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Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/117

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(2203-2204-2205) pensieri 105

e determinare la vera natura, la vera origine e formazione di questo antico verbo (e forse popolare) e l’antico e proprio participio di quaerere cioè quaeritus, il quale è dimostrato appunto da quaeritare, secondo la mia regola.

Cosí discorro di queritari da queror,  (2204) il cui solo participio noto questus non è che una sincope dell’ignoto quesitus, il quae non fu se non corruzione del parimente inusitato queritus (1 dicembre 1821).


*    È degno di esser letto l’ultimo capo del Κυνηγετικὸς di Senofonte, dove inveisce contro i sofisti, dimostra l’utilità e necessità delle assuefazioni ed esercizi corporei vigorosi, dice particolarmente che bisogna seguir prima di tutto la natura, (§.δ.) ec. Vedi ancora il capo precedente che contiene un bell’elogio della caccia, occupazione naturalissima e primitiva, degna veramente dell’uomo, e conducente alla felicità naturale (1 dicembre 1821).


*    Come l’amor proprio, cosí l’odio verso altrui che n’é indivisibile conseguenza o fratello, si può bensí nascondere o travisare sotto infiniti aspetti, ma non perdere né scemare mai in verun individuo della razza animale, né esser maggiore o minore  (2205) in questo individuo che in quello. Se non quanto può esser maggiore o minore l’amor proprio, non cosí che l’individuo non si ami sempre quanto piú può, ma riguardo all’intensità, ed a quella forza maggiore o minore di passione e di sentimento, che la natura ha dato ai diversi individui e specie di animali, e che l’assuefazione ha conservato, o cresciuto o scemato. Sotto questo aspetto l’amor proprio, il grado, la forza, la massa di esso può esser maggiore o minore secondo gl’individui e specie e quindi anche l’odio verso altrui. Può anche esser maggiore o minore nello stesso individuo secondo le diverse età, assuefazioni succes-