Coordinate: 42°41′51.2″N 23°19′25.1″E

Sofia

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Sofia
comune autonomo
Столична София
Sofia – Stemma
Sofia – Bandiera
Sofia – Veduta
Sofia – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Bulgaria Bulgaria
DistrettoNon presente
Amministrazione
SindacoVasil Terziev (Coalizione PP-DB-Spasi Sofia) dal 6-11-2023
Territorio
Coordinate42°41′51.2″N 23°19′25.1″E
Altitudine560 m s.l.m.
Superficie492 km²
Abitanti1 221 785 (2020)
Densità2 483,3 ab./km²
Villaggi22
Altre informazioni
Cod. postale1000
Prefisso02
Fuso orarioUTC+2
TargaС, СА, CB
MottoРасте но не старее (Cresce ma non invecchia)
Cartografia
Sofia – Localizzazione
Sofia – Localizzazione
Sito istituzionale

Sofia (AFI: ˈsɔfja;[1][2] in bulgaro София?, Sofija, AFI: ['sɔfija]) è la capitale e la più grande città della Bulgaria. È il principale centro amministrativo, industriale, culturale e dei trasporti di tutto il Paese, di cui costituisce un distretto a sé stante. Con una popolazione di 1 221 785 abitanti al 31 dicembre 2020[3] è anche la città più estesa e densamente popolata della Bulgaria.

Affonda le sue radici all'epoca dei Traci, che la chiamarono Serdica. Passò poi sotto il dominio romano, bizantino, bulgaro e ottomano, che ne segnarono fortemente il carattere architettonico, prima di affermarsi come capitale del neonato Principato di Bulgaria nel 1878. Restò capitale del Regno di Bulgaria, della Repubblica Popolare di Bulgaria e dell'attuale Repubblica di Bulgaria.

È situata nella parte occidentale del Paese, nel Bacino di Sofia circondato da numerose montagne fra cui il monte Vitoša. La città occupa una posizione centrale nella Penisola balcanica, con diverse strade principali che la collegano con le altre parti della penisola: attraverso il monte Vacarel con la Tracia e Istanbul, attraverso il Passo di Dragoman con Belgrado e l'Europa centrale, lungo la valle dello Struma con la Grecia e la Macedonia del Nord, attraverso alcuni passi nei Monti Balcani con la Bulgaria settentrionale e la Romania. Il fiume Iskăr passa a est della città ed essa viene attraversata da molti dei suoi piccoli affluenti.

Oggi Sofia è il principale centro amministrativo, industriale, dei trasporti, culturale e d'istruzione del Paese dove viene concentrata 1/6 della produzione industriale della Bulgaria. Qui si trovano anche l'Accademia bulgara delle scienze, le sedi centrali della Televisione Nazionale Bulgara, della Radio Nazionale Bulgara, dell'Agenzia Telegrafica Bulgara, molte università, teatri, cinema, la Galleria Nazionale d'Arte, musei archeologici, storici, di scienze naturali ed altri ancora. I monumenti archeologici visibili di epoca romana sono conservati in vari luoghi del centro della città.[4] Sofia conta sedici istituti universitari, tra cui l'Università di Sofia, fondata nel 1889. Inoltre è sede di una diocesi ortodossa bulgara e di una diocesi cattolica. Tra le principali attrazioni troviamo la Chiesa di Bojana (inserita nel Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO nel 1979), la chiesa di San Giorgio, la chiesa di Santa Sofia e la cattedrale di Aleksandr Nevskij.

Il nome più antico dell'attuale città di Sofia fu Serdonpolis (Σερδῶν πόλις),[5] un nome grecizzato la cui variante latina sarebbe civitas Serdensium,[6] ossia "la città dei Serdi". La prima menzione della città infatti proviene da un'iscrizione ateniese del I secolo a.C., che attestava: Astiu ton Serdon, cioè città dei Serdi.[7]

Secondo Cassio Dione i Serdi abitarono probabilmente nell'area nel I secolo a.C., secondo i documenti del II secolo d.C.[8][9][10][11] Tuttavia, molti autori si sono posti delle domande su di loro: "... Questo etnonimo [Serdi] è ancora un fantasma." (Alexandаr Fol).[12] Anche il legame "Serdica - Serdi" ha sollevato delle domande: "Allora, chi battezzò chi? Gli abitanti della città o la città - i suoi abitanti?" (Hristo Gencev).[13] Esistono inoltre diverse ipotesi sull'etimologia del nome "Serdi". Vaclav Tomašek lo fa derivare dalla parola indoeuropea çardh ("stabile", "testardo"), mentre Stefan Mladenov e Gavril Kacarov lo fanno derivare dalla stessa radice, ma nella forma çardhas ("gregge"), collegandolo al sostentamento della regione. Radu Vulpe invece, lo fa derivare dalla radice serd ("cuore", "mezzo"), che è anche associato al successivo nome slavo di Sredets.[14]

L'imperatore Traiano (nato Marco Ulpio Traiano) diede ufficialmente alla città il suo nome, chiamandola Ulpia Serdica,[15][16] in seguito spesso abbreviato in Serdica (in greco antico: Σερδικη?). Il nome fu spesso scritto e pronunciato Sardichì (in greco antico: Σαρδικη?). Nelle fonti narrative di lingua greca fu quasi sempre usata la forma Σαρδικη, mentre nelle iscrizioni rupestri locali, anche in greco, predominò la forma Σαρδικη, e nelle fonti latine, con poche eccezioni, che furono spesso traduzioni dal greco, fu usata la forma Serdica.[17] Entrambe le forme, Serdonpolis e Ulpia Serdica, si trovano sulle monete coniate nella città in epoca romana.

Il nome Serdica continuò ad essere utilizzato anche dopo l'annessione della città al Primo Impero bulgaro all'inizio del IX secolo, ad esempio nell'iscrizione di Hambarlii (un'icrizione proto-bulgara dell'813 scritta in greco e scoperta nei pressi di Malomirovo).[18] Successivamente fu sostituita dalla forma slava Sredets (in lingua slava ecclesiastica antica Срѣдьць, Срѣдець, Стрѣдьць), il cui primo utilizzo è attestato in due testi apocalittici in antico bulgaro della seconda metà dell'XI secolo, ma si presume che possa aver avuto origine già nell'VIII-IX secolo.[19] Sredets potrebbe essere visto come un'interpretazione bulgara altomedievale del nome Sardica/Serdica, riflettendo allo stesso tempo il significato di "mezzo", a causa della posizione centrale della città nel bacino di Sofia, così come potrebbe significare una città medio/centrale della popolazione circostante.[20]

Nelle fonti in lingua greca dopo la seconda metà del X secolo, per la città viene utilizzato anche il nome Triaditsa, meno spesso nella forma Tralitsa (questa variante fu trasformata nel libro arabo di Muhammad al-Idrisi in Atralissa). Secondo l'opinione prevalente si tratta di una trascrizione greca di Стрѣдьць, con la "с" iniziale eliminata poiché interpretata come la preposizione indipendente . Secondo un'altra ipotesi, sostenuta da autori come Vasil Gyuzelev e Vesselina Vačkova, il nome deriverebbe dalla Santissima Trinità (in greco Αγία Τριάδα), associata alla chiesa "Santa Sofia".[21]

Nelle cronache occidentali delle crociate dei secoli XI-XII, la città fu chiamata con varie trascrizioni di Sredets e Triaditsa/Tralitsa - Sternits, Stralits, Stralicium.[22] Nelle cronache ungheresi del XII-XIV secolo vennnero usati i nomi Scereduci e Scarbicium.[23]

Il nome Sofia fu registrato per la prima volta nella copia del Vangelo di Sredets del 1329, ma come nome della chiesa di Santa Sofia,[24] chiamata "Metropolia di Sredets". L'origine è nella parola greca sophía (σοφία, "saggezza"). I primi documenti in cui comprave questo nome furono la Carta di Vitoša - un crisobolla rilasciato in dono dallo zar Ivan Šišman al monastero di Dragalevci tra il 1371 e il 1382, la copia del Vangelo di Sredets già menzionato, un dialogo tra due venditori ragusani intorno al 1359 e gli appunti di un mercante ragusano del 1376.[25] In quei documenti la città fu chiamata Sofia, ma, allo stesso tempo, la regione e gli abitanti della città vennero ancora chiamati "di Sredets" (in slavo ecclesiastico: срѣдечьскои), cosa che continuò fino al XX secolo. Nel corso del tempo "Sofia" si affermò come nome ampiamente utilizzato, anche ufficiale, della città, ma anche "Sredets" e la nuova forma "Sardachia" continuarono ad essere usati come sinonimi. Gli Ottomani invece, iniziarono a favorire il nome Sofya (صوفيه).

Il primo sigillo comunale di Sredets dopo la Liberazione, 1878

Dopo la Liberazione della Bulgaria nel 1878, con decisione dell'amministrazione comunale, la città ripristinò il nome bulgaro Sredets, ma poco dopo, su insistenza del governo provvisorio russo, le fu restituito il nome Sofia. Nel 1879 ci fu una disputa sul nome, con i cittadini che crearono un comitato di personaggi famosi che sostenevano il ripristino del nome storico Sredets. Questa idea fu sostenuta anche dall'Accademia bulgara delle scienze, la cui pubblicazione ufficiale tra il 1882 e il 1899 menzionò Sredets come luogo di pubblicazione. A poco a poco si arrivò ad un compromesso, l'ufficializzazione di Sofia per le istituzioni nazionali, e Sredets per le istituzioni amministrative ed ecclesiastiche, prima che quest'ultimo venisse abbandonato nel corso degli anni.[26]

Stemma, motto e festa

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Il motto della capitale è “Cresce, ma non invecchia” (in bulgaro „Расте, но не старее“?). Fu scritto nel 1911 sullo stemma di Sofia, creato nel 1900; nel 1928 fu decorato con dei rami di alloro su entrambi i lati. Sullo stemma sono raffigurati i simboli della capitale: l'antica dea greca della fortuna Tiche - patrono delle città, la cui immagine è tratta da un'antica moneta,[27] il Monte Vitoša, la chiesa di Santa Sofia, il baldacchino dorato con Apollo guaritore. Tra questi, al centro c'è un leone d'oro su uno scudo rosso (l'emblema della Bulgaria), e sopra - una corona con una fortezza con 3 torri.[28][29]

La festa della città cade il 17 settembre, quando la Chiesa ortodossa commemora le sante martiri Sofia e le sue tre figlie Fede, Speranza e Amore. La data è stata fissata come Festa di Sofia con decisione del Consiglio municipale di Sofia del 25 marzo 1992.

Geografia fisica

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Una mappa del Bacino di Sofia. Vitoša è nel sud; i Monti Balcani definiscono i margini settentrionali del bacino. L'Iskăr scorre verso nord e forma il Passo di Iskăr.

Lo sviluppo di Sofia come insediamento importante deve molto alla sua posizione centrale nei Balcani. La città si trova nella parte occidentale del Paese, nel Bacino di Sofia, tra i monti Vitoša a sud, Balcani a nord, Ljulin a ovest e il resto del Bacino di Sofia a est. Sofia si trova ai piedi settentrionali di Vitoša.[30]

Il centro storico della città si trova immediatamente a sud del centro del Bacino di Sofia, uno dei bacini sottobalcanici, situato tra i Monti Balcani occidentali (il Monte Murgaš, la Montagna di Sofia e la collina montuosa Tri Uši) a nord, e i monti Ljulin, iVitoša, Plana e Lozen, parti della catena montuosa di Srednogorije, a sud. La città moderna occupa una parte significativa del Bacino di Sofia, sviluppandosi maggiormente a sud-est e a sud-ovest del centro storico, raggiungendo le parti inferiori di Vitoša, ma i suoi quartieri più nord-orientali - Seslavci e Kremikovci - si trovano sui pendii dei Monti Balcani.

Sofia con la Vitoša

Il territorio della città di Sofia ha una superficie di 492 km²,[31] e, oltre al territorio urbano, comprende anche i terreni agricoli e forestali limitrofi, tra cui una parte significativa del monte Vitoša. Confina con il territorio di 3 città (Bankja, Buhovo e Novi Iskăr) e 27 villaggi del Comune di Sofia (Bistrica, Železnica, Plana, Busmanci, Vladaja, Volujak, German, Gorni Bogrov, Dolni Bogrov, Dolni Pasarel, Ivanjane, Kazičene, Klisura, Kokaljane, Krivina, Kubratovo, Lozen, Lokorsko, Malo Bučino, Mirovjane, Mramor, Murčaevo, Negovan, Ogoja, Pančarevo, Čepinci e Jana), 5 villaggi del Comune di Pernik (Golemo Bučino, Divotino, Kladnica, Ljulin, Čuipetlovo), 2 villaggi del Comune di Božurište (Gurmazovo, Požarevo) e 1 villaggio del Comune di Svoge (Jablanica).[32]

Sofia vista dal satellite

Cinque valici portano alla città: l'Iskắrski, il Vladaiski, il Dragomanski, il Petrohanski e il Vitinja. Già nei tempi antichi, attraverso di loro passavano importanti strade che collegavano il Mare Adriatico e l'Europa centrale con il Mar Nero, il Mar Egeo e il Medio Oriente. La posizione geografica estremamente favorevole della città è un prerequisito per lo sviluppo del commercio, degli affari, dei trasporti, della logistica, nonché delle relazioni regionali, interregionali e internazionali e della cooperazione transfrontaliera. Da essa passano tre dei dieci corridoi di trasporto transeuropei. Si tratta del Corridoio Transeuropeo n. 4, che collega l’Europa occidentale e l'Europa centrale con il Mar Mediterraneo, il Mar Egeo e il Medio Oriente; il Corridoio n. 8 che collega il Mare Adriatico al Mar Nero; e il Corridoio n. 10 che collega l'Europa centrale con Istanbul e il Mediterraneo orientale.[30]

Sette fiumi scorrono attraverso la capitale bulgara: l'Iskăr, i suoi affluenti Perlovska, Lesnovska e Blato, come anche il Vladajska e il Bojanska (affluenti del Perlovska), e il Suhodolska (affluente del Vladajska). Questi fiumi non sono profondi, e anche l'Iskăr, che scorre nei quartieri orientali della città, in questo suo tratto non ha ancora una grande portata. Sofia inoltre è conosciuta fin dall'antichità per le sue numerose sorgenti termali (15 sorgenti con una portata d'acqua totale di 130 l/s).[24] Negli ultimi 60 anni sono stati costruiti laghi e bacini artificiali.

Una vista del Bacino di Sofia da sud. In lontananza sono visibili i Monti Balcani e l'inizio del Passo di Iskăr.

La capitale bulgara si trova a 28 km da Pernik, a 60 km dal valico di frontiera di Kalotina, a 89 km dal valico di frontiera di Strezimirovci, a 102 km da Blagoevgrad, a 104 km da Kjustendil, a 113 km dal valico di frontiera di Oltomanci, a 114 km dal valico di frontiera di Gjueševo, a 150 km da Plovdiv, a 182 km dal valico di frontiera di Kulata-Promahon, a 234 km da Stara Zagora, a 309 km da Ruse, a 360 km da Burgas sull'Autostrada Trakija, e a 441 km da Varna. Dista a 245 km dalla capitale della Macedonia del Nord Skopje, a 294 km dalla seconda città più grande dell Grecia, Salonicco, a 333 km dalla capitale del Kosovo Pristina, a 383 km dalla capitale rumena Bucarest, a 397 km dalla capitale serba Belgrado, a 553 km da Istanbul, a 575 km dalla capitale del Montenegro Podgorica, a 606 km dalla capitale della Bosnia ed Erzegovina Sarajevo, a 787 km dalla capitale croata Zagabria, a 792 km dalla capitale greca Atene, a 1001 km dalla capitale turca Ankara e a 1420 km da Milano.

Sofia si trova a circa 560 metri sopra il livello del mare ed è la seconda capitale più alta dell'Unione europea (dopo Madrid), e la terza capitale più alta d'Europa (dopo Andorra la Vella e Madrid). Le parti più alte della città sono i quartieri meridionali Bojana, Dragalevci e Simeonovo che si trovano ai piedi del Vitoša. L'altitudine diminuisce gradualmente verso nord.[30]

I terremoti del 1818 e del 1858 furono intensi e distruttivi. Il terremoto di Pernik del 2012 si verificò a ovest di Sofia con una magnitudo del momento di 5,6 e un'intensità sulla Scala Mercalli di VI (Forte).

Sofia si trova nella zona climatica temperata ed ha un clima continentale umido con estati calde (Dfb nella classificazione dei climi di Köppen). La temperatura media annuale è di 10,6 °C. L'anno più caldo mai registrato è stato il 2023, con una temperatura annuale di 12,1 °C.[33] L'anno più freddo registrato è stato il 1893, con una temperatura media a gennaio di -10,4 °C e una temperatura annuale di 8,2 °C.[34]

Gli inverni in città sono freddi, lunghi e nevosi. Il tempo è instabile e dinamico; si osservano forti escursioni termiche sotto l'influenza della traiettoria dei cicloni mediterranei in formazione. Nelle giornate invernali più fredde le temperature possono scendere fino a -15 °C o anche meno, soprattutto a gennaio. La nebbia è un fenomeno caratteristico all'inizio della stagione invernale. In media, Sofia riceve una nevicata totale di 98 cm ed ha 58 giorni di manto nevoso.[35] L'inverno più nevoso registrato è stato quello del 1939/1940, con una nevicata totale di 169 cm.[36] L'altezza record della neve è stata di 57 cm (25 dicembre 2001).[37]

Le estati in città sono abbastanza calde e soleggiate. In estate Sofia rimane generalmente leggermente più fresca rispetto ad altre parti della Bulgaria, a causa della sua maggiore altitudine. La città è però soggetta anche a ondate di caldo, con temperature elevate che raggiungono o superano i 35 gradi nelle giornate più calde, soprattutto a luglio e agosto. La temperatura più alta registrata è stata di 40,2 °C (5 luglio 2000).[38] Il mese più caldo registrato è stato luglio 2012, con una temperatura media di 24,8 °C.[39]

La primavera e l'autunno a Sofia sono relativamente brevi e hanno un clima variabile e dinamico.

La piovosità media annua è di 581,8 mm, raggiungendo il massimo nella tarda primavera e all'inizio dell'estate, quando non mancano i temporali. La città riceve circa 650 mm di precipitazioni con un massimo d'estate e un minimo in autunno. L'anno più secco registrato è stato il 2000 con una precipitazione totale di 304,6 mm, mentre l'anno più piovoso mai registrato è stato il 2014 con una precipitazione totale di 1.066,6 mm.[40][41]

Dati Meteo
Città di Sofia[42]
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 3,45,610,616,221,124,727,327,522,917,19,74,34,416,026,516,615,9
T. media (°C) −0,51,15,410,615,418,921,221,016,511,35,10,70,410,520,411,010,6
T. min. media (°C) −3,9−2,90,85,49,813,215,114,911,06,61,4−2,4−3,15,314,46,35,8
T. max. assoluta (°C) 192327,531,034,038,041,039,436,133,925,523,023,034,041,036,141,0
T. min. assoluta (°C) −28,3−25,0−16,1−6,0−2,21,42,03,5−2,0−6,0−15,3−21,1−28,3−16,11,4−15,3−28,3
Precipitazioni (mm) 33,231,538,150,767,075,452,657,645,745,043,341,7106,4155,8185,6134,0581,8
Giorni di pioggia 91010121312109711101231353128125
Nevicate (cm) 23,419,215,22,80,00,00,00,00,01,910,824,867,418,00,012,798,1
Giorni di neve 7,26,35,81,40,00,00,00,00,00,83,07,220,77,20,03,831,7
Ore di soleggiamento mensili 87,8114,3159,6182,2229,6257,7302,1288,3220,1163,6105,566,1268,2571,4848,1489,22 176,9

Problemi ambientali

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Un problema importante della città è l'inquinamento atmosferico: la sua posizione nel Bacino di Sofia, circondato su tutti i lati dalle montagne, riduce la possibilità di autopulizia dell'atmosfera.[43] L'aria nella capitale bulgara è inquinata principalmente dal particolato e dagli ossidi di azoto. Dopo la chiusura dello stabilimento metallurgico di Kremikovci nel 2009, essi sono generati principalmente dal traffico, dal riscaldamento con combustibili solidi e liquidi, dal manto stradale inquinato e da alcune centrali termoelettriche. Pertanto, i quarteri di Družba, Nadežda e Pavlovo hanno l'aria più inquinata, e per i primi due, oltre al traffico, un fattore importante per l'inquinamento dell'aria sono le grandi centrali termoelettriche là presenti.[44] Lo smog persiste sulla città poiché le inversioni di temperatura e le montagne che circondano la città impediscono la circolazione delle masse d'aria.[45][46] Di conseguenza, i livelli di inquinamento atmosferico a Sofia sono tra i più alti d’Europa.[47] La concentrazione di particolato è costantemente al di sopra della norma.[48]

In risposta ai pericolosi picchi di inquinamento atmosferico, nel gennaio 2018 il Consiglio comunale di Sofia ha implementato una serie di provedimenti, come il lavaggio più frequente delle strade.[49] Tuttavia, una relazione della Corte dei conti europea pubblicata nel settembre 2018 ha rivelato che Sofia non ha elaborato alcun progetto per ridurre l’inquinamento atmosferico dovuto al riscaldamento. Il rapporto ha rilevato inoltre che a Sofia non operavano stazioni di monitoraggio dell’inquinamento industriale, anche se in città erano attivi impianti industriali. Una stazione di monitoraggio sul Ponte delle Aquile, dove erano stati misurati alcuni dei valori più alti di particolato, è stata spostata e da allora ha misurato valori nettamente più bassi.[50] Dal 2017 il particolato viene misurato in gran parte da una rete di 300 sensori gestita da volontari.[51] La Commissione europea ha portato la Bulgaria in tribunale per la sua incapacità di frenare l’inquinamento atmosferico.[48]

Preistoria e Antichità

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Lo stesso argomento in dettaglio: Serdica.
Scavi di un'abitazione preistorica del VI millennio a.C. nell'insediamento neolitico di Slatina (Sofia).

Le prime testimonianze archeologiche di insediamenti sul territorio di Sofia risalgono al Neolitico (VI millennio a. C.) e tra questi c'è l'Insediamento neolitico di Slatina nella Sofia nord-orientale. Un altro insediamento neolitico intorno alla Galleria Nazionale d'Arte viene fatto risalire al III-IV millennio a. C., che da allora è stato il centro tradizionale della città.[52]

Le prime testimonianze di insediamenti nell'antico centro della città - l'area intorno alle sorgenti minerali dell'attuale palazzo delle Terme minerali centrali - risalgono all'Età del bronzo (II millennio a. C.). Le informazioni su questo insediamento sono scarse, poiché la città continuò ad esistere in questo sito per millenni e molti dei resti furono distrutti, ma l'insediamento continuò ad esserci ininterrottamente fino ai giorni nostri.[53]

F: testa del dio fluviale Strimone; R: tridente. Questa moneta imita l'emissione macedone dal 187 al 168 a.C. Fu coniata dalla tribù dei Serdi come valuta propria.

Informazioni sull'area dell'attuale Sofia compaiono nelle fonti antiche greche a metà del V secolo a. C. A quel tempo questa parte della Penisola balcanica era abitata dalle varie tribù dei Traci. Le prime tribù che vi si stabilirono furono i Traci Tilataei, menzionati nel V secolo a.C. dallo storico greco Tucidide[54]. Lui localizzò il centro delle loro dimore insieme a quelle dei Teri nella regione montuosa tra le odierne città di Sofia, Pernik e Pirot. Scrisse infatti: "... vivono a nord del monte Skombros (Vitoša) e ad ovest raggiungono il fiume Oxios (Iskăr), che nasce dalla stessa montagna da cui nascono Nestos (Mesta) e Evros (Marica). Questa montagna [Rila] è grande, disabitata e collegata ai Rodopi."[55] Nel V sec. a.C. l'area divenne parte di un'unione statale dei Traci, il regno degli Odrisi.[56]

Quando i Romani apparvero nella regione nel II secolo a.C. le fonti greche chiamavano gli abitanti locali Serdi, e l'insediamento presso la sorgente minerale Serdonpolis ("Città dei Serdi"). Non si hanno quasi notizie della città nel periodo dei Traci, ma probabilmente nel IV secolo a. C., sotto Filippo II di Macedonia, le terre dei Serdi furono conquistate dal Regno di Macedonia, rimanendo parte della Macedonia vera e propria anche dopo il crollo dell'impero di Alessandro Magno. Con il declino del Regno di Macedonia nel III secolo a. C. esso perse i suoi possedimenti nell'interno della Penisola balcanica e durante la conquista da parte dei Romani a metà del II secolo a. C. il Bacino di Sofia non ne fece più parte.[57]

La porta orientale di Serdica nel "Complesso Antica Serdica"

Nel 27–29 a.C., secondo Cassio Dione, Plinio il Vecchio e Claudio Tolomeo, la regione "Segetike" fu attaccata dal proconsole macedone Marco Licinio Crasso, che si presume fosse Serdica, o la città dei Serdi.[58][59][60] I Serdi furono sottomessi dalla Repubblica romana nel 28 a. C. e Crasso conquistò le loro terre con grande terrore causando l'emigrazione forzata.[61]

Nel 45 Serdica fu inclusa nei confini della neonata provincia romana della Tracia, e durante quel periodo iniziò l'insediamento dei veterani dell'esercito romano.[62] Durante il regno dell'imperatore Marco Aurelio (161-180) Serdica ricevette il diritto di coniare le proprie monete e intorno al 180 venne fortificata con una cinta muraria che per secoli definì il nucleo della città.

Durante l'epoca romana un'attività economica attiva si sviluppò ben al di fuori delle mura della città, ma entro i confini odierni di Sofia. Un esempio di ciò sono le fornaci di mattoni utilizzate fino all'era moderna nell'odierno quartiere di Gotse Delčev, gli impianti minerari per i minerali ferrosi su Vitoša e per l'oro negli odierni quartieri di Gorubljane e Dǎrvenica, così come dozzine di famose ville suburbane - alcune di loro includevano alloggi lussuosi, mentre altre erano interamente destinate alla produzione agricola, ed alcune erano anche circondate da importanti fortificazioni. La maggior parte delle ville studiate sorsero tra la fine del II e la fine del III secolo e furono distrutte in vari attacchi tra la fine del III e la metà del V secolo.[63]

L'antica città si trova tra TZUM, lo Sheraton Hotel e il Palazzo del Presidente della Bulgaria.[64][65] Divenne gradualmente la città romana più importante della regione.[66][67] Divenne municipio durante il regno dell'imperatore Traiano (98–117). Serdica si espanse, furono costruite torrette, mura di protezione, terme pubbliche, edifici amministrativi e di culto, una basilica civica, un anfiteatro, un circo, il consiglio comunale (Boulé), un grande foro, un grande circo (teatro), ecc. Serdica era una città importante sulla strada romana Via Militaris, che collegava Singidunum e Bisanzio.

La Rotonda di San Giorgio e i resti della residenza dell'imperatore Costantino I del IV secolo. La chiesa è l'edificio più antico di Sofia.

Intorno al 271 la città divenne il centro della neonata provincia della Dacia Aureliana[68] e quando l'imperatore Diocleziano nel 285 divise la provincia della Dacia Aureliana in Dacia Ripensis (sulle rive del Danubio) e Dacia Mediterranea, Serdica divenne la capitale di quest'ultima. Quando la diocesi di Mesia fu divisa in due, Serdica divenne la capitale della Dacia, la diocesi settentrionale. I cittadini di Serdica di origine tracia venivano chiamati Illiri[69] probabilmente perché per un certo periodo fu la capitale dell'Illiria orientale.[70]

Gli imperatori romani Aureliano (215–275)[71] e Galerio (260–311)[72] nacquero a Serdica. La città si espanse e divenne un importante centro politico ed economico, tanto più che divenne una delle prime città romane in cui il Cristianesimo fu riconosciuto come religione di Stato (sotto Galerio). L'editto di Galerio fu emanato il 30 aprile 311 a Serdica dall'imperatore romano Galerio, ponendo ufficialmente fine alla persecuzione di Diocleziano dei cristiani. Con esso il cristianesimo otteneva implicitamente lo status di religio licita, ovvero culto riconosciuto ed ammesso dall'Impero.[73] Fu il primo editto di tolleranza nei confronti dei cristiani, avendo preceduto di due anni l'editto di Milano.

Nella seconda metà del III secolo la città di Roma perse il suo ruolo di centro politico dell'Impero e i governanti iniziarono a viaggiare tra le diverse città delle province.[74] Una di queste fu Serdica, dove soggiornarono spesso gli imperatori Galerio e soprattutto Costantino I.[75] Secondo Pietro Patrizio quest'ultimo espresse le sue particolari preferenze per la città: “Costantino intendeva prima a trasferire il governo a Serdica; e poiché amava quella città, diceva spesso: "Serdica è la mia Roma".[76] Considerò addirittura fare di Serdica la capitale dell'Impero bizantino invece di Costantinopoli,[77] che oramai non era dissimile da una capitale tetrarchica dell'Impero Romano.[78] Costantino I intraprese una costruzione su larga scala a Serdica, demolendo gli ex quartieri residenziali nel quadrante sud-orientale dell'area tra le mura della città, e costruì lì un complesso architettonico, chiamato dagli archeologi il "quartiere di Costantino", comprendente il più antico edificio completamente conservato in Sofia - la Rotonda di San Giorgio. A quel periodo risale anche la più antica chiesa cristiana conosciuta a Serdica, scoperta sotto l'odierna basilica di Santa Sofia.[79]

La Chiesa di Santa Sofia

Nel 343 a Serdica l'imperatore d'Occidente Costante I e l'imperatore d'Oriente Costanzo II convocarono a Serdica il Concilio di Sardica per risolvere le controversie tra gli ortodossi e gli ariani. Si tenne in una chiesa situata dove successivamente venne edificata l'attuale Chiesa di Santa Sofia del VI secolo. L'evento riunì nella città oltre 170 vescovi provenienti da tutti gli angoli dell'Impero con le loro delegazioni al seguito.[80] Tuttavia, i due schieramenti rimasero inconciliabili e alla fine i vescovi ariani lasciarono Serdica e continuarono i loro incontri a Filippopoli.

Gli attacchi dei Visigoti alla fine del IV secolo, degli Unni a metà del V secolo e degli Slavi e degli Avari a partire dal VI secolo non colpirono gravemente la città di Serdica, ma liquidarono le fiorenti grandi fattorie circostanti. La densità edilizia di Serdica fu in aumento, con alloggi in costruzione anche su parti di vecchie strade e piazze. La città fu distrutta durante l'invasione degli Unni nel 447 e ridotta in rovina per un secolo.[69] Fu ricostruita dall'imperatore bizantino Giustiniano I. Durante il suo regno (527-565) essa fiorì, essendo circondato da grandi mura di fortezza i cui resti sono ancora visibili oggi.

Quando l'Impero Romano fu diviso nel 395, la città rimase nella sua parte orientale. Serdica fu una delle tante fortezze dei Balcani, fortificate dall'imperatore Giustiniano I,[81] sotto il quale fu probabilmente costruita l'imponente basilica di Santa Sofia, conservata fino ai giorni nostri. Le informazioni su Serdica durante i successivi due secoli e mezzo sono scarse.[82]

La Sredets medievale

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San Giovanni di Rila

Serdica divenne parte del Primo Impero Bulgaro durante il regno di Khan Krum nell'809, dopo un lungo assedio. Nella primavera dell'809, alla vigilia di Pasqua, Krum, di ritorno da un'incursione nella valle di Struma, conquistò la città e, secondo Teofane Confessore (le cui affermazioni provocano domande riguardo al numero, al tipo di armamenti e alla natura strategica dell'esercito bulgaro di Krum), le sue truppe "uccisero 6000 soldati e numerosi civili".[83] La caduta della città, tuttavia, avvenne senza gravi distruzioni, non portò a grandi cambiamenti: solo intorno alla sua cinta muraria appaiono molti ritrovamenti di ceramica, che alcuni ricercatori definiscono caratteristici degli Slavi della Penisola balcanica, a volte senza soffermarsi sull'aspetto tracio e bulgaro dei suddetti ritrovamenti.[84]

Nel periodo successivo alla guerra la città fu permanentemente integrata nella Bulgaria e divenne nota con il nome slavo di Sredets. Crebbe fino a diventare un'importante fortezza e centro amministrativo sotto il successore di Krum, khan Omurtag )814 - 831), che ne fece un centro della provincia di Sredets (Sredetski komitat, Средецки комитат).

Alla fine del IX secolo o nella prima metà del X secolo la chiesa di San Giorgio fu completamente ricostruita. La città fu visitata dallo zar Pietro I, su richiesta del quale a Sredets (così si chiamava oramai Serdica) fu sepolto, subito dopo la sua morte nel 946, l'eremita canonizzato San Giovanni di Rila, chiamato il Patrono celeste bulgaro.[85]

Dopo la conquista della capitale Preslav dagli eserciti di Svjatoslav I di Kiev e di Giovanni I Zimisce nel 970–971, il patriarca bulgaro Damjan scelse Sredets come sua sede l'anno successivo e la capitale della Bulgaria fu temporaneamente trasferita lì.[86]

Nella seconda metà del X secolo la città era governata da komes Nicola e dai suoi figli, conosciuti come "Cometopuli". Uno di loro fu Samuele, che alla fine fu incoronato imperatore di Bulgaria nel 997. Alla fine del X secolo Sredets fu il centro dei possedimenti di uno dei Cometopuli, Aronne.

Nell'estate del 986 Sredets fu assediata per 20 giorni dall'imperatore Basilio II Bulgaroctono in persona ed egli subì una pesante sconfitta alle Porte di Traiano sulla sua via di ritorno in Tracia.[85][87] Solo nel 1018, dopo la morte dell'ultimo re del Primo Regno Bulgaro, Ivan Vladislav, i voivodi di 35 fortezze, tra cui Sredets, accettarono volontariamente la supremazia dell'Imperatore romano.[88]

La città alla fine cadde sotto il dominio dell'Impero bizantino nel 1018, in seguito alla conquista bizantina della Bulgaria. Sredets si unì alla rivolta di Pietro Deljan nel 1040-1041 nel tentativo fallito di ripristinare l'indipendenza bulgara e fu l'ultima roccaforte dei ribelli, guidati dal comandante locale Botko.[89] L'imperatore Michele IV il Paflagone vi arrivò personalmente per sedare la ribellione.[90] Dopo il 1048 le autorità bizantine stabilirono un numero significativo di Peceneghi nella zona di Sredets, come federati bizantini, ed alcuni di loro probabilmente si stabilirono anche nella città.[91] Nel 1059 l'imperatore Isacco I Comneno arrivò a Sredets con un grande esercito per fermare l'avanzata degli ungheresi verso la città, ma le due parti raggiunsero un accordo senza un grande scontro militare.[92] Alla fine del 1066 o all'inizio del 1067 il futuro imperatore bizantino Romano IV Diogene fu nominato governatore di Sredets.[93]

Nel 1183 Sredets fu conquistata e devastata dalle forze di entrambi il granduca serbo Stefano Nemanja e il re ungherese Béla III. Nel 1189 il raggio settentrionale della Terza crociata passò da Sredets e dai suoi dintorni: le truppe dell'imperatore Federico Barbarossa, che, a loro sorpesa, si ritrovarono nella città abbandonata dagli abitanti senza "mercato, cibo e vino", furono costretti a proseguire il viaggio attraverso Plovdiv fino a Edirne e Costantinopoli esausti ed estremamente delusi.[94][95]

Nel 1194 Sredets fu annessa permanentemente al Secondo Impero bulgaro da Ivan Asen I[96] e divenne un importante centro amministrativo e culturale.[97]

La città fiorente del XIII - XVII secolo

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Sebastocratore Kaloyan e sua moglie Dessislava, affresco nella Chiesa di Boyana

Nel Secondo Impero bulgaro Sredets ebbe una grande importanza strategica per il controllo bulgaro della Valle di Morava (nell'odierna Serbia) e della Macedonia. Nei primi decenni dopo la sua anessione all'Impero ottomano furono adottate misure per ripristinare la cinta muraria e risanare le distruzioni significative all'interno della città. La densità di costruzione nella città stessa continuò ad aumentare e molte strade divennero vicoli stretti, e comparsero edifici a due piani.[98] Alcuni governatori di Sredets a metà del XIII secolo portarono il titolo di sebastocratore, secondo in grado dopo quello reale: sebastocratore Alessandro Asen, fratello dello zar Ivan Asen II, suo figlio Kaloyan e infine il genero di Alessandro, Pietro, che dopo la morte di Ivan Asen II governò tutte le regioni occidentali della Bulgaria.[99] Probabilmente sotto il sebastocratore Kaloyan furono ricostruite le ruine dell'antico quartiere di Costantino I nella residenza del governatore della città. Sebastocratore Kaloyan fu il fondatore della Chiesa di Bojana, uno dei monumenti più notevoli dell'arte medievale bulgara, in cui è conservato un suo ritratto con sua moglie a figura intera del 1259.

Nel XIV secolo presso la Cattedrale Metropolitana di Santa Sofia operò una scuola letteraria, dalla cui attività è stato conservato il Vangelo di Sredets. Inoltre nel periodo 1185 - 1417 intorno alla città si formò un complesso di 14 monasteri, oltre a skiti е cappelle, in seguito chiamato Monte Sacro di Santa Sofia. A Sofia vi furono gli uffici dei commercianti ragusani e vennero prodotti ceramiche di lusso multicolori, gioielli e ferramenta.

Nel 1382, durante il regno del sultano Murad I, il generale ottomano Lala Shahin Pascià assediò la città per 3 mesi, lodandone nei suoi rapporti al governo le condizioni naturali, la ricchezza e l'attività economica, nonché la sua importanza politica. Poco dopo Sofia fu concquistata dal suo subordinato Inge Balaban Bey.[100] Sofia fu il centro del Sangiaccato di Sofia dal 1393 al 1878.

Durante la grande campagna del condottiero ungherese Giovanni Hunyadi nell'autunno del 1443 gli Ottomani abbandonarono Sofia, evacuando la popolazione e bruciando la città per rendere difficile il rifornimento al nemico. Gli ungheresi furono accolti dai cristiani con una funzione solenne nella cattedrale di Santa Sofia, ma poche settimane dopo gli ungheresi si ritirarono a Pirot e i cristiani di Sofia e dei dintorni furono massacrati per il loro aiuto all'esercito ungherese.[101]

Secondo le testimonianze dei viaggiatori europei, a metà del XV secolo Sofia manteneva principalmente il suo aspetto bulgaro.[102] Dal 1460 le reliquie del santo re Stefano Uroš II Milutin si trovavano a Sofia. Nel 1469 un evento importante per la comunità ortodossa fu il passaggio per la città della processione che trasportava le reliquie di San Giovanni di Rila da Tarnovo al Monastero di Rila. A quel tempo a Sofia e nei monasteri del Monte Sacro di Sofia si sviluppò la Scuola letteraria di Sofia.

Dopo l'annessione di Sofia all'Impero ottomano la colonia di mercanti ragusani continuò a fiorire nella città, alla quale si unirono gli italiani di Firenze e di Venezia, formando così un quartiere cattolico nell'area della distrutta porta occidentale della fortezza. Nel centro della città vivevano gli armeni, principalmente orafi e pellicciai, e nei quartieri nordorientali - gli ebrei, che sviluppano commerci su larga scala con i Paesi Bassi e la Francia. Durante quel periodo la città iniziò a produrre ed esportare in Italia i prodotti di lusso, come il čocha di stoffa di lana e soprattutto il cuoio lavorato, una varietà della quale in Italia viene chiamata "bulgarini". Dall'Italia vennero importati i prodotti di vetro, i medicinali, e la terracotta. A quel tempo la città fu in più occasioni la sede temporanea del Beilerbei di Rumelia, una carica di grande influenza nell'Impero Ottomano, a volte ricoperta dallo stesso Gran visir.[103]

Dal XIV fino al XIX secolo Sofia fu un importante centro amministrativo dell'Impero ottomano. Nel 1530 divenne (e rimase fino al 1836) la capitale dell'Eyalet di Rumelia (fino al 1590 Beilerbeiik di Rumelia), che copriva la parte centrale della Penisola balcanica dalla Tracia orientale alla Valle di Morava e all'Epiro.[104] Era anche la capitale dell'importante Sangiaccato di Sofia, che comprendeva tutta la Tracia con Plovdiv ed Edirne, e parte della Macedonia con Salonicco e Skopje.[105] A quel tempo inoltre la città era la più grande base di import-export dell'odierna Bulgaria per il commercio di carovane con la Repubblica di Ragusa. Nel XV e XVI secolo Sofia venne ampliata grazie all'attività edilizia ottomana. Gli investimenti pubblici nelle infrastrutture, nell’istruzione e nell’economia locale portarono una maggiore diversità nella città. Tra gli altri, la popolazione era composta da musulmani, cristiani ortodossi di lingua bulgara e greca, armeni, georgiani, ragusani cattolici, ebrei (romanioti, aschenaziti e sefarditi) e zingari.[106] Durante i primi decenni del XVI secolo l'ambiente culturale ed etnico di Sofia mutò radicalmente: a differenza del secolo precedente, negli anni '30 i viaggiatori parlavano già di una maggioranza musulmana nella città, e a metà del XVII secolo di una popolazione interamente turca.[107] In quegli anni le due grandi chiese antiche della città furono trasformate in moschee: Santa Sofia nella moschea di Sijavuš Pasha e San Giorgio nella moschea di Gjul, e secondo i dati archeologici, gli abitanti di gran parte del nel centro della città furono già musulmani.[108] Non si hanno molte notizie del modo in cui procedette l'islamizzazione di Sofia, ma durante quel periodo i 9 cristiani che rifiutarono di accettare l'Islam furono dichiarati nuovi martiri: Giorgio di Sofia il Nuovo (1515), Sofronio di Sofia (1515), Giorgio di Sofia il Più nuovo (1530), Nicola di Sofia il Nuovo]] (1555), Teraponzio di Sofia (1555) ed altri.[109]

Il XVI secolo fu un periodo di ripresa economica, con molti mestieri che fiorirono in città. Per la prima volta dall'antichità furono coniate monete, utilizzando principalmente l'oro e l'argento estratti nelle miniere intorno a Čiprovci.[110][111] I fonti del XVI secolo menzionano otto moschee-cattedrali, tre biblioteche pubbliche, numerose scuole, 12 chiese, tre sinagoghe e il più grande bedesten (mercato) dei Balcani.[106] Inoltre, c'erano fontane e hammam (stabilimenti balneari). Dalla metà del XV secolo e soprattutto nel XVI secolo, nella città furono costruiti imponenti edifici pubblici, come la Moschea Bujuk (1451 - 1494), la Moschea Çelebi (1502) situata accanto al Konak, la Moschea del Derviscio Kogia Mehmed Pascià (1528), che al giorno d'ora è una chiesa, e la Moschea Banja Baši (1567), costruita dal famoso architetto ottomano Mimar Sinān.[112] Si conoscono i nomi di altre dieci moschee di Sofia, ma secondo gli autori di quel periodo il loro numero sarebbe stato di circa 150.[113]

Il declino nel XVII - XIX secolo

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Nel 1610 il Vaticano istituì la sede di Sofia per i cattolici della Rumelia, che esistette fino al 1715 quando la maggior parte dei cattolici emigrò.

A partire dal XVII secolo iniziò gradualmente il declino della città insieme al declino dell'Impero ottomano e alla fine delle grandi campagne verso l'Europa centrale, per le quali la Sofia fu un importante punto di partenza. Molti degli edifici pubblici furono trascurati, l'antico sistema idrico cadde in pessime condizioni e in molti punti fu sostituito da pozzi.[114] Alla fine del secolo la città fu abbandonata dai mercanti ragusani e dagli italiani, se ne andarono alcune famiglie di mercanti ebrei e anche gli alti funzionari turchi, ma allo stesso tempo in città si stabilirono i bulgari dei villaggi vicini.[115]

Dal XVIII secolo i Beilerbei della Rumelia iniziarono a risiedere periodicamente a Bitola, che divenne ufficialmente il capoluogo dell'Eyalet di Rumelia nel 1836.

Nel 1737 scoppiò l'importante rivolta dei vescovi nella regione di Sofia e di Samokov. Fra la fine di luglio e l'inizio di agosto, per ordine di Ali Pascià Küprülüoğlu, furono uccisi circa 350 cittadini di Sofia, sacerdoti, monaci e gente dei villaggi vicini, tra cui il metropolita Simeone di Samokov e di Sofia, impiccato a Sofia dai turchi il 21 agosto 1773 (è il nono santo di Sofia).

Nel 1738 la popolazione di Sofia, come di tutte le città importanti della parte europea dell'Impero ottomano, fu prevalentemente turca.[116]

L'anarchia iniziata alla fine del XVIII secolo, legata al fenomeno del Kardžalismo (la presenza di gruppi armati nella Penisola balcanica composti da persone di diverse etnie, nazionalità e religioni, unite dal loro mestiere militare), alla liberazione della Serbia e all'avvicinamento del confine a Sofia, ebbe un effetto negativo sulla città. A tutto ciò si aggiunsero il grande incendio del 1816, la peste del 1857 e i due terremoti del 1818 e del 1858. Tuttavia, Sofia rimase una delle grandi città bulgare. Nella città risiedettero i consoli della Francia, dell'Italia e dell'Impero austro-ungarico. Secondo la testimonianza dei missionari americani che visitarono la città nel 1862, Sofia contava 30.000 abitanti, 1/3 dei quali bulgari; la città stessa aveva un aspetto piuttosto povero, ma la sua popolazione bulgara si stava rapidamente arricchendo.[117] Nel 1864 la città divenne il centro del Sangiaccato di Sofia nel neonato Vilayet del Danubio. Dal 1876 Sofia fu il centro amministrativo del Vilayet di Sofia, che copriva gran parte dell'odierna Bulgaria occidentale - da Koprivštica a Niš e da Gorna Jumaya a Pirot con Orhanie, Vranje, Samokov e Prokuplje.

Sofia, metà del XIX sec.

I bulgari a Sofia nel XIX secolo avevano un proprio comune, 7 chiese e 2 tipi di scuole secolari - quelle primarie di mutuo insegnamento (fondate nel 1825) e quelle a classi, oltre alle scuole primarie nelle chiese e nei monasteri esistite sin dai tempi della Scuola letteraria di Sofia. Nel 1867 fu fondato il čitalište "Tsviat", nel 1869 la società femminile bulgara "Madre", nel 1874 il gruppo studentesco "Napredâk". Nel 1858 la rivoluzionaria e insegnante bulgara Nedelja Petkova, conosciuta come 'Baba Nedelja', fondò in città la prima scuola femminile nelle terre bulgare. Dal 1859 iniziarono i festeggiamenti in onore dei primi maestri slavi, i Santi Cirillo e Metodio.

I conflitti con il clero greco a Sofia iniziarono già nel 1818.[118] Il 15 ottobre 1872, nella chiesa di Santo Stefano a Costantinopoli l'esarca bulgaro Antim I ordinò il primo esarca metropolita di Sofia Melezio.

Il monumento a Vasil Levski a Sofia.

Nel 1870 il rivoluzionario bulgaro Vasil Levski fondò dei comitati rivoluzionari non solo a Sofia, ma anche nei villaggi circostanti. Dopo la sua cattura nel 1873 fu trasferito e impiccato a Sofia dagli Ottomani. Importanti esponenti del Risorgimento bulgaro a Sofia furono Dimitǎr Trajkovič - membro del Comitato rivoluzionario di Sofia, Ivan Denkoglu, Sava Filaretov, Jordanka Filaretova, Zaharij Ikonomovič-Kruša, il libraio rivoluzionario Nikola Vardev, lo ieromonaco Gennadij Skitnik (Ivan Ikhtimanski) - membro del Comitato rivoluzionario di Sofia e abate del monastero di Dragalevci, dove Levski soggiornò spesso e tenne le riunioni del comitato, Nikola Stefanov Kruškin detto il Čolaka, collaboratore di Levski, membro del Comitato rivoluzionario di Sofia, impiccato dai turchi, Georgi Abadžiev - libraio, corriere del Comitato rivoluzionario di Sofia impiccato dai turchi insieme a Čolaka, Kiro Geošev (Kiro Kafedži), collaboratore di Levski, impiccato dai turchi, Stoyan Tabakov, detto Hadži Stojančo Knižar, impiccato dai turchi, Hristo Kovačev, membro del Comitato rivoluzionario di Sofia, mandato a Diyarbakır, Stoičo Raškov e Todor Maleev - entrambi di Koprivštica e partecipanti alla Rivolta d'aprile, incaricati di prendere da Plovdiv il materiale per la produzione di proiettili, impiccati dai turchi sul Ponte dei Leoni, ecc.

Durante la ritirata delle truppe turche alla fine del 1877, durante la Guerra russo-turca, il comandante turco Sulayman Pascià pianificò l'incendio dell'intera città, simile a quello di Stara Zagora, in cui il massacro della popolazione cristiana sarebbe stato inevitabile. L'intervento categorico del viceconsole francese Léandre François René le Gay e del console italiano Vito Positano e, secondo dati non confermati, del rabbino di Sofia Gabriele Mercado Almosnino salvarono la città dall'incendio. Anche il console austro-ungherese Josef Waldhart sostenne le azioni in difesa della città. Molti cittadini bulgari di Sofia si armarono e si schierarono con le forze russe.[119] Tuttavia, i corrispondenti russi e stranieri trovarono 16 patiboli dove venivano impicati i bulgari fino all'ultimo momento prima dell'ingresso delle truppe della liberazione.[120]

Dopo la Liberazione

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Il 4 gennaio 1878 (23 dicembre 1877 secondo il Calendario giuliano), dopo la battaglia di Sofia (19/31 dicembre - 23 dicembre/4 gennaio 1978), le truppe russe al comando del generale Iosif Vladimirovič Gurko entrarono in città. Nel febbraio 1878 la popolazione della città si dimezzò quasi rispetto al periodo prebellico e, secondo il comune, ammontava a 11 694 abitanti, di cui 6. 560 bulgari, 3.538 ebrei, 839 turchi e 737 zingari (di cui 2/3 musulmani)[121]).[122] La maggior parte delle moschee di Sofia furono distrutte durante quella guerra, sette di esse furono distrutte in una notte nel dicembre 1878, quando un temporale mascherò il rumore delle esplosioni organizzate dagli ingegneri militari russi.[123] Dopo la guerra la grande maggioranza della popolazione musulmana lasciò Sofia.[106]

Il 20 ottobre 1878 la sede dell'Amministrazione provvisoria russa fu trasferita da Plovdiv a Sofia, e il 3 aprile (22 marzo, secondo il Calendario giuliano) 1879, su suggerimento di Marin Drinov, l'Assemblea costituente elesse Sofia capitale del Principato di Bulgaria (il 4 aprile divenne la festa di Sofia). Di conseguenza, il numero dei residenti crebbe più rapidamente rispetto a quello delle altre città bulgare, principalmente a causa della migrazione interna.

La scelta di Sofia come capitale contribuì a trasformarla rapidamente in un grande e importante centro politico, amministrativo, economico, scientifico e culturale del Paese. I cambiamenti urbanistici iniziarono su larga scala subito dopo. Il centro della città cominciò a spostarsi dalla piazza vicino alla Moschea Banja Baši alla piazza intorno alla Cattedrale dello Santo Re (l'odierna Cattedrale di Santa Domenica), dove fin dall'antichità si incontravano ad angolo retto le quattro arterie stradali principali di Serdica-Sredets-Sofia. Si formarono ampi viali radiali e i piccoli vicoli tortuosi furono sostituiti da strade di quartiere parallele che si intersecavano ad angolo retto.

Il centro storico di Sofia coprì il territorio racchiuso tra i viali Slivnitsa, Vasil Levski, Patriarca Evtimij, Hristo Botev - in altre parole, il territorio della città dal periodo immediatamente successivo all'elezione di Sofia come capitale della Bulgaria nel 1879.[124] Il centro di rappresentanza della città si formò attorno al Palazzo del Principe (poi Palazzo Reale) e all'Assemblea Nazionale, e la zona divenne il centro non solo della vita politica, ma anche degli eventi culturali e pubblici. Nel 1907 nelle vicinanze fu inaugurato l'edificio del Teatro Nazionale Ivan Vazov costruito dagli architetti viennesi Ferdinand Fellner e Hermann Helmer. All'inizio del XX secolo il viale Zar Osvoboditel fu pavimentato con i famosi mattoni gialli, che collegavano il palazzo con la piazza dell'Assemblea Nazionale, e ci fu eretto il monumento dello zar russo Alessandro II (lo Zar Liberatore). Più avanti il viale raggiunse il nuovo quartiere degli insegnanti, dei politici, degli avvocati e degli ufficiali che cominciò a prendere forma alla fine del XIX secolo. Anche la prima espansione più seria della città andò in quella direzione: verso il letto del torrente Perlovska e il ponte delle Aquile.[125] Nel 1900 venne accesa la prima lampadina elettrica della città.[126]

Iniziò inoltre la concentrazione del capitale e lo sviluppo industriale, la costruzione di imprese nei settori dell'industria energetica, metalurgica, della produzione di birra e della segheria.[127] Nella maggior parte dei casi si trattava ancora di piccole fabbriche e officine. Verso la fine del secolo fu costruita la prima centrale idroelettrica sul fiume Iskăr sopra Pančarevo, che forniva elettricità alla città. Nel 1893 fu costruita la ferrovia Sofia-Pernik, e successivamente quella per Plovdiv e Varna.

Dopo la Guerra di Liberazione il principe Alessandro I Battenberg invitò gli architetti dell'Impero austro-ungarico a dare forma all'aspetto architettonico della nuova capitale.[128] Tra gli architetti invitati a lavorare in Bulgaria c'erano Friedrich Grünanger, Václav Kolář e Viktor Rumpelmayer, che progettarono gli edifici pubblici più importanti necessari al governo bulgaro appena ristabilito, nonché numerose case per l'élite del paese.[128] Successivamente contribuirono anche molti architetti bulgari formati all'estero. L'architettura del centro di Sofia è quindi una combinazione di Neobarocco, Neorococò, Neorinascimentale e Neoclassicismo, con la Secessione viennese che in seguito avrebbe giocato un ruolo importante, ma è tipicamente mitteleuropea.

La Cattedrale di Santa Domenica dopo l'attentato d'aprile del 1925.

Nella seconda guerra balcanica la Bulgaria combatté da sola praticamente tutti i paesi confinanti. Quando l'esercito rumeno entrò a Vraždebna nel 1913, allora un villaggio a 11 km da Sofia, ed ora un sobborgo,[129] ciò spinse il Regno di Bulgaria a capitolare. Durante la guerra Sofia fu sorvolata dal Corpo aereo rumeno, che si impegnò in operazioni di fotoricognizione e lanciò opuscoli di propaganda in città. Sofia divenne così la prima capitale al mondo ad essere sorvolata da aerei nemici.[130]

Il giovedì santo, 16 aprile 1925, la Cattedrale di Santa Domenica fu il luogo del famoso attentato, opera dei militanti del Partito Comunista Bulgaro che fecero esplodere il tetto della cattedrale, in occasione del funerale del generale Konstantin Georgiev, ucciso in un precedente attentato di matrice comunista il 14 aprile. Furono uccise 163 persone, soprattutto esponenti dell'élite politica e militare del paese, e circa 240 persone rimasero ferite.[131]

Nel 1938 fu adottato il piano urbanistico (il "Piano Musmann") del professor Adolf Muesmann che prevedeva lo sviluppo della città al raggiungimento di 600.000 abitanti.[132][133]

Durante la seconda guerra mondiale, all'inizio della quale la Bulgaria dichiarò guerra alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti, le forze aeree britanniche e americane effettuarono brutali bombardamenti di Sofia.[134] Furono colpiti soprattutto edifici civili, come il Teatro Nazionale (gravemente colpito), la chiesa di Santo Spas dell'XI secolo (distrutta nel 1944), la Biblioteca Comunale (completamente distrutta il 30 marzo 1944 con la perdita di 40.000 volumi), la Cattedrale cattolica di San Giuseppe (completamente distrutta il 30 marzo 1944), e l'Accademia Teologica (gravemente colpita, bruciò la cupola del tempio incorporato). Migliaia di edifici residenziali furono fatti saltare in aria e bruciati, il centro cittadino fu distrutto. Il numero degli edifici danneggiati nei bombardamenti del 1943-1944 fu 12.564 (di cui 2.670 completamente distrutti).[135] Tra gli edifici storici distrutti vi furono diverse scuole e alberghi, la Tipografia di Stato, il Tribunale Regionale, i Piccoli Bagni e la Biblioteca Nazionale. Questi non furono riportati al loro aspetto originario. Il Teatro nazionale bulgaro, la Banca agricola bulgara, la Facoltà teologica dell'Università di Sofia, il Museo di storia naturale, l'Accademia bulgara delle scienze e altri edifici furono danneggiati ma successivamente ricostruiti. Sofia fu evacuata: ospedali,[136] farmacie,[137] uffici statali e comunali, scuole, studi di architettura, imprese di costruzione, ecc. trovarono rifugio nelle città e nei villaggi vicini e lontani durante gli ultimi due anni di guerra. Gli uomini furono mobilitati al fronte nella successiva guerra contro la Germania nazista. Le persone cominciarono a tornare nella capitale solo dopo il 9 maggio 1945, nella seconda metà del 1945.

Durante il Regime comunista

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Il complesso del Largo

Nel 1945 il Fronte della Patria prese il potere. Fu approvato un nuovo piano urbanistico generale della capitale, il cosiddetto Piano "Neikov".[139] Lo stile architettonico fu sostanzialmente modificato. Nel centro emersero edifici pubblici del Classicismo socialista, in particolare lo spazioso complesso governativo attorno al Largo, lo stadio nazionale Vasil Levski, la Biblioteca nazionale dei Santi Cirillo e Metodio e altri. Man mano che la città cresceva verso l'esterno, gli allora nuovi quartieri furono dominati da numerosi case a torre di cemento, condomini prefabbricati con pannelli ed esempi di architettura brutalista.

La piazza di Santa Domenica (pl. Sveta Nedelja)

Dopo il referendum del 1946 la Bulgaria fu proclamata repubblica popolare e fu istituito un fronte patriotico, cambiando significativamente l'aspetto della capitale. Il numero degli abitanti cominciò a crescere rapidamente, principalmente a causa della centralizzazione e della collettivizzazione. All'industria pesante e all'industrializzazione venne data maggiore importanza, mentre continuavano l'urbanistica e la costruzione di abitazioni. Il 1946, come anche l'inizio del 1947, furono dedicati ai difficili negoziati per il Trattato di pace di Parigi.[140] Nei successivi 4-5 anni lo Stato e la sua capitale furono ricostruiti secondo il modello e i dettami sovietici, che all'epoca praticamente paralizzavano ogni iniziativa statale, municipale e privata.[141][142][143]

Sofia nel 1966

Nel 1958 fu messo in funzione lo stabilimento metalurgico di Kremikovci chiuso nel 2009. La rete stradale e i trasporti urbani vennero ampliati e rinnovati. Tuttavia, negli anni '70, gli architetti riuscirono a contrastare i precedenti piani di sgombero del centro cittadino per una nuova costruzione socialista, secondo i quali i vecchi edifici sarebbero dovuti essere demoliti.[139] Così furono salvati dalla distruzione l'ex Palazzo reale, il Club militare, il palazzo dell'Accademia delle Scienze e altri palazzi vicino al Mercato coperto centrale, al Mercato delle donne, al Ponte dei Leoni, lungo le vie di "Pirotska" e "Esarca Josif".[139]

il Palazzo Nazionale della Cultura (NDK), erretto nel 1978 - 1981.

Nella seconda metà del XX secolo molti dei villaggi vicini, che fino ad allora erano indipendenti, furono annessi a Sofia - Birimirci e Obradovci nel 1955, Knjaževo nel 1958, Bojana, Vraždebna, Vrabnica, Gorna Banja, Dragalevci, Darvenica, Ilianci, Malaševci, Obelja, Orlandovci, Simeonovo e Slatina nel 1961, Suhodol, Trebič e Filipovci nel 1971, Botunec, Gorubliane, Kremikovci, Seslavci e Čelopečene nel 1978.[144]

Le strade tangenziali o distrettuali, i viali e le strade di Sofia nei periodi iniziali della costruzione della città furono i viali "Slivnica", "Ferdinand" (l'odierno "Vasil Levski"), "Patriarca Evtimij", "Hristo Botev",[124] la parte settentrionale di "Principessa Maria Louisa", "Generale Nikolaj Stoletov", "Danail Nikolaev" nel nord-est, "Evlogij e Hristo Georgievi" nell'est e nel sud-est, "Penčo Slaveikov" nel sud, "Ing. Ivan Ivanov" e "Konstantin Veličkov" a ovest, e molti di loro avevano anche quella denominazione (ad esempio il viale 'Okrăžen', cioè Circonvallazione). La maggior parte di quei viali delimitarono i confini dell'odierno centro cittadino. Negli ultimi periodi del XX secolo i viali Vardar, Goce Delčev, Nikola Vapcarov e Pejo Javorov svolsero il ruolo di tangenziali.[145]

La trasformazione della Bulgaria nella Repubblica popolare di Bulgaria nel 1946 e nella Repubblica di Bulgaria nel 1990 segnò i cambiamenti significativi nell'aspetto della città. La popolazione di Sofia si espanse rapidamente a causa della migrazione dalle regioni rurali. Nuove zone residenziali furono costruite alla periferia della città, come Družba, Mladost e Ljulin.

Storia contemporanea

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Dopo la caduta del comunismo nel 1989 ci fu un periodo di crescita nell’edilizia privata. Furono costruiti nuovi edifici moderni, molti dei quali con la partecipazione di investitori stranieri. Sofia vide la costruzione di interi quartieri e quartieri degli affari, così come di moderni edifici per uffici con facciate in vetro simili a grattacieli, ma anche di quartieri residenziali di alto livello. Il Mausoleo di Georgi Dimitrov, dove il corpo di Dimitrov fu conservato in modo simile al mausoleo di Lenin, fu demolito nel 1999. Durante il regime comunista alcune delle strade e le piazze più iconiche della città furono ribattezzate per ragioni ideologiche e dopo il 1989 la maggior parte dei nomi precedenti furono ripristinati.[146] La fine della vecchia amministrazione e del sistema centralmente pianificato però, aprì la strada anche a un’edilizia caotica e sfrenata, che continua ancora oggi.

All'inizio del 1998 furono inaugurate le prime stazioni della metropolitana di Sofia.[147]

Nel 2015 fu completato l'edificio del Capital Fort Business Centre, situato all'ingresso di Sofia dal corso Tsarigradsko sciosse, diventando l'edificio più alto della Bulgaria, sostituendo l'Hotel Rodina, costruito 25 anni prima. È in costruzione l'edificio Sky Fort, che dovrebbe diventare, secondo il progetto, l'edificio più alto della Bulgaria con i suoi 202 m.[148]

Cronologia storica di Sofia

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Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Particolare della Cattedrale dedicata ad Aleksandr Nevskij, Sofia
  • La cattedrale di Aleksandr Nevskij (in bulgaro Храм-паметник „Свети Александър Невски“?) è una cattedrale ortodossa della Bulgaria. Costruita in stile neobizantino, è la più grande di Sofia e la seconda più grande dell'intera Penisola balcanica, preceduta soltanto dal Tempio di San Sava di Belgrado. Costruita in memoria dei 200.000 soldati russi caduti nella guerra russo-turca, fu progettata dall'architetto russo Aleksandr Pomerancev, con l'aiuto dei russi Aleksandr Smirnov e Aleksandr Jakovlev, che iniziarono con il progetto base del 1884-1885 di Ivan Bogomolov. La cattedrale è alta 45 m; con il campanile, che contiene 12 campane, misura 50,52 m. Occupa un'area di 3170 m² e può contenere al suo interno più di 5.000 persone. L'interno è in stile italiano, decorato con alabastro e molti altri materiali pregiati. La costruzione della cattedrale iniziò nel 1882 (anche se i progetti finirono nel 1880), ma i lavori s'interruppero improvvisamente. Ricominciò poi nel 1904 e finì nel 1912. La dedica originale della cattedrale era in onore dei santi Cirillo e Metodio; tale nome le rimase tra il 1916 e il 1920; il nome che ha oggi le fu dato nel 1924. Alla costruzione della cattedrale presero parte artisti di sei diverse nazionalità: bulgari, russi, tedeschi, austriaci, cechi e italiani - specialisti, architetti, artisti e scalpellini. Dopo il completamento della chiesa nel 1912, 32 artisti russi, 16 bulgari e 1 ceco lavorarono alla decorazione e alla pittura dell'interno della chiesa. Attualmente una parte della cattedrale è riservata al Museo di storia cristiana con icone provenienti da tutta la Bulgaria, che fa parte della Galleria Nazionale. Quest'ultima è la prima in Europa per grandezza che contenga icone bulgare. Al mercato delle pulci, nella piazza antistante la chiesa, si possono comprare icone dipinte a mano, quadri d'autore e cimelli storici.
la Cattedrale di Santa Domenica
La chiesa di San Giorgio
  • La chiesa di San Giorgio (in bulgaro Ротонда „Свети Георги“?) è una chiesa a pianta circolare di epoca paleocristiana. Costruita in laterizio rosso, è considerata il più antico edificio della capitale bulgara. Fu costruita nel IV secolo e venne decorata con affreschi nel X secolo e poi ancora nel XII secolo. Durante il periodo ottomano fu convertita in moschea. Oggi è un museo e si trova circondata dai resti dell'antica Serdica e da un albergo. Gli affreschi di 22 profeti, risalenti al XII-XIV secolo, ricoprono la cupola.
  • La moschea Banja Baši (in bulgaro Джамия „Баня Баши“?), costruita dal celebre architetto ottomano Sinān nel XVI secolo, è la principale testimonianza della dominazione turca sulla città.
  • La sinagoga di Sofia (in bulgaro Софийска синагога?), costruita nei 1909 su progetto del famoso architetto austriaco Friedrich Grünanger è la più grande sinagoga sefardita d'Europa.

A Sofia ci sono numerosi monumenti di epoche diverse.

Monumenti smantellati

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Il 17 giugno 2011 le statue della composizione scultorea sul lato ovest del monumento all'Armata russa furono dipinte come personaggi dei fumetti americani e della cultura pop. Da sinistra a destra: La Maschera, Joker, Wolverine, Babbo Natale, Superman, Ronald il Clown - il simbolo di McDonald's, Capitan America, Robin - il compagno di Batman, Wonder Woman. La bandiera era dipinta con i colori americani, e sotto il gruppo compositivo scultoreo c'era la scritta "Al passo con i tempi".

Alcuni monumenti costruiti durante il regime comunista, furono smantellati o distrutti dai governi postcomunisti:

  • il Monumento a Lenin, smantellato nel 1991. Eretto nel 1971, fu uno dei simboli della repubblica popolare e luogo di visita dei politici comunisti come il sovietico Leonid Il'ič Brežnev. Al giorno d'oggi al suo posto si trova la Statua di Santa Sofia, eretta nel 2000.
  • il Mausoleo di Georgi Dimitrov, chiuso nel 1990 e distrutto nel 1999, si trovava davanti all'ex Palazzo reale. Fu costruito nel 1949 per preservare il corpo imbalsamato del leader comunista Georgi Dimitrov. La costruzione iniziò subito dopo la sua morte e il mausoleo fu costruito nel tempo record di 6 giorni, durante i quali il corpo del leader fu trasportato dall'Unione Sovietica a Sofia.
  • il Monumento "1300 anni della Bulgaria" davanti al Palazzo Nazionale della Cultura, smantellato nel 2017. Fu eretto nel 1981 ed era dedicato al 1300° anniversario della fondazione dello Stato bulgaro.
  • il Monumento all'Armata russa, smantellato nel 2023-2024. Fu una composizione monumentale situata nel Giardino del Principe, nel centro della città, costruita nello stile del realismo socialista tra il 1952 e il 1954. Fu eretto in segno di gratitudine alle truppe sovietiche per la vittoria sul nazismo e sul fascismo. Era una piramide tronca alta 37 m. Su di essa era posta una composizione scultorea alta 8 m, composta dalle figure di un operaio bulgaro, di un soldato sovietico e di una madre con bambino, opera delle artiste bulgare Vaska Emanuilova e Mara Georgieva. Intorno al monumento c'erano più composizioni. Nella parte orientale si trovava la composizione "Ottobre 1917" del prof. Ljubomir Dalčev. La composizione "Il retrofront" di Petar Doičinov si trovava nella parte meridionale. "La grande guerra patriotica dell'Unione Sovietica" si trovava nella parte occidentale ed era opera dell'equipe di Vasil Zidarov.[166] Nel 1993 il Consiglio Comunale di Sofia decise di demolire il monumento. Tuttavia, il Cremlino e l’ambasciata russa in Bulgaria si opposero all'idea. Sul monumento c'era la targa con la scritta: "All'esercito sovietico, liberatore del riconoscente popolo bulgaro" che fu oggetto di molte critiche perché presentava l'esercito sovietico come il liberatore della Bulgaria. Secondo gli oppositori del monumento, l’Unione Sovietica in realtà aveva imposto con la forza il regime comunista repressivo nel paese dopo la seconda guerra mondiale.[167]

Monumenti esistenti

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  • Il Mausoleo del primo principe bulgaro Alessandro I Batenberg, eretto nel 1897, fu chiuso ai visitatori dal 1946 al 1991, per tutto il periodo del regime totalitario. Fu progettato dall'architetto svizzero Jacob Heinrich Meyer, con gli interni decorati dal famoso artista bulgaro Haralampi Tačev.
  • Il monumento a Vasil Levski: un altro monumento storico, divenuto uno dei simboli della città. Si trova nel centro della città, in una zona ad alto traffico. È realizzato in bronzo, con un bassorilievo della testa di Vasil Levski. Fu inaugurato il 22 ottobre 1895, ma la sua progettazione iniziò subito dopo la Liberazione nel 1878. La sua costruzione durò circa 17 anni a causa della mancanza di fondi, dell'incuria e anche del disinteresse da parte del governo di allora. Ciò provocò un'ondata di insoddisfazione tra gli intellettuali bulgari. In segno di protesta Konstantin Veličkov scrisse la poesia "Il Monumento a Levski a Sofia".[168] Il monumento è una colonna alta 13 m, realizzata in granito grigio secondo il progetto dell'ingegnere-architetto ceco Václav Kolář. La parte principale della colonna è opera dello scalpellino italiano Abramo Perucelli, le opere scultoree sono del ceco František Novák e il ritratto centrale in bassorilievo in bronzo di Levski fu realizzato da Rudolf von Weyr. Ogni anno al giorno della morte dell'eroe, il 19 febbraio, migliaia di bulgari accorrono portando dei fiori, e la sera ha luogo una cerimonia di stato con la partecipazione del Capo dello stato, del Patriarca bulgaro, del Primo ministro, del Sindaco di Sofia e della guardia militare.
  • Il monumento al Milite Ignoto fu eretto nel 1981 in occasione del 1300° anniversario dello Stato bulgaro. Esso è costituito da un "fuoco eterno", dalla terra dalla battaglia di Stara Zagora e dalla battaglia di Šipka - le battaglie più importanti della guerra russo-turca del 1877-1878, una statua di leone sdraiato e una tavola di pietra con un'iscrizione.
  • Il Monumento russo fu eretto nel 1882 su iniziativa russa e con fondi russi pari a 25.000 leva d'oro.[169] Fu il primo monumento costruito nella capitale del Principato di Bulgaria liberato dal dominio ottomano. Il progettista non è noto, ma si ipotizza che fosse l'architetto Vokar o l'accademico V. Yosifov Šervurd. Il monumento è un obelisco: una piramide quadrangolare con la sommità tronca sopra un basamento a tre gradini. Sul lato est dell'obelisco si trova un rilievo in marmo con lo stemma dello Stato russo e dell'Ordine militare russo al valore di San Giorgio (croce di San Giorgio).
  • Un altro monumento molto famoso nel centro della capitale è il Monumento allo Zar Liberatore, uno dei monumenti più impressionanti di Sofia. Fu eretto nel 1901-1903 in onore della Liberazione della Bulgaria nel 1878, come un'espressione di gratitudine del popolo bulgaro al popolo russo nella persona dell'imperatore Alessandro II e come simbolo della libertà bulgara. Il monumento è opera dello scultore fiorentino Arnaldo Zocchi. Si trova davanti all'Assemblea popolare.
  • La statua di Santa Sofia fu eretta in piazza Nezavisimost nel centro di Sofia nel 2000 come opera del famoso scultore bulgaro Georgi Čapkǎnov e dell'architetto bulgaro Stanislav Konstantinov. Poiché non era conforme ai canoni della Chiesa ortodossa bulgara, non fu mai benedetta o consacrata da un sacerdote ortodosso. In quel luogo nell'antichità si trovava la principale porta occidentale della città, attraverso la quale a Pasqua, 9 aprile 809, khan Krum probabilmente entrò nella città a lui ceduta dagli abitanti. Più tardi vi era la chiesa medievale di Santo Spas, che fu trasformata nel Risorgimento nella terza chiesa più grande della città; lì Kiro Geošev, uno dei 4 librai di Sofia, che diedero la loro vita per la liberazione della Bulgaria dal dominio ottomano, fu impiccato dai turchi il 15 novembre 1877. Durante il regime comunista nel luogo fu eretto il monumento al leader e ideologo comunista Vladimir Ilič Lenin, smantellato dal governo post-comunista nel 1991.
  • Il Monumento ai Santi Cirillo e Metodio davanti all'omonima Biblioteca Nazionale, eretto nel 1972 ed inaugurato nel 1975, è opera dello scultore bulgaro Vladimir Ginovski e dell'architetto bulgaro Ivan Ivančev. Viene considerato una delle migliori realizzazioni dell'arte monumentale bulgara. Ogni anno il 24 maggio - la festa nazionale dedicata alla scrittura e alla cultura slava, davanti al monumento si celebrano i festeggiamenti nella capitale.

Architetture civili

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  • L'Università di Sofia "St. Kliment Ohridski" è l'universitàa più grande e antica del Paese. Fu fondata il 1 ottobre 1888 come Corso Pedagogico Superiore. Il suo edificio centrale fu costruito grazie alla donazione dei fratelli Evlogi e Hristo Georgievi, le cui sculture adornano la facciata. Il progetto originale del 1906 fu dell'architetto francese Jean Bréasson. La costruzione cominciò nel 1924 sui piani originali relaborati dall'achitetto bulgaro Jordan Milanov, e fu completata nel 1934. Davanti alla facciata furono collocate le figure in bronzo dei fratelli Georgievi, opera dello scultore bulgaro Kiril Šivarov. La variegata decorazione dell'edificio fu opera dello scultore ucraino Mihailo Paraščuk e dei suoi colleghi bulgari Ljuben Dimitrov e Ljubomir Dalčev. Nel 1940 iniziò l'ampliamento del palazzo con l'aggiunta di due ali nuove, opera dell'architetto bulgaro Ljuben Konstantinov. La seconda guerra mondiale ritardò la costruzione. I lavori continuarono fino agli anni '50 e solo nel 1985 venne completata l'Ala Nord in cui completamento partecipo anche l'architetto bulgaro Spas Rangelov.
  • Il Club militare centrale è un edificio multifunzionale nel centro di Sofia. Si trova all'incrocio di 2 strade principali di Sofia: Via "Zar Osvoboditel" e Via "Georgi Rakovski". È tra le icone culturali di Sofia, ospita numerosi eventi come concerti, mostre, incontri, produzioni teatrali, cerimonie. La sua costruzione iniziò nel 1895 su progetto dell'architetto ceco Václav Kolář in stile neorinascimentale. Fu completamente completato dall'architetto bulgaro Nikola Lazarov nel 1907.
  • Bagni minerali centrali: è un edificio emblematico nel centro di Sofia ed un monumento culturale di importanza nazionale. Fu costruito nel 1913 secondo il progetto degli architetti bulgari Petko Momčilov e Jordan Milanov sul sito dei bagni turchi preesistenti. Fu costruito in stile Art Nouveau, ma anche con elementi ornamentali tipici bulgari, bizantini e ortodossi orientali, opera dell'artista bulgaro Haralampi Tačev. Fu inaugurato il 13 maggio 1913 ed era uno dei più moderni d'Europa. Oggi ospita il Museo di storia regionale di Sofia.
  • Il Ponte delle Aquile è un ponte ad arco che attraversa il torrente Perlovska nel centro della città. Costituisce un'intersezione a raso importante e trafficata nel centro della città. Si trova vicino allo Stadio nazionale Vasil Levski, ai Giardini del Principe ed al Giardino di Boris. Fu costruito nel 1889-1891 su progetto dei cechi Václav Kolář e Václav Prošek e dai costruttori Bogdan Prošek e Jiří Prošek.
  • Il Ponte dei Leoni è un'intersezione a raso e un ponte importante e trafficato nelle parti centrali della capital. Attraversa il torrente Vladaiska e si trova all'incrocio tra il viale Maria Luisa e il viale Slivnica, collegando la Stazione di Sofia Centrale e la stazione centrale degli autobus con il centro della città. Fu costruito nel 1889-1891 su progetto del ingegnere ceco Václav Prošek e dal costruttore ceco Jiří Prošek.
  • Il viale Vitoša, chiamato Vitoška, è la principale zona commerciale e l'arteria principale del centro di Sofia. Parte dalla piazza "Sveta Nedelya", attraversa il centro ideale di Sofia, si interseca con il viale a senso unico "Patriarch Evtimij", prosegue lungo il lato occidentale del parco del Palazzo Nazionale della Cultura, si interseca con corso "Bulgaria", passa per il il quartiere residenziale "Ivan Vazov" e termina al Parco Sud all'incrocio con via "Bjala Čerkva". È famosa per i suoi numerosi negozi, boutique e locali. Un suo tratto è pedonale.
  • Teatro Nazionale Ivan Vazov: la costruzione dell'edificio iniziò nel 1904 secondo il progetto degli architetti viennesi Ferdinand Fellner e Hermann Helmer. La disposizione pittoresca del soffitto e delle pareti dell'auditorium da 848 posti fu commissionata al famoso artista viennese Rudolf Fuchs. La prima rappresentazione ebbe luogo il 3 gennaio 1907.[170] Nel 1923 un incendio incenerì gran parte dell'edificio e negli anni successivi si rese necessaria una graduale ricostruzione. I bombardamenti del 1944 ne danneggiarono l'ala meridionale. L'ultima ricostruzione e ammodernamento risale agli anni '70.
  • Il Mercato delle donne (Ženski pazar) è il più grande mercato all'aperto di Sofia. Si trova nel centro della città vicino al Ponte dei Leoni.Divenne mercato ancora prima della liberazione dal dominio ottomano nel 1878.
  • Il Mercato Coperto Centrale di Sofia (Centralni sofijski hali) è un complesso commerciale nel centro di Sofia, situato in corso Maria Luisa, vicino all'incrocio con via Esarca Josif, uno uno dei complessi commerciali più antichi di Sofia. Fu costruito nel 1909-1911 dall'architetto bulgaro Naum Torbov in stile neorinascimentale, comprendendo anche elementi di architettura neobizantina e neobarocca. La facciata è famosa per il rilievo dello stemma di Sofia sopra l'ingresso principale, realizzato dall'artista bulgaro Haralampi Tačev. Fu notevolmente rimaneggiato dopo gli anni '50 e il complesso fu chiuso nel 1988 per essere ricostruito, ammodernato e riaperto nella Pasqua del 2000. Al 2024 ospita un supermercato di Kaufland.
  • Le varie ruine di Serdica
  • Parco Internazionale dei Bambini del Mondo, meglio conosciuto come "Le Campane": si trova a sud della tangenziale, ai piedi di Vitoša, vicino al Sofia Business Park, al complesso residenziale Mladost, al distretto di Simeonovo, e ai villaggi di Bistrica e Panšarevo. Fu inaugurato nel 1979 su idea di Ljudmila Živkova, figlia del leader comunista Todor Živkov, in occasione dell'ospitalità da parte della Bulgaria dell'Assemblea internazionale dei bambini "La bandiera della pace" sotto la tutela dell'UNESCO. Alla prima assemblea parteciparono bambini da 79 paesi e furono posizionate 68 campane diverse. Le assemblee si tennero ogni 3 anni. L'ultima 4a assemblea, nel 1989, raggiunse un record accogliendo partecipanti provenienti da 135 paesi. Poi il complesso decadde. Evgenija Živkova - la figlia di Ljudmila, lo fece restaurare nel 1999.

Cultura e istruzione

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Organizzazioni

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Sofia è il centro della cultura bulgara e qui hanno sede prestigiose istituzioni culturali straniere come l'Istituto italiano di cultura, il Goethe-Institut, l'Istituto Cervantes, l'Institut de France, il British Council e il Centro Culturale e d'Informazione russo, che spesso organizzano eventi per presentare gli artisti dei loro paesi e offrono corsi di lingua.

Teatri e teatri lirici

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Il Teatro nazionale Ivan Vazov

Il Teatro Nazionale 'Ivan Vazov' è il teatro più vecchio della capitale. La costruzione dell'edificio risale al 1904 secondo il progetto degli architetti viennesi Ferdinand Fellner e Hermann Helmer. La disposizione pittoresca del soffitto e delle pareti dell'auditorium da 848 posti fu commissionata al famoso artista viennese Rudolf Fuchs. La prima rappresentazione teatrale ebbe luogo il 3 gennaio 1907.[170] Nel 1923 un incendio incenerì gran parte dell'edificio e negli anni successivi si rese necessaria una graduale ricostruzione. I bombardamenti del 1944 ne danneggiarono l'ala meridionale. L'ultima ricostruzione e ammodernamento risale agli anni '70.

Il Teatro nazionale dell'opera e del balletto

Il teatro 'Sắlza i smjah' ("Lacrima e risata") è uno dei teatri più vecchi della capitale. La sua compagnia si formò nel 1882 e divenne l'iniziatore della fondazione del Teatro Nazionale. Dalla sua creazione ad oggi, sul sup palco sono state rappresentate centinaia di opere teatrali di classici bulgari e mondiali. Alcuni nomi - miti della regia e della recitazione bulgara, hanno iniziato da lì il loro percorso creativo.

l'Accademia nazionale delle arti teatrali e cinematografiche

Altri teatri famosi sono il Teatro 199, il Teatro dell'Esercito bulgaro, il Teatro statale satirico 'Aleko Konstantinov', il Piccolo teatro civile 'Zad kanala', il Teatro 'Vằzraẑdane', il Teatro 'Sofia', il Laboratorio teatrale 'Sfumato', il Teatro delle marionette di Sofia. A Sofia inoltre si trova l'Accademia Nazionale di Arti Teatrali e Cinematografiche 'Krăstjo Sarafov'.

Il Teatro nazionale dell'opera e del balletto divenne di proprietà statale nel 1922.[171] Il posto principale nel repertorio operistico è occupato da opere classiche di compositori russi, bulgari e italiani. L'edificio fu progettato nel 1921 dall'architetto bulgaro Lazar Paraškevanov, ma la sua costruzione iniziò solo nel 1947 e fu completata nel 1953.

"Nu Bojana Film Studios" è una compagnia cinematografica di Sofia. È il successore legale dello Studio cinematografico "Bojana" e di "Bojana Film". La sua attività principale è la produzione di film e videofilm, altre opere audiovisive e tutte le produzioni e servizi correlati. Ha girato più di 400 film e serie TV internazionali negli ultimi 16 anni, come "The Way Back", "Attacco al potere - Olympus Has Fallen", "Conan the Barbarian", "Black Dahlia", "Come ti ammazzo il bodyguard", "Come ti ammazzo il bodyguard 2", "Rambo: Last Blood", "Sulle ali della musica", "Escobar - Il fascino del male", "Mechanic: Resurrection", "Automata", "Undisputed 4 - Il ritorno di Boyka", "In the Name of the King 3 - L'ultima missione", "Undergound", "Survivor", "Command Performance", "I Spit on Your Grave 2", "300 - L'alba di un impero", "Day of the Dead, Hero Wanted, la serie di film "I mercenari", la serie televisiva Plebs" e molti altri, inclusi i film italiani "The Land of Dreams", "American Night", e le serie televisive "La vita promessa" e "Rodolfo Valentino - La leggenda".[172][173] Fino al 1989 la "Bojana Film" è stata la più grande casa di produzione della Penisola balcanica con 20 lungometraggi, 25 programmi televisivi e 50 film d'animazione all'anno.

Il 4 dicembre 1908 venne inaugurato a Sofia il primo cinema in Bulgaria l e il secondo in Europa: il Teatro moderno in corso Maria Luisa[174] Al 2024 dei vecchi saloni del cinema ne sono rimasti pochi: il cinema Vlajkova - il cinema più vecchio del Paese ancora aperto che non ha mai cambiato funzione dalla sua fondazione nel 1926,[175] e il cinema Odeon, fondato nel 1961 e con un proprio salone dal 1973.[176] Negli ultimi anni a Sofia sono stati inaugurati dei cinema multisala, come l'Arena (2000), il Cinema City (2006), che ha lo schermo IMAX più grande del Paese, e il Cine Grand (2014).[177]

Musei e gallerie d'arte

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il Museo nazionale di storia
la Chiesa di Bojana
il Museo nazionale di archeologia

La capitale bulgara ospita numerosi musei e gallerie d'arte. Molti di loro fanno parte della lista dei cento siti nazionali di interesse turistico.[178] (in corsivo sono indicati i musei che ne fanno parte).

il Museo etnografico nazionale e la Galleria nazionale d'arte
  • Il Museo nazionale di storia (in bulgaro Национален исторически музей (НИМ)?), in via Vitoško lale 16 nel quartiere di Bojana, è il museo più grande del Paese. Le sue collezioni, dedicate alla storia, all'etnografia ed all'archeologia della Bulgaria dall'antichità ai giorni nostri, comprendono oltre 650.000 artefatti.[179] Sito web
    • Il Museo nazionale della chiesa di Bojana (in bulgaro Национален музей „Боянска църква“?): chiesa bulgara medievale nel quartiere di Bojana, situata ai piedi del monte Vitoša. È uno dei simboli culturali della Bulgaria. Dal 1979 fa parte del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Dal 2003 è una filiale del Museo Nazionale di Storia. Sito web
  • Il Museo nazionale di archeologia (in bulgaro Национален археологически музей?), in via Sǎborna 2, è un museo archeologico che conserva una delle collezioni archeologiche più ricche della Penisola balcanica. È gestito dall'Accademia bulgara delle scienze. Possiede la più ricca collezione numismatica del Paese con oltre 300.000 monete. Sito web
  • Il Museo etnografico nazionale (in bulgaro Национален етнографски музей (НЕМ)?), nell'ex Palazzo reale, conserva gli oggetti legati al lavoro domestico e all'arredamento, all'agricoltura e all'allevamento di animali, tappeti e tessuti grezzi, sculture in legno e in ferro battuto, lavorazione del rame, ornamenti, costumi e accessori rituali, abiti tradizionali, ricami e piccoli tessuti. Sito web
  • La Galleria nazionale (in bulgaro Национална галерия?) è un istituto statale culturale e scientifico di importanza nazionale. Il suo complesso museale include:
Quadrato 500
    • La Galleria nazionale d'arte (in bulgaro Национална художествена галерия?), nell'ex Palazzo reale, conserva oltre 50.000 opere d'arte - dipinti, sculture e grafica di importanti esponenti dell'arte bulgara, di cui sono esposti oltre 3.000 opere, nonché icone, frammenti murali, stampe, manoscritti e artefatti liturgici. Siton web
    • Il Quadrato 500 (in bulgaro Квадрат 500?), ex Galleria nazionale di arte straniera, in piazza Alexandr Nevskij e in via 19 fevruari 1, conserva 1700 opere di artisti bulgari e stranieri (arte bulgara della metà del XIX secolo e del XX secolo, arte europea del XV-XX secolo, e artefatti dall'Asia, Africa e America. Sito web
    • Il Museo di storia christiana (in bulgaro Музей за християнско изкуство?), nella cripta della Cattedrale di Aleksandr Nevskij, espone le opere dell'arte cristiana nelle terre bulgare (IV - XIX sec.) ed ha una tra le più ricche collezioni di icone del mondo. Sito web
    • Il Museo d'arte socialista (in bulgaro Музей на изкуството от периода на социализма?), in via Lăčezar Stančev 7, conserva le opere dal periodo del regime comunista in Bulgaria (1944-1989). Sito web
    • L'Arsenale di Sofia - Museo di arte contemporanea (in bulgaro Софийски арсенал – Музей за съвременно изкуство (САМСИ)?), in corso Černi vrăh 2, è un museo d'arte contemporanea. Sito web
    • Le case museo dеi personaggi illustri della storia dell'arte e della cultura bulgara della prima metà del XX secolo. Le sculture di Ivan Lazarov e Andrej Nikolov e i dipinti di Nikola Tanev e Vera Nedkova sono esposti all'interno delle loro case, dove alcune delle loro opere furono concepite e realizzate:
      • Casa museo di Vera Nedkova (in bulgaro Къща музей „Вера Недкова”?), in via 11 avgust 2. Sito web
      • Casa museo di Nikola Tanev (in bulgaro Къща-музей „Никола Танев“?), in corso Evlogi e Hristo Georgievi 89. Sito web
      • Casa museo di Ivan Lazarov (in bulgaro Къща-музей „Иван Лазаров“?), in corso Vasil Levski 56. Sito web
      • Casa museo di Andrej Nikolov (in bulgaro Къща-музей „Андрей Николов“?), in via Ljuben Karavelov 15. Sito web
Museo di storia regionale di Sofia
  • Il Museo di storia regionale di Sofia comprende:
    • Il palazzo centrale del museo (in bulgaro Регионален исторически музей – София?), in corso Banski 1, ex Bagni centrali. La mostra permanente è presentata in otto sale e comprende reperti che coprono un periodo di oltre 8.000 anni - dal Neolitico agli anni '40 del XX secolo. Sono raggruppati per temi - ",L'eredità dell'antichità", "La fortezza", "Il legame dinastico con l'Europa occidentale", "Il gabinetto del palazzo", "Le strade di Sofia", "Le istituzioni statali e municipali", "La casa e l'abbigliamento dei sofiani", "La vita culturale e di intrattenimento". L'accento è posto su alcuni dei momenti più importanti della storia della città. Sito web
    • Il livello archeologico della basilica di Santa Sofia (Археологическо ниво на базиликата „Света София“), in via Pariž 2. Sito
    • I resti archeologici nello spazio cirsostante della Rotonda di San Giorgio. Sito web
    • l'Antico complesso culturale e comunicativo di Serdica (Античен културно-комуникационен комплекс „Сердика“), sotto la piazza Nezavisimost (area del Largo) dove sono visibili i resti di una delle due strade principali dell'antica Serdica, decumanus maximus, che collegava le porte orientale e occidentale della città, e sotto il corso Knjaginja Maria Luisa vicino alla stazione metropolitana di Serdica, dove su un'area di 6.000 m2 sono esposti tratti di sei strade, le ruine di due basiliche paleocristiane, terme e cinque edifici con funzioni residenziali e produttivo-commerciali; peculiarità del complesso è il mosaico Felix, conservato interamente in uno degli edifici; di grande importanza per la storia della città sono i resti di uno dei primi templi cristiani della regione: la Basilica episcopale di Protogene, dove probabilmente si tenne il Concilio di Sardica del 343, nonché la residenza dell'arcivescovo Leonzio dalla fine del VI secolo. Sito web
    • La Porta occidentale del Parco archeologico di Serdica, in via Knjaz Boris I 146. Sito web
    • La torre circolare dell'angolo nord-orientale del sistema di fortificazione di Serdica (Североизточна ъглова кула), in via Iskǎr 4. Sito web
    • La torre triangolare di Serdica (Триъгълна кула на Сердика), in corso Knjaginja Maria Luisa 16. Sito web
La tomba del principe Alessandro I Batemberg
    • L'Esposizione della riconciliazione nazionale (Експозиция за национално помирение), in corso Bulgaria 1. ll poligono di tiro si trova in un parco dietro l'Hotel Hilton. L'edificio fu costruito nel 1932 e utilizzato per l'addestramento militare al tiro. Lì era ospitato anche il presidio degli arresti. Nel periodo 1941-1944 lì furono eseguite 55 condanne a morte ai sensi della legge sulla protezione dello Stato. Tra le vittime fu il poeta Nikola Vapcarov. Nel 1958 fu proclamato monumento culturale di importanza nazionale. Sito web
    • La tomba del principe Alessandro I Batemberg (in bulgaro Гробница на княз Александър I Батемберг?), in corso Vasil Levski 81, costruita per il primo principe bulgaro dopo la Liberazione che rimase sul trono dal 1879 fino alla sua abdicazione nel 1886. Sito web
il Museo nazionale di storia militare
  • Il Museo Nazionale di Storia Militare (in bulgaro Национален военноисторически музей (НВИМ)?), in via Čerkovna 92, è un museo statale, che dalla sua creazione ad oggi è una struttura del Ministero della Difesa. Ricerca, preserva, elabora scientificamente e promuove i valori culturali legati alla storia militare nazionale ed europea. Sito web
    il Museo nazionale di storia naturale
il Museo nazionale La terra e gli uomini
Museo nazionale di antropologia
  • Il Museo nazionale di antropologia (in bulgaro Национален антропологически музей?), in corso Tsarigradsko šosse 73, ha molte immagini restaurate di persone che vissero nelle terre bulgare in diverse epoche storiche. Dispone anche di un ossario nazionale, dove vengono raccolti e conservati materiali antropologici rinvenuti durante gli scavi archeologici provenienti da tutto il Paese. Sito web
  • Il Museo Politecnico Nazionale (in bulgaro Национален политехнически музей (НПТМ)?), in via Opălčenska 66, conserva oltre 22.000 artefatti, distribuiti per collezioni: misurazione del tempo, trasporti, attrezzature fotografiche e cinematografiche, ottica, registrazione e riproduzione del suono, radio e televisione, apparecchiature informatiche, meccanismi musicali, strumenti geodetici, apparecchi di misurazione, elettrodomestici, macchine da cucire, macchine da scrivere, dispositivi fisici, apparecchiature di comunicazione. Sito web
  • Il Museo delle illusioni (in bulgaro Музей на илюзиите?), in corso Knjaginja Maria Luisa 16. Sito web
  • Il Museo nazionale di agricultura (in bulgaro Национален земеделски музей?), in via Suhodolska 30. Sito web
  • Il Museo nazionale di storia e di archeologia della Chiesa (in bulgaro Национален църковен историко-археологически музей (НЦИАМ)?) presso il Patriarcato bulgaro, in piazza Sveta Nedelja 19. Sito web
  • Museo del Ministero degli Interni (in bulgaro Музей на МВР?), in corso Lavele 30. Sito web
  • Museo della storia della fisica in Bulgaria (in bulgaro Музей по история на физиката в България?), in corso Tsarigradsko šosse 73. Sito web
  • Museo di Mineralogia, Petrologia e Minerali (in bulgaro Музей по Минералогия, петрология и полезни изкопаеми?) presso l'Università di Sofia, Ala Sud, piano 5. Sito web
  • Museo di Paleontologia e Geologia Storica (in bulgaro Музей по палеонтология и исторична геология?) presso l'Università di Sofia, Ala Nord, piano 5. Sito web
  • Casa museo di Pančo Vladigerov, in via Jakubica 10. Sito web
  • Il Museo Letterario Nazionale (Национален литературен музей) è un istituto culturale e scientifico statale del Ministero della Cultura con importanza nazionale nel campo della conservazione e della presentazione del patrimonio culturale. Nella sua struttura sono incluse le case museo dei classici della letteratura bulgara:

Istruzione e scienza

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La maggior parte delle istituzioni d'istruzione bulgare è concentrata nella capitale.

Al 2024 a Sofia ci sono 96 scuole materne (di cui 93 private) e 261 scuole elementari, medie e superiori (di cui 68 private) sotto il controllo del Ministero dell'istruzione e delle scienze,[180] e 7 scuole (tutte statali) sotto il controllo del Ministero della cultura.[181] Fra le scuole secondarie di secondo grado quelle più famose sono:[182][183]

  • licei scientifici: il Liceo di matematica di Sofia (СМГ „Паисий Хилендарски“), fondato nel 1971, il Liceo scientifico-matematico nazionale (НПМГ „Академик Любомир Чакалов“), fondato nel 1968, la Scuola tecnologica "Sistemi elettronici" presso l'Università tecnologica di Sofia (ТУЕС към ТУ-София), fondato nel 1988;
  • licei linguistici: il Primo liceo tedesco (91 НЕГ „Проф. Константин Гълъбов“), fondato nel 1960, il Secondo liceo tedesco (73 СУ „Владислав Граматик“), fondato nel 1968, il Primo liceo inglese (114 АЕГ „Лиляна Димитрова“), fondato nel 1958, il Secondo liceo inglese (II АЕГ „Томас Джеферсън“), fondato nel 1991, il Liceo francese (9 ФЕГ „Алфонс дьо Ламартин“), fondato nel 1961, il Liceo spagnolo (164 ГПИЕ „Мигел де Сервантес“), fondato nel 1960, il Liceo italiano (НУКК), fondato nel 1976, il Colleggio americano a Sofia (American College of Sofia), fondato nel 1860 e riaperto nel 1992, il Liceo nazionale di lingue e culture antiche (НГДЕК „Св. Константин-Кирил Философ“), fondato nel 1977, la 32a scuola media "San Clemente d'Ocrida" con studio intensivo di lingue straniere (32 СУИЧЕ „Св. Климент Охридски“), fondata nel 1896, la 22a Scuola secondaria di lingue "G. S. Rakovski " (22 СУ „Георги Стойков Раковски“), fondata ne 1903;
  • scuole professionali: Il Liceo nazionale commerciale e bancario (НТБГ), fondato nel 1913, il Liceo nazionale finanziario e commerciale (НФСГ), fondato nel 1930, la Scuola Superiore Professionale di Design "Elisaveta Vazova" (ПГ по дизайн "Елисавета Вазова"), fondata nel 1964;
  • licei artistici: la Scuola Nazionale di Musica "Lyubomir Pipkov" (Националното музикално училище „Любомир Пипков“), fondata nel 1905, il Liceo artistico (Национално училище за изящни изкуства „Илия Петров“), fondato nel 1951;
  • misti: 51а la Scuola media "Elisaveta Bagriana" (51 СУ „Елисавета Багряна“), fondato nel 1961 (come scuola primaria) e nel 1991, la 7a Scuola media "i Sette santi" (7. СУ "Св. Седмочисленици"), fondata nel 1879.

Al 2024 Sofia ospita 21 delle 52 università accreditate in Bulgaria, di cui 17 statali e 4 private:[184]

  • Università di Sofia "San Clemente di Ocrida" (СУ „Св. Климент Охридски“), statale, la più antica università bulgara; fondata nel 1888;
  • Università di Medicina - Sofia (Медицински университет – София), statale, la più antica università di medicina in Bulgaria; fondata nel 1917;
  • Università Tecnica - Sofia (Технически университет – София), statale, la più grande università tecnica della Bulgaria; fondata nel 1945;
  • Nuova Università Bulgara (Нов български университет), la prima università privata in Bulgaria; fondata nel 1991;
  • Università di Economia Nazionale e Mondiale (УНСС), statale, fondata nel 1920, la più grande e antica università di Economia in Bulgaria e nell'Penisola balcanica;
  • Università di Architettura, Costruzioni e Geodesia (УАСГ), statale, fondata nel 1942, la più grande università tecnica nel campo dell'edilizia in Bulgaria;
  • Accademia Nazionale delle Arti Teatrali e Cinematografiche "Krǎstjo Sarafov" (НАТФИЗ „Кръстьо Сарафов“), statale; fondata nel 1948;
  • Accademia Nazionale di Belle Arti (Национална художествена академия, НХА), statale; fondata nel 1896. La più antica università bulgara per la formazione di artisti professionisti nel campo delle belle arti e delle arti applicate;
  • Colleggio teatrale "Ljuben Greus" (Театрален колеж „Любен Гройс“), privato, fondato nel 1991;
  • Accademia Nazionale di Musica "Prof. Pančo Vladigerov" (НМА „Проф. Панчо Владигеров“), statale, fondata nel 1921;
  • Università forestale (Лесотехнически университет), statale; fondata nel 1953. l'unica università in Bulgaria che forma specialisti in silvicoltura, tecnologia del legno e produzione di mobili, progettazione ingegneristica di mobili e architettura del paesaggio;
  • Università delle Miniere e della Geologia "St. Ivan Rilski" (МГУ „Св. Иван Рилски“), statale, fondata nel 1953. Prepara ingegneri nelle specialità geologiche, minerarie, informatiche ed elettromeccaniche;
  • Università di Tecnologia Chimica e Metallurgica (ХТМУ), statale, fondata nel 1953;
  • Università di biblioteconomia e tecnologie dell'informazione (Уни БИТ), statale, fondata nel 1950;
  • Colleggio di management, commercio e marketing (Колеж по мениджмънт, търговия и маркетинг), detto anche Colleggio danese (Датски колеж), privato; fondato nel 1993;
  • Scuola di studi superiore dei trasporti "Todor Kableškov" (ВТУ „Тодор Каблешков“), statale; fondata nel 1922;
  • Scuola di studi superiore di assicurazioni e finanza (Висше училище по застраховане и финанси), privata; fondata nel 2002;
  • Scuola di studi superiore di telecomunicazioni e poste (Висше училище по телекомуникации и пощи), statale; fondata nel 1923;
  • Scuola di studi superiore di costruzione "Ljuben Karavelov" di Sofia (ВСУ „Любен Каравелов“), statale; fondata nel 1938 per le esigenze delle ex Forze di costruzione;
  • Accademia militare "G. S. Rakovski" (Военна академия „Георги Стойков Раковски“), statale, la prima scuola militare superiore in Bulgaria; fondata nel 1912;
  • Accademia del Ministero degli Interni (Академия на МВР), statale; fondata nel 1925 per la formazione dei dipendenti pubblici per le esigenze del Ministero;
  • Accademia nazionale di sport "Vasil Levski" (НСА „Васил Левски“), statale, fondata nel 1942.
Il Palazzo dell'Accademia bulgara delle scienze, costruito dall'architetto svizzero Jacob Heinrich Meyer nel 1892, e successivamente apliato nel 1907 e 1926 (in questa ultima ocassione dagli architetti bulgari Jordan Jordanov e Sava Ovčarov).

A Sofia inoltre si trovano:

A Sofia si trovano i cinque supercomputer bulgari: tre di essi sono utilizzati dall'Accademia bulgara delle scienze, uno dal Sofia Tech Park e uno dalla Facoltà di Fisica dell'Università di Sofia.[185]

Evoluzione demografica

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Anno Popolazione[186]
1870 19.000
1880 20.501
1887 30.456
1892 46.628
1900 67.953
1905 82.621
1910 102.812
1920 154.025
1926 213.002
1934 287.095
1939 401.000
1946 435.000
1956 639.900
1965 802.400
1975 965.700
1985 1.121.800
1992 1.114.900
2001 1.091.772
2011 1.202.761[187]
2016 1.304.772[188]
2019 1.350.904[189]
2022 1.221.785[3]

La popolazione di Sofia nel tempo
(il numero è indicato in migliaia)

Al giorno d'oggi Sofia è la città più popolata della Bulgaria. Nel 1870 gli abitanti furono circa 19.000, di cui ne rimasero solo 11.684 dopo la guerra russo-turca.[190] Secondo il primo censimento ufficiale della popolazione del 1880, la popolazione di Sofia era di 20.501 persone.[191][192] A quel tempo Sofia era etnicamente divisa come segue: 56% bulgari, 30% ebrei, 7% turchi e 6% zingari.[193] Il 60% dei residenti della città erano uomini di cui 60% celibi.[194] Nel 1880 Konstantin Jireček notò che Sofia aveva 20 quartieri con circa 5000 case.

Alcuni anni dopo la Liberazione la città iniziò a crescere gradualmente con persone provenienti da tutta la Bulgaria, ma principalmente dalle zone di Radomir, Trắn, Breznik, Samokov, Orkhani e Tsaribrod. Dal 1900 al 1946 la popolazione della città conobbe il suo maggiore aumento, da circa 68.000 a 435.000 persone.

Secondo i dati del censimento del 2001, nel Distretto di Sofia vivevano 1.177.577 persone, di cui 559.229 uomini (47,5%) e 618.348 donne (52,5%), ovvero 1.106 donne ogni 1.000 uomini. Nella città di Sofia vivevano 1.094.410 persone, con 518.149 uomini e 576.261 donne. Il quartiere più grande era Ljulin con 120.117 abitanti, seguito da Mladost con 110.877 abitanti, Podujane con 75.312 abitanti e Krasno Selo con 72.773 residenti. La maggior parte erano di Sofia, di età compresa tra 18 e 64 anni (790.180 persone), seguiti dai residenti fino a 18 anni (201.202) e da quelli over 65 (183.049). L'età media era di 38,3 anni.[195] La densità di popolazione alla fine del 2000 era di 909,1 ab./km². Secondo alcune pubblicazioni giornalistiche, il numero reale della popolazione residente nella capitale avrebbe superato 2 milioni di persone.[196] Secondo le dichiarazioni ufficiali, ogni anno tra le 25.000 e le 45.000 persone della provincia si sarebbero stabilite permanentemente a Sofia.[197] Ciò avrebbe causato molti problemi alla città: sovrappopolazione, aumento del numero di automobili, congestione stradale, inquinamento, crisi abitativa, mancanza di parcheggi e altri.

Il tasso di natalità per 1.000 abitanti era di 7,9 e fino al 2001 fu in continuo calo. Il tasso di mortalità è di 12,2 ogni 1.000 persone ed è in aumento. Sulla base di questi dati, il calo annuo della popolazione sarebbe del 4,3 per mille. Infatti, a causa dell'afflusso di gente dalle campagne, la popolazione di Sofia sarebbe in aumento. Il tasso di mortalità infantile è di 11 bambini ogni 1.000 nati vivi. Nel 1980 era di 18,9 per mille. Dal 2001 il tasso di natalità a Sofia è in continuo aumento, raggiungendo il 13 per mille. In soli 10 anni il numero dei bambini nati è raddoppiato. Ciò ha creato un problema con gli asili nido, il cui numero si è dimezzato a causa del calo a lungo termine del tasso di natalità a partire dal 1989.

Secondo il censimento del 2011, la popolazione di Sofia era composta dai seguenti gruppi etnici: 1.136.000 bulgari (96%); 18.300 zingari (1,5%) e 6.500 turchi (0,6%).[198] Circa 17.000 persone avevano indicato un altro gruppo etnico o non si erano identificate con nessuno. Nessuna differenza fu riscontrata nelle percentuali dei tre principali gruppi etnici nella capitale rispetto al censimento del 2001; numericamente, l'unica grande differenza era visibile nella popolazione bulgara, aumentata di 12.000 persone. Il censimento del 2001 elencò anche alcuni gruppi etnici più piccoli, tra cui 3.100 russi, 1.700 armeni e 1.200 greci.

Al 15 marzo 2016, 1.441.918 persone erano domiciliate nel comune di Sofia, di cui 1.304.772 nella città di Sofia.[199]

Nel 2020, invece, la popolazione della capitale diminuì dell'1,53%, ovvero di 20.378 persone, raggiungendo una popolazione di 1.308.412 persone. Ciò non accadeva dal 2001, quando la popolazione di Sofia era diminuita per l’ultima volta.

Secondo i dati della Direzione generale "Registrazione civile e servizio amministrativo", al 15 giugno 2024, 1.281.040 persone erano domiciliate e 1.404.116 persone avevano residenza a Sofia.

Luoghi di culto

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Sofia è centro della tolleranza religiosa. Su una piazza di alcuni m2 si trovano i luoghi di culto di alcune delle religioni monoteiste più diffuse al mondo – la Chiesa di Santa Domenica (chiesa ortodossa), la Concattedrale di San Giuseppe (Cattolicesimo), la Moschea Banja Baši (Islam) e la Sinagoga di Sofia (Giudaismo).[200][201]

Nella diocesi di Sofia sono attivi 200 chiese e cappelle ortodosse e oltre a 40 monasteri costruiti dal IV secolo fino ad oggi. Il luogo di culto più grande di Sofia e in tutto il Paese è la Cattedrale di Alexandr Nevskij, uno dei simboli della città e un bene culturale di fama nazionale. La Rotonda di San Giorgio e la Basilica di Santa Sofia, costruiti rispettivamente nel IV e nel VI secolo, fanno parte dei luoghi di culto più antichi della città. Nella chiesa di Bojana si trovano degli affreschi del XIII secolo che dal 1979 fanno parte della Lista del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.[202]

Istituzioni pubbliche

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Il "Triangolo del Potere". L'ex Palazzo del Partito communista (in fondo) è uno dei tre edifici che formano il "Largo".

A Sofia sono concentrati tutti gli organi del potere del Paese; legislativo (l'Assemblea nazionale), esecutivo (Consiglio dei ministri) e giudiziario (la Corte suprema di cassazione e la Corte costituzionale). Vi hanno sede inoltre la Banca nazionale bulgara e la delegazione della Commissione europea. La Presidenza della Repubblica, così come il Consiglio dei Ministri, sono situati in piazza Indipendenza, popolarmente conosciuta come Largo o il Triangolo del Potere[203]. Uno dei tre edifici che si affacciano sulla piazza, durante la Guerra Fredda ospitava il quartier generale del Partito comunista bulgaro, e dovrebbe diventare la nuova sede del Parlamento bulgaro. Il vecchio edificio dell'Assemblea parlamentare sarà adibito a museo o utilizzato solo in occasione di cerimonie[204].

Ci sono inoltre altre istituzioni nazionali (l'Istituto statistico nazionale, l'Amministrazione centrale della viabilità e altre), varie istituzioni economiche (la Camera di commercio bulgara) ed altri organi, il cui compito principale è l'attuazione del processo di riforma del Paese (l'Agenzia per la privatizzazione, Agenzia per la privatizzazione di massa, l'Agenzia per gli investimenti stranieri).
A Sofia si trovano le sedi della maggior parte delle banche locali e internazionali del Paese, le sedi di molte organizzazioni non governative, fondazioni ecc. Qui si trovano il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara, il Gran Muftiato dei musulmani in Bulgaria, il Rabbinato Capo della denominazione israelita, così come altre denominazioni ufficialmente registrate. Nella capitale si trovano le sedi centrali di quasi tutti i partiti politici del paese, delle principali organizzazioni sindacali, ecc.

Geografia antropica

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Suddivisione amministrativa

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La città di Sofia è il capoluogo delle seguenti suddivisioni amministrative:

Da non confondere:

  • Da un punto di vista prettamente territoriale non vi è alcuna differenza tra il Comune di Sofia e il Distretto della capitale Sofia; "Sofia-città" (in bulgaro София-град?, Sofia-grad) è sinonimo del territorio coperto da queste due unità amministrative.
  • Inoltre, in bulgaro София-област?, Sofia-oblast, "Sofia-distretto", vale a dire il Distretto di Sofia, non è in bulgaro област София?, oblast Sofia, "distretto di Sofia", vale a dire il Distretto della capitale Sofia.
  • Il Distretto della capitale Sofia è spesso – erroneamente e per inerzia della terminologia amministrativa in vigore nel Paese fino al 1987 – anche chiamato in bulgaro София-окръг?, Sofia-okrăg, "Sofia-circoscrizione". Allo stesso tempo, la città di Sofia è solo una delle quattro città (e 34 villaggi) situate nel territorio del Distretto della capitale Sofia. Da un punto di vista prettamente territoriale, la città di Sofia copre meno del 20% del territorio totale del Distretto della capitale Sofia.
Aree del Comune di Sofia
solo parti di Sofia sia parti di Sofia che parti di altri comuni solo parti di altri comuni Mappa

1. Sredec (Средец)
2. Krasno Selo (Красно село)
3. Văzraždane (Възраждане)
4. Oborište (Оборище)
5. Serdica (Сердика)
6. Podujane (Подуяне)
7. Slatina (Слатина)
8. Izgrev (Изгрев)
9. Losenec (Лозенец)
10. Triadica (Триадица)
11. Krasna Poljana (Красна поляна)
12. Ilinden (Илинден)
13. Nadežda (Надежда)
15. Mladost (Младост)
16. Studentski (Студентски)
19. Ljulin (Люлин)

14. Iskăr (Искър) (Busmanci)
17. Vitoša (Витоша) (Vladaja, Mărčaevo)
18. Ovča kupel (Овча купел) (Malo Bučino)
20. Vrăbnica (Връбница) (Volujak, Mramor)
22. Kremikovci (Кремиковци) (Buhovo, Željava, Jana, Gorni Borgov, Dolni Borgov)

21. Novi Iskăr (Нови Искър) (Novi Iskăr, Mirovjane, Kătina, Dobroslavci, Žiten, Balša, Podgumer, Vojnegovci, Lokorsko, Kubratovo, Svetovračene, Negovan, Čepinci)
23. Pančarevo (Pančarevo, German, Bistrica, Kokaljane, Lozen, Krivina, Kazičene, Železnica, Plana, Dolni Pasarel)
24. Bankja (Bankja, Ivanjane, Klisura)

Райони на София

Amministrazione

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Il Comune di Sofia viene amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale, eletti ogni 4 anni. L'ex sindaco di Sofia, Stefan Sofijanski, ricoprì questa funzione dal 19 novembre 1995 e ebbe il terzo mandato alle elezioni locali del 2003. Alle elezioni parlamentari del 2005 venne eletto come deputato. Nelle seguenti elezioni del mese di ottobre e nel ballottaggio del 5 novembre 2005 venne eletto sindaco Bojko Borisov. Dal 23 novembre 2009 il sindaco di Sofia fu Jordanka Fandăkova, la prima donna a ricoprire la carica di sindaco della capitale[205]. Il 6 novembre 2023 dopo quattordici anni di governo del GERB, venne eletto sindaco Vasil Terziev, figlio di un ex funzionario della Polizia segreta bulgara durante l'epoca comunista, milionario ed esponente della coalizione locale di stampo liberale tra il Continuiamo il Cambiamento, la Bulgaria Democratica e il movimento locale Spasi Sofia (Salva Sofia).[206]

Nei decenni successivi alla fine del regime comunista totalitario i partiti della destra hanno avuto una grande influenza in città: inizialmente l’Unione delle Forze Democratiche e i suoi partiti scissionisti, poi il GERB, che domina anche il governo municipale. Rappresentanti della destra furono tutti i sindaci di Sofia dopo il 1990: Alexandăr Karakačanov (1990 – 1991), Alexandăr Jančulev (1991 – 1995), Stefan Sofijanski (1995 – 2005), Bojko Borisov (2005 – 2009), Jordanka Fandăkova (2009 – 2023) e Vasil Terziev (dal 2023).

Il governatore regionale del Distretto della capitale di Sofia, il cui territorio coincide con quello del Comune di Sofia, è nominato direttamente dal Consiglio dei Ministri, e i vice governatori regionali - dal Primo Ministro; il governatore regionale ha il diritto di rinviare legalmente le decisioni del Consiglio municipale metropolitano.

Il Consiglio municipale metropolitano (in bulgaro Столичен общински съвет?, Stoličen obštinski săvet) ha poteri su tutto il Comune di Sofia, la cui parte principale è la città di Sofia; i consiglieri comunali sono eletti dai residenti del comune durante le elezioni locali; il Consiglio municipale metropolitano determina i bilanci del Comune di Sofia e delle singoli aree di Sofia.

Il sindaco del Comune di Sofia ha poteri sull'intero comune ed è sindaco non solo della città di Sofia, ma anche di un totale di trentotto insediamenti all'interno dei suoi confini; il sindaco di Sofia viene eletto dai residenti del Comune di Sofia durante le elezioni locali.

Il comune di Sofia è diviso in 24 aree, 22 delle quali comprendono parti della città. Il sindaco di un'area di Sofia ha poteri sul territorio della sua area, compresi i villaggi e le città situati nel suo territorio; il sindaco di una determinata area è eletto direttamente dalla popolazione della rispettiva area. Lui ha l'autorità di ripartire il bilancio della sua area.

Tre insediamenti nella città di Sofia non hanno un proprio sindaco, vale a dire: la città di Novi Iskǎr, la città di Bankja e il villaggio di Pančarevo. Questo perché sono centri amministrativi delle aree con lo stesso nome, rispettivamente il sindaco della area è direttamente responsabile dell'insediamento corrispondente. La città di Buhovo è l'unica città nel comune di Sofia, il cui sindaco è subordinato a un sindaco di un'area amministrativa (vale a dire, il sindaco dell'area di Kremikovci; il centro amministrativo dell'area di Kremikovtsi è il quartiere di Kremikovtsi a Sofia).

Diversi quartieri di Sofia hanno un’amministrazione aggiuntiva – simile, ma senza tutti i poteri, a quelli rurali. La maggior parte di questi quartieri sono significativamente distanti dal centro della città di Sofia (ad esempio quello di Ilijanci); tuttavia, non tutti i quartieri altrettanto remoti hanno una simile amministrazione. Tali quartieri periferici (che molte persone chiamano erroneamente "villaggi" a causa del loro precedente statuto come tali), come Il quartiere Čelopečene, in realtà non hanno sindaci, ma hanno i cosiddetti Capo periti. Invece del sindaco, il villaggio di Plana ha il cosiddetto Vicario del sindaco.

Sofia è il più grande centro economico della Bulgaria e nel 2022 il comune di Sofia rappresentava il 41% dell'intero prodotto interno lordo del paese.[207] Circa l'84% del valore aggiunto viene creato nel terziario e il 15% nell'industria.[208]

Le sedi delle istituzioni finanziarie sono concentrate a Sofia, comprese tutte le banche autorizzate in Bulgaria (2024).[209] Nel 2017, 6 delle 10 imprese più grandi del Paese in termini di fatturato si trovano in città.[210] A quel tempo, le dieci imprese più grandi della città secondo questo indicatore erano il grossista di carburante Lukoil-Bulgaria, il commerciante di elettricità Compagnia elettrica nazionale, la catena di supermercati Kaufland Bulgaria, il commerciante di gas Bulgargas, il grossista di tabacco Express Logistics and Distribution, il commerciante di energia elettrica CHEZ Electro Bulgaria, la catena di distributori di carburante OMV Bulgaria, la società di telecomunicazioni Compagnia di telecomunicazioni bulgara, lo stabilimento metallurgico Sofia Med e la catena di ipermercati Metro Cash and Carry Bulgaria.[210]

Nonostante il ruolo secondario dell'industria nell'economia della città, Sofia è il più grande centro industriale della Bulgaria, con priorità data allo sviluppo dell'industria pesante. Nel territorio di Sofia ci sono circa 800 grandi imprese. A Sofia sono concentrati il 75% della metallurgia pesante, il 50% dell'industria della stampa, il 15% di quella elettrotecnica ed elettronica, il 14% delle concerie e dell'industria calzaturiera del Paese. Notevole è anche la produzione chimica, tessile e alimentare. I settori dell'edilizia, del commercio e del trasporto, che collegano il materiale e le infrastrutture, sono molto sviluppati. Il settore privato del territorio del Comune di Sofia è concentrato soprattutto nelle sfere del commercio e dei servizi. A Sofia ci sono sia la Borsa della Bulgaria sia la Borsa di Sofia. Come conseguenza dell'economia centralizzata di pianificazione, circa il 50% del PIL si produce nella capitale. Qui sono concentrate le sedi centrali delle istituzioni finanziarie. Lo stipendio lavorativo medio a Sofia è il più alto per il Paese.

A Sofia si trovano le sedi dell'Associazione imprenditoriale bulgaro-italiana (Sito web), della Confindustria Bulgaria (sito web), della Camera di commercio italiana in Bulgaria (sito web), della Unicredit (tramite la Unicredit Bulbank), di Generali ecc.

Nell'ottobre del 2020 nel Palazzo Nazionale della Cultura a Sofia si è svolta la conferenza imprenditoriale italo-bulgara "Buone pratiche in un ambiente dinamico", organizzata dall'Agenzia esecutiva per la promozione delle piccole e medie imprese e la Confindustria Bulgaria. Oltre 200 rappresentanti di imprese bulgare e italiane vi hanno preso parte al, durante il quale sono state presentate le buone pratiche di lavoro in condizioni di pandemia da parte di aziende leader di entrambi i paesi.[211]

Gli investimenti esteri diretti dall’Italia in Bulgaria infatti nel 2020 sono stati più di 2,9 miliardi di euro, il che renderebbe l'Italia il quarto investitore estero in Bulgaria. Le aziende italiane sono tra i primi 4 investitori esteri in Bulgaria. L'Italia è il terzo partner commerciale del Paese in termini di esportazioni e il quinto importatore in Bulgaria. Secondo il ministro dell'Economia bulgaro in Bulgaria sono presenti circa 13mila imprese italiane.[212]

Infrastrutture e trasporti

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Filobus in Sofia
Tram in Sofia
La metro di Sofia
Autobus elettrico a Sofia

Il sistema di trasporti della capitale è molto sviluppato grazie alla sua posizione strategica. Sono presenti tutti i tipi di trasporto tranne quello navale. Il possesso di auto è aumentato notevolmente negli anni '90, con il numero di auto immatricolate che è raddoppiato arrivando a 833.000 al 2021, la cui età media è di 19 anni. Le auto vecchie e inquinanti, senza o con standard ecologici Euro 1 e 2, sono oltre il 30%.[213] Allo stesso tempo la città ha il maggior numero di automobili tra le città dell’Unione Europea – una media di oltre 660 auto ogni 1.000 persone.[214]

  • Trasporto autostradale: Tre dei dieci corridoi paneuropei (V, VIII e X) attraversano la città. Quattro autostrade partono da Sofia- Trakija, Hemus, Struma ed Europa. Il traffico in transito viene reindirizzato lungo la tangenziale (Okolovrǎsten păt), che fa parte della rete stradale repubblicana. Le principali arterie di entrata-uscita si trovano nelle direzioni sud-est (autostrada Trakia), est-nordest (l'autostrada Hemus e le valli transbalcaniche), sud-ovest (direzione Pernik-Blagoevgrad-Kulata) e nord-ovest (direzione Slivnica-Kalotina). La parte centrale della città è congestionata nelle ore di punta a causa delle strade strette, dei problemi di parcheggio irrisolti e del controllo inefficace del traffico. A differenza della maggior parte delle città europee, il centro di Sofia è fortemente intasato dal traffico a causa delle sole due strade pedonali (i viali Vitoša e Pirotska). Anche le piazze centrali di Sofia “Alexandr Nevskij” e “Batenberg” non sono zone pedonali, ma sono state trasformate in parcheggi a pagamento. A causa del suo orientamento “proauto” Sofia soffre di inquinamento atmosferico e, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, mantiene cronicamente livelli pericolosi di polveri sottili per la popolazione. Pochi abitanti di Sofia si spostano in bicicletta e mancano buone condizioni per pedalare anche nei luoghi in cui sono state costruite piste ciclabili.
  • Sofia è il nodo ferroviario più importante del paese e si collega con il suo interno in 5 direzioni. Dispone di 8 stazioni ferroviarie (Centrale, Smirnenski, Sofia-Nord, Ilianci, Poduene, Iskăr, Zaharna fabbrica, Gorna Banja e Nadežda, Obelja e Bakǎrena fabbrica) con i rispettivi depositi di locomotive e vagoni. La Stazione Centrale di Sofia è il nodo ferroviario di massima importanza locale e internazionale. Sofia è anche la sede delle Ferrovie dello Stato bulgare.
  • L' lAutostazione centrale di Sofia, situata nelle immediate vicinanze della Stazione centrale, consente ai passeggeri di essere serviti contemporaneamente per il paese e per l'estero rispettivamente da 47 e 60 pullman.
  • Il trasporto aereo è rappresentato dall'aeroporto più grande del paese, l'Aeroporto di Sofia, che al 2024 dispone di due terminal, e dal centro di controllo del traffico aereo. Dista a circa 6 km in direzione est dal centro cittadino e ci è collegato tramite la metropolitana e autobus. Ha iniziato l'attività negli anni '40 del XX secolo, è stato ampliato e migliorato più volte e le piste sono state ampliate. Il traffico è iniziato a crescere rapidamente negli anni successivi all'apertura. Ciò ha richiesto un aumento multiplo delle capacità di capacità. È iniziata la costruzione di un terminal separato per i voli nazionali per Varna, Burgas, Ruse, Gorna Orjahovica, Tărgovište, Vidin e Silistra, e poi di un nuovo edificio per i passeggeri in arrivo sulle linee internazionali. La pista è stata riparata più volte, sono state installate delle attrezzature moderne aeronautiche per essere in sintonia con le nuove esigenze della moderna aviazione civile a reazione. Negli anni '90 il vecchio aeroporto non è stato più in grado di gestire l'aumento del traffico. Nel 2001 è iniziata la modernizzazione e la costruzione di un secondo terminal. La crescita del flusso di passeggeri ha raggiunto i 7.107.096 persone all'anno (2019).[215]
  • Nel sistema di trasporto pubblico il vettore principale è il Centro comunale per la Mobilità Urbana. Al 2022 comprende 84 linee di autobus, 15 linee di tram, 10 linee di filobus e 9 linee di autobus elettrici. A questi va aggiunta la metropolitana di Sofia.
    • Gli autobus circolano a Sofia dal 20 aprile 1935. La lunghezza totale di tutte le linee è di 2380 km con 92 linee. Le tratte sono servite da più di 580 autobus, che trasportano ogni anno circa 260 milioni di passeggeri. Il trasporto in autobus rappresenta la quota maggiore di tutti i viaggi effettuati con i trasporti pubblici di massa. Gran parte del parco autobus è fortemente ammortizzato, il che ha un effetto estremamente sfavorevole sulla situazione ecologica a Sofia e riduce il comfort di viaggio.
    • I tram iniziarono a circolare a Sofia il 1 gennaio 1901. A quel tempo c'erano solo 6 percorsi con una lunghezza di 23 km. Oggi la lunghezza totale del percorso è di 308 km. Ci sono 17 linee per un totale di 290 fermate. Fino all'apertura della prima linea a scartamento normale nel 1987, tutte le linee tranviarie della capitale erano a scartamento ridotto con uno scartamento di 1009 mm. Solo quattro linee hanno lo scartamento normale per la maggior parte dei paesi europei di 1435 mm.
    • Il trasporto in filobus a Sofia ha cominciato a svilupparsi dopo quello in autobus e tram. I filobus a Sofia circolano dal 14 febbraio 1941.[216] A metà del 2021 la lunghezza totale dei percorsi era di 193 km e il numero di linee è 10. I passeggeri vengono trasportati da 137 filobus. Dal 1988 al 2009, la spina dorsale del trasporto filobus a Sofia sono stati i filobus articolati ungheresi Ikarus 280 T. Nel 2009 è iniziato il rinnovamento della flotta di filobus con i filobus a pianale ribassato Skoda Solaris 26Tr e Skoda Solaris 27Tr e nel 2014 il 90% della flotta è composta da filobus Škoda.
Il segno delle stazion della metro di Sofia
    • Inaugurata nel gennaio del 1998, la metropolitana di Sofia è l'unica nel Paese e dispone di quattro linee, per un totale di 47 stazioni di 52 km di lunghezza.[217] Le linee sono M1 (rossa): Slivnica - Business park (Ljulin - Mladost) con 16 stazioni di cui 13 in comunе con la M4, M2 (blu): Obelja - Vitoša con 12 stazioni, M3 (verde): Hadži Dimitǎr - Gorna banja (Hadži Dimitǎr - Ovča kupel) con 12 stazioni ed M4 (gialla): Obelja - Aeroporto di Sofia con 20 stazioni di cui 12 in comune con la M1.[218]
    • Il sistema di trasporto della città è completato dalle 17-18 linee di percorso dei taxi-microbus di percorso (i cosiddetti maršrutki), che vanno fermati per strada,[219][220] e dai taxi (di colore giallo) che vanno ordinati al telefono oppure vanno fermati per strada. Le compagnie di taxi più grandi sono OK Supertrance, Yellow Taxi, Radio CV Taxi, On Citytrans, Ot Citytrans e Super Plus.[221] Un problema della capitale sono i taxi falsi con tariffe non annunciate, targhe imitate e dispositivi che raddoppiano di nascosto il chilometraggio.[222][223] Al 2024 a Sofia manca l'Uber.
Tifosi del Levski

Nella città di Sofia hanno sede numerose società sportive. Il calcio è lo sport più popolare. Le due squadre più importanti di calcio sono il CSKA Sofia e il Levski Sofia che danno vita al cosiddetto "derby eterno di Bulgaria". Si tratta dei club più titolati del Paese: il Cska ha vinto 31 campionati nazionali e 20 coppe di Bulgaria, mentre il Levski ha vinto 26 campionati nazionali e 26 coppe di Bulgaria. Il Levski gioca le sue partite allo stadio Georgi Asparuhov, mentre il Cska gioca allo stadio dell'Esercito bulgaro. Altre squadre presenti in città sono lo Slavia, fondato nel 1913, il Lokomotiv Sofia, fondato nel 1929, il Septemviri Sofia, fondato nel 1944, il Sofia, nato nel 2006 per una disputa interna al CSKA Sofia, e nell'hinterland cittadino il Vitoša Bistrica, fondato nel 1958 e in passato chiamato Vitoša Sofia, vincitore di 1 Coppa bulgara dilettanti. Fino al 2012 esisteva un settimo club, l'Akademik Sofia, vincitore di 1 Coppa dei Balcani, che è stato dissolto per motivi finanziari.

Stadio nazionale Vasil Levski

Sei squadre competono nella Prima Lega professionale di calcio nella stagione 2024/25: CSKA, Levski, Slavia, Lokomotiv, Septemvri e CSKA 1948. La nazionale di calcio gioca più spesso allo stadio Vasil Levski, il più grande stadio del Paese con una capienza di 44.000 persone.

Il pallacanestro e il pallavolo hanno una lunga tradizione. L'Akademik Sofia è stato due volte finalista alla Coppa dei Campioni, l'antenato dell'Euroleague Basketball, vinta due volte dalla squadra femminile del Levski Sofia e una volta da quella dello Slavia Sofia. Costruita nel 2011, l'Arena Armeec ospita spesso le partite della nazionale di pallavolo maschile ed è stata una delle due sedi che hanno ospitato il Campionato europeo maschile di pallavolo 2015.[224] La Federazione pallavolistica della Bulgaria è la seconda più antica del mondo e fu un torneo espositivo organizzato dalla BVF a Sofia a convincere il Comitato Olimpico Internazionale a includere la pallavolo come sport olimpico nel 1957.[225] Una notevole squadra di pallacanestro locale è il Lukoil Akademik, due volte finalista della Coppa dei campioni.

Arena Sofia durante l' ATP Sofia Open

A Sofia sono nate le tenniste sorelle Maleevi - Katerina (per molto tempo nella top 10 della WTA), Manuela (tra le migliori dieci tenniste del mondo per nove anni) e Magdalena (che nel 1990 vinse 3 fra le più importanti manifestazioni juniores: l'US Open 1990, l'Australian Open 1990 singolare ragazze e l'Open di Francia 1990), e Viktorija Tomova (vincitrice di 18 titoli nel singolare e 12 titoli in doppio nel circuito ITF). L'Arena Armeec ospita il torneo di tennis maschile dell'ATP Tour 250 "Sofia Open", vinto una volta dal tennista bulgaro di maggior successo di tutti i tempi Grigor Dimitrov.

Sofia è stata candidata ai Giochi olimpici invernali nel 1992, 1994 e 2014. Nel 1985 ha perso contro Albertville per due voti ai XVI Giochi del 1992, nel 1987 è stata eliminata al secondo turno di votazioni per i XVII Giochi olimpici invernali del 1994 e nel 2006, è stata eliminata al primo turno dei XXII Giochi olimpici invernali del 2014.[226] Tuttavia, ha ospitato due Giochi mondiali universitati estivi – nel 1961 e nel 1977, e due invernali nel 1983 e nel 1989.

Impianti sportivi

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La città ospita numerosi grandi impianti sportivi, fra cui:

  • Lo stadio nazionale Vasil Levski da 43.000 posti che ospita le partite di calcio internazionali, così come lo stadio Balgarska Armia, lo stadio Georgi Asparuhov e lo stadio Lokomotiv, le sedi principali per concerti musicali all'aperto. L'Arena Armeec ospita numerosi eventi al coperto e ha una capacità fino a 19.000 persone a seconda dell'utilizzo. La sede è stata inaugurata il 30 luglio 2011 e il primo evento ospitato è stata un'amichevole di pallavolo tra Bulgaria e Serbia.
  • Due complessi di pattinaggio su ghiaccio - il Palazzo degli sport invernali (in bulgaro Зимен дворец на спорта?, Zimen dvorec na sporta) con una capienza di 4.600 posti e lo Stadio invernale Slavia con una capienza di 2.000 posti, entrambi contenenti due piste ciascuno.[227]
  • Il velodromo da 5.000 posti nel parco Borisova gradina.
  • Vari altri complessi sportivi in città che appartengono a istituzioni diverse dalle società di calcio, come quelli dell'Accademia nazionale dello sport Vasil Levski, dell'Accademia bulgara delle scienze o quelli di diverse università.
  • Più di quindici complessi di piscine in città, la maggior parte dei quali all'aperto.[228] Quasi tutti sono stati costruiti come sedi di gara e quindi dispongono di posti a sedere per diverse centinaia di persone.
  • Due campi da golf appena ad est di Sofia - ad Elin Pelin (club Santa Sofia) e ad Ihtiman (club Air Sofia), e un club di equitazione (club San Giorgio).
  • Bandiera dell'Algeria Algiers, Algeria[229]
  • Bandiera della Giordania Amman, Giordania[230]
  • Bandiera della Turchia Ankara, Turchia[231]
  • Bandiera della Romania Bucarest, Romania[232]
  • Bandiera del Qatar Doha, Qatar[233]
  • Bandiera dell'Ucraina Kiev, Ucraina[234]
  • Bandiera degli Stati Uniti Pittsburgh, Stati Uniti[235]
  • Bandiera dell'Oman Salalah, Oman[senza fonte]
  • Bandiera della Cina Shanghai, Cina[236]
  • Bandiera del Libano Sidon, Libano[senza fonte]
  • Bandiera d'Israele Tel Aviv, Israel[237]
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