Discussioni utente:Lalupa/I papi e Roma
Gli Horti Palatini Farnesiani - appunti
[modifica wikitesto]- In un Trattato nuovo delle cose maravigliose dell'alma città di Roma del 1615 si legge:
Gli Horti Palatini, hora sono detti Farnesiani, si chiamano Palatini dal monte, sopra il quale sono, & perche sia così nominato s'è narrato trattando delli Monti, Farnesiani poi adimandati perche la famiglia Farnesia sopra una parte di questo Monte vi hà fatto vn recettacolo di dilicie poiché ivi si trovano giardini, horti, vigne, vccelliere, peschiere, fonti, antichità, & altro; s'è detto particolarmente del luogo de' Farnesi per essere sopra tante antichità fondato & d'intorno circondato, il quale arriva fino à S. Anastasia.
- Alcune immagini su fuTouring
- La riapertura della Vigna Barberini (26-10-2009)
- Nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica del Moroni, vol. XXII, 1843, pagg. 209-211:
Gli orti farnesiani, o villa, chiamati anche giardini ed Horti Palatini Farnesiorum, occupano la maggior parte del celebre colle di Roma detto Palatino, ed hanno il principale ingresso dalla parte del foro Romano o campo Vaccino, di prospetto al tempio della Pace o basilica di Costantino. Molti autori convengono che la strada che è lungo le mura di questi orti, fosse verosimilmente l'antico Vico Sandalario, che imboccando nell'arco di Tito, giungeva alla Meta sudante. Questo fu già luogo di delizia spettante a Paolo III Farnese, il quale in esso fece maravigliosa raccolta di antiche opere di scultura in istatue, in bassirilievi, ed in belli marmi. Quando però questa villa coll'eredità Farnese, passò in proprietà della real corte li Napoli venne privata di tutti i monumenti artistici in numero di settantadue pezzi, per cui oggi non vi è che l'ombra della passata sua grandezza e magnificenza. La gran porta che dà ingresso agli orti farnesiani fu costruita con architettura del lodato Giacomo Barozzi da Vignola e sebbene il suo attico sostenuto da cariatidi sia tenuto dagl'intendenti per troppo grande, pure è assai ben condotto, ed ha signorile apparenza: dicesi che fosse la prima porta che in tal modo eresse Vignola. In altri tempi tutto il terrazzo che introduce al pendìo, pel quale si ascende alla sommità, ov'è il casino con pitture del Zuccari, aveva una nobile decorazione di statue e di fontane; e quella che rimane nella terrazza scoperta, vuolsi disegnata da Michelangelo, di cui sono altresì le scale, e due rampe, aventi in cima le due uccelliere. Quivi dappresso è una torretta in cui sonovi altre pitture del medesimo Zuccari. Nel boschetto ch'era in cima, l'accademia letteraria di Roma, la famosa ed illustre Arcadia, teneva già le sue adunanze ne' mesi estivi, e perciò vi si vede in un disco scolpita la sua insegna accademica. Il Cassio nel tom. II, pag, 440 del suo Corso delle acque, discorre della vaga fontana eretta in questo luogo dal cardinal Odoardo Farnese coll'acqua Sistina o Felice, con architettura di Girolamo Rainaldi. Dice ancora che nei primi anni del secolo XVIII la nobile accademia degli Arcadi ottenne dal serenissimo Francesco duca di Parma di potervisi adunare co' suoi poetici pastori quasi in novello Parnaso dal fonte Castalio irrigato, e recitarvi versi e prose.
Ridolfino Venuti, Roma moderna tom. III, pag. 937, descrive questa villa, le sue amenità, i giuochi d'acqua, le principali statue, bassorilievi, ed altri pregiati marmi che l'abbellivano. Descrive pure le due stanze che si trovarono nel luogo in certi scavi, una tutta incrostata di bellissimi marmi di giallo, e verde antico, e di altre pregevoli pietre; nell'altra stanza sotterranea si vedeva la volta dipinta con figure assai bene disegnate, parte d'azzurro in campo d'oro, e parte d'oro in campo azzurro, e i riquadri che racchiudevano dette figure, in vece di cornice erano contornati con bottoncini di lapislazzuli, diaspri, agate, ed altre pietre dure, lo che dimostra in parte quanta fosse la magnificenza, splendidezza e sontuosità del palazzo de' Cesari, un tratto del quale è appunto occupato dagli orti farnesiani. Queste stanze, secondo l'opinamento di diversi archeologi, si vuole che abbiano appartenuto ai bagni di Livia moglie d Augusto. Nella sommità del colle si vedono gli avanzi del teatro di Calligola, ove si rinvennero alcune colonne di porfido, ed anche il mascherone che fa ornamento al suddescritto deposito di Paolo III, secondochè dicono taluni, giacchè quel Pontefice ivi negli scavi rinvenne molti pregiati oggetti. Si dice ancora, che il gruppo del Toro farnesiano quivi fu collocato da Paolo III prima che venisse trasferito al suo palazzo. Non deve poi passarsi sotto silenzio, che quando i sommi Pontefici prendevano il solenne possesso passando per il Campidoglio, pel foro Romano, per l'arco di Tito ec., per condursi al Laterano, tutta la muraglia, e le finestre del giardino de' Farnesi, erano ornate di finissimi arazzi, e con tappeti e drappi superbissimi, recandosi alle finestre per veder la cavalcata e la pompa del treno pontificio, ambasciatori, prìncipi, dame, ed altri signori, e talvolta anche qualche cardinale che non poteva cavalcare. Inoltre i Farnesi duchi di Parma, come feudatari della romana Chiesa, facevano in tale occasione innalzare avanti gli orti un magnifico arco trionfale; e mentre vi passava il Pontefice l'agente ducale in abito, colla sua corte, presentava coll'architetto al Papa il disegno dell'arco, ed era corrisposto con benigne parole di grazioso gradimento. Anche i re di Napoli subentrati nella proprietà degli orti, eressero per tal funzione l'arco trionfale, e fecero l'omaggio a mezzo del regio agente. Il Cancellieri nella Storia dei possessi de' sommi Pontefici riporta la descrizione di sì fatti archi, con le analoghe notizie, ed osserva che pel possesso d'Innocenzo X l'arco non potè ultimarsi in tempo, ma fu compiuto dopo; e che Innocenzo XI non volle che si ultimasse quello che stava costruendosi per lui.
I 17 Papi del XVI
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stemma
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dal
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al
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che fa a Roma
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Roderic Llançol de Borja (Borgia)
(1431-1503) |
26 agosto 1492 | 18 agosto 1503 |
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8 ottobre 1503 | 18 ottobre 1503 | |||
Giuliano Della Rovere
(1443-1513) |
26 novembre 1503 | 21 febbraio 1513 | Nipote di Sisto IV della Rovere, concluse i lavori del Palazzo della Cancelleria, sul quale ancora campeggia il suo stemma.
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Giovanni di Lorenzo de' Medici
(1475-1521) |
9 marzo 1513 | 1 dicembre 1521 | ||
Adriaan Florenszoon Boeyens d'Edel
(1459-1523) |
9 gennaio 1522 | 14 settembre 1523 | ||
Giulio di Giuliano de' Medici
(1478-1534) |
19 novembre 1523 | 25 settembre 1534 | ||
Alessandro Farnese
(1468-1549) |
1 novembre 1534 | 10 novembre 1549 |
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Giovanni Maria Ciocchi del Monte
(1487-1555) |
7 febbraio 1550 | 23 marzo 1555 |
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Marcello Cervini degli Spannocchi (1501-1555) |
10 aprile 1555 | 1 maggio 1555 | ||
Gian Pietro Carafa
(1476-1559) |
26 maggio 1555 | 18 agosto 1559 | Appena eletto, stabilisce la clausura degli ebrei nel Ghetto di Roma, poi crea l'Indice dei libri proibiti (1558) | |
Giovanni Angelo Medici di Marignano
(1499-1565) |
6 gennaio 1560 | 9 dicembre 1565 | ||
Antonio Ghislieri
(1504-1572) |
17 gennaio 1566 | 1 maggio 1572 | ||
Ugo Buoncompagni
(1502-1585) |
25 maggio 1572 | 10 aprile 1585 | ||
Felice Peretti
(1520-1590) |
1 maggio 1585 | 27 agosto 1590 | Si vedano le opere di Domenico Fontana a Roma:
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Giovanni Battista Castagna
(1521-1590) |
15 settembre 1590 | 27 settembre 1590 | ||
8 dicembre 1590 | 16 ottobre 1591 | |||
3 novembre 1591 | 30 dicembre 1591 |
I 12 Papi del XVII
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stemma
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dal
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al
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che fa a Roma
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Ippolito Aldobrandini
(1536-1605) |
2 febbraio 1592 | 3 marzo 1605 | ||
10 aprile 1605 | 27 aprile 1605 | |||
Camillo Borghese
(1552-1621) |
29 maggio 1605 | 28 gennaio 1621 | ||
Alessandro Ludovisi
(1554-1623) |
12 febbraio 1621 | 8 luglio 1623 | ||
Maffeo Vincenzo Barberini
(1568-1644) |
29 settembre 1623 | 29 luglio 1644 |
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Giovanni Battista Pamphilj
(1574-1655) |
4 ottobre 1644 | 7 gennaio 1655 | ||
Fabio Chigi
(1599-1667) |
28 aprile 1655 | 22 maggio 1667 | ||
Giulio Rospigliosi
(1600-1669) |
27 giugno 1667 | 9 dicembre 1669 | ||
Emilio Bonaventura Altieri
(1590-1676) |
11 maggio 1670 | 22 luglio 1676 | ||
Benedetto Odescalchi
(1611-1689) |
4 ottobre 1676 | 12 agosto 1689 | ||
Pietro Vito Ottoboni
(1610-1691) |
16 ottobre 1689 | 1 febbraio 1691 | ||
Antonio Pignatelli di Spinazzola
(1615-1700) |
15 luglio 1691 | 27 settembre 1700 |
Gli 8 Papi del XVIII
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stemma
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dal
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che fa a Roma
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Giovanni Francesco Albani
(1649-1721) |
8 dicembre 1700 | 19 marzo 1721 | ||
Michelangelo Conti
(1655-1724) |
18 maggio 1721 | 7 marzo 1724 | ||
Pietro Francesco Orsini
(1650-1730) |
4 giugno 1724 | 21 febbraio 1730 | ||
Lorenzo Corsini
(1652-1740) |
16 luglio 1730 | 6 febbraio 1740 | ||
Prospero Lorenzo Lambertini
(1675-1758) |
25 agosto 1740 | 3 maggio 1758 |
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Carlo della Torre di Rezzonico
(1693-1769) |
16 luglio 1758 | 2 febbraio 1769 | ||
Gian Vincenzo Antonio Ganganelli
(1705-1774) |
4 giugno 1769 | 22 settembre 1774 | ||
Giannangelo Braschi
(1717-1799) |
22 febbraio 1775 | 29 agosto 1799 |
I 6 Papi del XIX
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stemma
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che fa a Roma
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Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti
(1742-1823) |
21 marzo 1800 | 20 agosto 1823 | ||
Nicola Sermattei della Genga
(1760-1829) |
5 ottobre 1823 | 10 febbraio 1829 | ||
Francesco Saverio Castiglioni
(1761-1830) |
5 aprile 1829 | 1 dicembre 1830 | ||
Bartolomeo Alberto Cappellari
(1765-1846) |
8 febbraio 1831 | 1 giugno 1846 | ||
Giovanni Maria Mastai Ferretti
(1792-1878) |
21 giugno 1846 | 7 febbraio 1878 | ||
FINE DEL POTERE TEMPORALE | ||||
Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci
(1810-1903) |
3 marzo 1878 | 20 luglio 1903 |