è basata sul mais e sui fagioli. Praticato è anche l'allevamento, e molti Tarahumara sono transumanti.

Il linguaggio tarahumara è della famiglia uto-azteca. Benché in declino a causa dell'invadenza dello spagnolo, è ancora largamente parlato.