Francesco Bussone: differenze tra le versioni

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→‎Biografia: Reso imparziale un passo della biografia che dipingeva Carmagnola in luce negativa utilizzando aggettivi, piuttosto che fatti.
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=== La morte ===
LaDopo ripresa delle ostilità ([[1431]]), dopo unil breve trattato di pace del 18 aprile [[1428]], la ripresa delle ostilità nel [[1431]] segnò l'inizio delle sventure del Carmagnola. SulTentò [[Po]]invano non riuscì adi portare aiuto alla flotta veneta, nonsul per sua colpa[[Po]], mafallendo per le circostanze a lui sfavorevoli, e la disfatta che ne derivò mise in sospetto il [[Senato veneziano]]., Altroa motivo dicui disgraziasi fuaggiunse la ritirata del [[Guglielmo Cavalcabò|Cavalcabò]] da Cremona senza averla occupata, a causa del mancato soccorso del Carmagnola. Gli [[Ungheresi|Ungari]] dell'imperatore [[Sigismondo di Lussemburgo|Sigismondo]] devastarono il Friuli e il Carmagnola non riuscì – o forse non volle – far nulla.
 
Il Senato veneziano lo aveva da poco riconfermato Comandante supremo delle truppe veneziane, ma da qualche tempo qualcosa risuonava falso nel suo comportamento e dentro al Senato molti pensavano che il duca di Milano Filippo Maria Visconti gli avesse offerto qualche signoria in compenso al tradimento della Repubblica di Venezia. La vigilanza ordinata dal [[Consiglio dei Dieci]] sulla sua corrispondenza fornì, a quanto pare, le prove dei suoi accordi segreti col Visconti, dal quale egli avrebbe avuto l'offerta della signoria di [[Brescia]].
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L'incartamento relativo al processo, col quale il Consiglio dei Dieci condannava a morte il Carmagnola dopo averlo fatto arrestare a Venezia, è andato perduto in un incendio che coinvolse [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]]; tuttavia, le prove addotte dovevano essere veramente schiaccianti, se la sentenza fu approvata con una maggioranza notevole.
 
Tutto ciò che si sa delle circostanze dell'arresto del conte fa capire, dal resto, come la sua coscienza non fosse per nulla tranquilla. Arrivato a Palazzo Ducale la sera dell'8 aprile del [[1432]] ed accolto con tutti gli onori, gli fu detto che l'ora era troppo tarda per poter incontrare il doge [[Francesco Foscari]] e che la riunione prevista sarebbe stata rinviata all'indomani. Il Carmagnola fece allora l'atto di tornarsene alla riva dove era ormeggiata la sua gondola, ma uno dei gentiluomini che gli aveva fatto scorta lo pregò di dirigersi verso un'altra arcata del palazzo. Il conte disse quindi: «Questa non è la mia strada», e gli fu risposto: «Oh, sì, sì, è questa la retta via». FrancescoQuando Bussoneil Carmagnola vide aprirsi la porta d'accesso alla prigione detta orba, più o meno corrispondente all'attuale entrata dei cosiddetti "pozzi"., Ilegli Carmagnoladisse impallidì e non seppe dire altrosoltanto, cheimpallidendo: «Sono perduto». La sera del 5 maggio del 1432, presenti la moglie e le figlie del condannato, il Carmagnola fu decapitato per ordine del Senato, il Carmagnola fu decapitato tra le due colonne di [[San Teodoro di Amasea|San Todaro]] e [[San Marco]].
 
La convinzione della sua colpevolezza fu avvalorata anche dal brutale trattamento che Filippo Maria Visconti inflisse al [[patrizio veneziano]] [[Giorgio Corner]], suo prigioniero, sottoposto a incessanti interrogatori e feroci torture per sette anni, per scoprire da lui che cosa esattamente la signoria sapesse dei suoi maneggi con il Carmagnola.
 
Nonostante queste prove, il Carmagnola ebbe sontuosi funerali. Il cadavere: vennefu subito privatamente sepolto all'interno della [[chiesa dei Frari]],; main da lì a pocoseguito, la moglie del conte, Antonia Visconti, ottenevaottenne dalla Repubblica di Venezia di trasportare il corpo del marito a Milano dove trovòesso sepolturafu sepolto nella [[Chiesa di San Francesco Grande (Milano)|chiesa di San Francesco Grande]] all'interno della cappella della famiglia di lei<ref>{{Cita libro |titolo = La tomba del Carmagnola |autore = Michele Caffi |url = https://archive.org/details/bub_gb_-w39CWfbGh8C |editore = Tipografia Galileiana |città = Milano |anno = 1869 |p = 4 e seg}}</ref>. La tomba venne distrutta durante la demolizione posteriore al [[1798]] e le ceneri del conte e della moglie disperse.
 
Il comando supremo dell'esercito veneziano venne assunto da [[Gianfrancesco Gonzaga]], [[Sovrani di Mantova|signore di Mantova]] ede alleato della Serenissima<ref>Riccardo Braglia, ''I Gonzaga. Il mito, la storia'', Artiglio, 2002.</ref>.
 
== Discendenza ==