Francesca Sanna Sulis

stilista e imprenditrice sarda (1716-1810)
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Francesca Sanna Sulis (Muravera, 11 giugno 1716Quartucciu, 4 febbraio 1810) è stata una stilista e imprenditrice del Regno di Sardegna, nota per la sua attività imprenditoriale nel campo dell'abbigliamento e della seta e per aver vestito alcune delle personalità più importanti dell'epoca, come la zarina Caterina II di Russia.[1][2] Le viene attribuita l’invenzione del cambusciu, una cuffia di seta tipica dell'abbigliamento tradizionale sardo.[3] Durante la sua vita nel comune di Quartucciu fondò un istituto di beneficenza per i poveri;[4][5][6][7][8] in sua memoria sono stati intitolati la biblioteca comunale di Quartucciu[9] e il museo dell'imprenditoria femminile (MIF) di Muravera.[10][11]

Biografia

Francesca Sanna Sulis nacque nel 1716 all'interno di una delle più importanti famiglie sarde settecentesche e sin dalla tenera età coltivò un interesse per la seta ed il disegno di abiti.[3][12] Si sposò all'età di diciannove anni con Pietro Sanna Lecca indossando un abito da sposa che disegnò in prima persona, in seguito si trasferì con il marito nella tenuta di Quartucciu, dove iniziò a dedicarsi alla produzione della seta. L'impiego di telai moderni, all'avanguardia per l'epoca, migliorarono la qualità del prodotto, inoltre, il clima mediterraneo della Sardegna era particolarmente propizio per la sua attività in quanto permetteva alle uova deposte dalle falene, dette semenza, di schiudersi in anticipo rispetto alla concorrenza, ottenendone un vantaggio competitivo.[3][12] Benché il bacino d'utenza della Sulis fosse principalmente circoscritto ai comuni limitrofi, parte dei suoi manufatti giunse sino in Russia.[3] Nella sua vita oltre alla produzione della seta, si dedicò anche all'insegnamento delle sue tecniche; per questa ragione dopo la sua morte, sopraggiunta all'età di novantatré anni a Quartucciu, le fu attribuita un'onorificenza nel campo della pubblica istruzione.[3][12] Per testamento dispose di lasciare i suoi averi ai poveri tramite la Chiesa, tuttavia, la sua impresa tessile fu cessata cadendo nell'oblio mentre le piantagioni di gelso furono sostituite da frutteti.[12]

Note

  1. ^ Alessandro Marongiu, Il libro: la stilista sarda che nel '700 vestiva la zarina di Russia, in La Nuova Sardegna, 14 aprile 2018. URL consultato l'11 giugno 2022.
  2. ^ Nicoletta Bazzano, Sulis, Francesca, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 94, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2019. URL consultato l'11 giugno 2022.
  3. ^ a b c d e Chi era Francesca Sanna Sulis, in Il Post, 11 giugno 2022. URL consultato l'11 giugno 2022.
  4. ^ Dizionario corografico dell'Italia: opera illust[r]ata da altre 1000 armi comunali colorate .... Pi-Ru. VI., Vallardi, 187?. URL consultato l'11 giugno 2022.
  5. ^ Goffredo Casalis, Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale Degli Stati Di S. M. Il Re Do Sardegna, G. Maspero, 1847. URL consultato l'11 giugno 2022.
  6. ^ Goffredo Casalis, Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli stati di S. M. il re di Sardegna, presso G. Maspero, 1841. URL consultato l'11 giugno 2022.
  7. ^ Gustavo Strafforello, Sardegna, Corsica, Malta, mari d'Italia, Archivio fotografico sardo, 1998.
  8. ^ Pietro Corona, Quartucciu: il suo patrimonio culturale, S'Alvure, 1997, ISBN 978-88-7383-099-3.
  9. ^ Biblioteca comunale 'Francesca Sanna Sulis', su comune.quartucciu.ca.it. URL consultato l'11 giugno 2022.
  10. ^ Museo dell'imprenditoria femminile (MIF) Donna Francesca Sanna Sulis, su monumentiaperti.com. URL consultato l'11 giugno 2022.
  11. ^ Qui touring, Touring Club Italiano, luglio 2007.
  12. ^ a b c d Iride Enza Funari, Francesca Sanna Sulis, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedica delle Donne.

Bibliografia

  • Ada Lai, La straordinaria storia di Francesca Sanna Sulis donna di Sardegna, 1ª ed., Cagliari, Palabanda Edizioni, 2016, ISBN 9788894130539.
  • Daniela Piu, Esse di seta, San Bonifacio, L'Iguana editrice, 2019, ISBN 9788898174126.
  • Lucio Spiga, Francesca Sanna Sulis, Selargius, Workdesign, 2004, OCLC 955187704, SBN IT\ICCU\CAG\0756630.
  • Focus Storia, n. 178, Milano, Mondadori Media, agosto 2021, p. 78.

Collegamenti esterni