Antonio Cieri

anarchico italiano

Antonio Cieri (Vasto, 11 novembre 1898Huesca, 7 aprile 1937) è stato un anarchico italiano, caduto nella guerra civile spagnola.[1]

Antonio Cieri

Biografia

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Durante la prima guerra mondiale ebbe il grado di ufficiale e fu più volte decorato.

Militante del movimento anarchico di Ancona, in cui era impiegato presso le Ferrovie dello stato come disegnatore tecnico (talvolta gli viene attribuito, a torto, il titolo di architetto), nel 1921, a causa della sua attività politica, fu trasferito a Parma. Qui, durante i Fatti di Parma, nell'agosto 1922 insieme a Guido Picelli - che dirigeva l'intera formazione - fu comandante degli Arditi del Popolo a difesa dell'Oltretorrente, rione popolare di Parma, durante gli assalti degli squadristi fascisti di Italo Balbo, che aveva sostituito Roberto Farinacci, al comando degli squadristi, a causa dell'inefficienza dimostrata, su ordine di Benito Mussolini.

Pino Cacucci ha scritto un libro Oltretorrente, che tratta approfonditamente la difesa, appunto, dei quartieri proletari di Parma.

Andò in esilio nel 1923 quando fu licenziato dalle Ferrovie. A Parigi nel 1925 riprese la sua attività di anarchico militante fondando il periodico Umanità Nova. Nel 1936, fa parte di quelli che partirono per formare sotto la direzione di Carlo Rosselli, Berneri e Angeloni la "Sezione Italiana della Colonna Ascaso" nella guerra civile spagnola.

Nella metà di aprile del 1937 la Colonna Italiana - comandata da Giuseppe Bifolchi [2] tenta di espugnare il difficile sito di Carrascal di Huesca, in questi combattimenti muore Cieri. Il 13 aprile l'attacco è portato dalla 29ª Divisione (prima denominata Colonna Lenin del POUM) fra i combattenti italiani ci sono Etrusco Benci [3], Pietro Fancelli[3], Mario Traverso[4], Giuseppe Fusero [5], Pasquale Fioravanti [6], Camillo Lanzilotta [3] (nome di battaglia Lancillotto o Nathan).

In particolare Cieri fu a capo della squadra dei “bomberos”, da lui appositamente addestrata per l'assalto. Il 7 aprile 1937 cadde in combattimento durante l'assalto per la presa di Huesca; la conquista della città non riuscì e lo ricorda anche George Orwell; esiste una poesia di John Conford, scritta in quella situazione. I figli di Antonio Cieri, Ubaldo e Renee, furono allevati da Giovanna Caleffi[7] moglie di Camillo Berneri.

Nel 70° della guerra di Spagna è stata inaugurata e posta in opera una lapide a ricordo di Antonio Cieri a Borgo del Naviglio, Parma; la commemorazione è stata a cura di Massimo Ortalli in collaborazione con l'Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana di Imola[8].

 
posizione formazioni anarchiche su fronte aragonese; nella mappa viene evidenziata Huesca, zona di durissimi scontri, dove cadde Cieri

Il ricordo

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Parma gli dedicò una piazza nel 1984.[9] Una Lapide in piazza Rossetti a Vasto[10] targa a ricordo di Antonio Cieri piazzetta borgo Naviglio - Parma, PR[11]

Onorificenze

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«Quale capostazione di telegrafia ottica scoperta,in una zona intensamente battuta dall'artiglieria nemica,sprezzante del pericolo,compreso l'importante servizio datogli,compiva con serenità,entusiasmo e zelo ben raro il proprio dovere,mantenendo ininterrotte le comunicazioni con le stazioni ottiche.»
— Monte Pallone 15-18 giugno 1918
  1. ^ Caduti di guerre: Antonio Cieri
  2. ^ LA RISVEGLIA/Dal 17 luglio 1936 alla battaglia di monte Pelato, su geocities.com. URL consultato il 29 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2009).
  3. ^ a b c LA RISVEGLIA/Etrusco Benci, su geocities.com. URL consultato il 29 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2009).
  4. ^ LA RISVEGLIA/Vittorio Alunno, su geocities.com. URL consultato il 29 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2009).
  5. ^ LA RISVEGLIA/Etrusco Benci (appendice), su geocities.com. URL consultato il 29 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2005).
  6. ^ LA RISVEGLIA/Dai "fatti di maggio" ai campi della miseria e della fame, su geocities.com. URL consultato il 29 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2009).
  7. ^ Archivio Berneri, su archivioberneri.it. URL consultato il 12 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2010).
  8. ^ Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana [1]
  9. ^ il vastese che difese Parma dal fascismo
  10. ^ lapide commemorativa a Vasto
  11. ^ Antonio Cieri

Bibliografia

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  • Giorgia Sisti "Lo Stranier. Vita anarchica di Antonio Cieri"[1] ISBN 8896268230, 9788896268230
  • Edoardo Puglielli, Il movimento anarchico abruzzese 1907-1957, Textus, L'Aquila, 2010
  • Edoardo Puglielli, Dizionario degli anarchici abruzzesi, CSL "Camillo Di Sciullo", Chieti, 2010
  • Renzo Del Carria, Proletari senza rivoluzione. Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, 2 voll., Milano, Edizioni Oriente, 1970 (I ed. 1966), (in particolare il XVII Capitolo "La giusta linea non seguita": Parma come esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al fascismo (1-6 agosto 1922).
  • AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del comune e della provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la provincia di Parma
  • AA.VV., Pro Memoria. La città, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del comune di Parma, Parma, 1997
  • Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano, 2003
  • Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Rom, 2000
  • Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Marco Rossi, Arditi, non gentarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
  • Luigi Balsamini, Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed., Salerno.
  • Paolo Spriano, Storia del Partito comunista, Einaudi, Torino, 1967-1975 - 5 volumi

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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