Aodh Mac Aingil

arcivescovo e poeta irlandese (1571-1626)

Aodh Mac Aingil (Saul, 1571Roma, 22 settembre 1626) fu un poeta e teologo francescano di lingua gaelica irlandese.

Aodh Mac Aingil

Nacque nel 1571 a Saul, odierna Irlanda del Nord (ex contea di Down), nelle vicinanze di Downpatrick; morì a Roma il 22 settembre 1626[1]. Il suo vero cognome era Mac Cathmhaoil (per gli anglofoni Mac Caghwell, alla latina Cavellus), ma è generalmente chiamato Aodh Mac Aingil, cioè Aodh figlio d'angelo (in latino Hugo Angelicus), per la sua religiosità e mitezza[2].

Per vari saggi o articoli che lo riguardano si possono vedere, oltre alle fonti generali indicate qui sotto nella bibliografia:

  • Tomás Ó Cléirigh: Aodh Mac Aingil agus an Scoil Nua-Ghaedhilge i Lobhán (Aodh Mac Aingil e la scuola in gaelico moderno di Lovanio), An Gúm, Dublino 1936; fra l'altro, nelle pp. 61–62 sono elencate tredici opere latine di Mac Aingil;
  • Caoimhghin Ó Góilidhe: rivista Comhar di aprile e maggio 1949 (commenti sulla prosa di Aodh Mac Cathmhaoil);
  • Anraí Mac Giolla Chomhaill: Bráithrín Bocht ó Dhún, Aodh Mac Aingil (Un povero fraticello da Dún, Aodh Mac Aingil), 1985;
  • James C. Napier, Aodh Mac Aingil Downpatrick's Most Illustrious Son, Lecale Miscellany nº17, 1999, pp. 12–20;
  • Patrick Conlon O.F.M., The Little Brother from Down, Aodh MacAingil as a Good Franciscan, Seanchas Ard Mhacha vol.19 nº2, 2003, pp. 63–70.

La vita

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Fece i suoi studi nell'isola di Man allora gaelica, acquisendo fama di alto sapere, tanto che uno dei massimi signori d'Irlanda, Aodh Ó Néill (per gli anglofoni Hugh O'Neill)[3] lo chiamò come precettore dei propri figli Anraí[4] ed Aodh (Henry e Hugh). Nel 1599, poi, Anraí fu mandato nella spagnola Salamanca per fare gli studi universitari in paese cattolico, e Mac Aingil andò con lui (ma è possibile che ci fosse anche l'intento di stabilire contatti con la corona spagnola per auspicati appoggi agli irlandesi). A Salamanca Mac Aingil – entrato nell'Ordine francescano intorno al 1603 – divenne dottore in teologia e insegnò brevemente finché, nel 1606, fu mandato a Lovanio.

A Lovanio collaborò con Flaithrí Ó Maoilchonaire (Florence Conry)[5] alla creazione del Collegio francescano Sant'Antonio come centro culturale e religioso per il cattolicesimo irlandese perseguitato in patria[6]. Mac Aingil fu il primo professore di filosofia e teologia in quel Collegio, nel quale ebbe anche diversi incarichi di organizzazione e amministrazione; e nel 1616 ne divenne Guardiano. Alcuni suoi allievi di Lovanio divennero a loro volta celebri, come Seán Mac Colgan (John Colgan) che fu un famoso agiografo[7].

Nonostante gli onerosi impegni di Lovanio, ai quali si aggiunse la produzione di ben tredici importanti libri filosofico-teologici in latino che diedero a Mac Aingil una larga fama, egli riuscì a viaggiare per gran parte dell'Europa visitando le varie province dell'ordine, sempre con vita ascetica e francescanamente a piedi.

Nel 1623 fu chiamato a Roma. Nel viaggio, insieme a Pádraig Pléimeann (Patrick Fleming)[8], passò per Parigi, dove incontrò Aodh Mac an Bhaird (Hugh Ward)[9], e il rettore del Collegio irlandese di Parigi, Thomas Messingham; quest'ultimo riuscì a coinvolgere Pléimeann e Mac an Bhaird in una grande opera di raccolta di libri per studiare le vite di santi irlandesi, iniziativa che doveva poi sfociare, con sviluppi più ampi e generali, in una grandiosa opera storica gaelica, gli Annali dei Quattro Maestri, compiuta a cura di frati minori francescani.[10].

A Roma Mac Aingil appoggiò Lucás Uaidín (Luke Wadding)[11] per la creazione del Collegio Sant'Isidoro nel 1625[12].

Nominato arcivescovo di Ard Macha (Armagh), dunque Primate d'Irlanda, Mac Aingil ricevette la consacrazione episcopale a Roma nel giugno 1626; ma mentre si accingeva a recarsi nella sua sede arcivescovile morì nel settembre di quell'anno, e fu sepolto a Roma nella chiesa di S.Isidoro. Il presidente dell'Università di Lovanio, Nicolaus Vernulaeus, pronunciò un'orazione commemorativa, poi stampata a Colonia nel 1657.

Le opere in prosa

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La fama europea di Mac Aingil gli derivò dagli scritti teologico-filosofici in latino. Egli si occupò di rilanciare il pensiero del filosofo francescano Duns Scoto, il Doctor subtilis morto nel 1308. Mac Aingil ne produsse un ampio commento nel 1620, poi nel 1623 un'apologia in replica a domenicani e giansenisti; e anche in altri lavori operò per la diffusione dello scotismo soprattutto tra i francescani[13].

Ma accanto a queste grandi opere latine si ricorda un'operetta gaelica. Uno degli scopi del Collegio francescano di Lovanio era quello di fornire ai cattolici irlandesi opere di devozione nella loro lingua; e la stamperia francescana di quella città pubblicò nel 1618 un libro di Mac Aingil, Sgáthán Shacramuinte na hAithridhe (Lo specchio del sacramento della penitenza)[14]. Questo libro, benché ricco di dottrina e di strumenti retorici tipici dell'epoca della Controriforma, era scritto in un gaelico chiaro e attraente, con esempi di tono familiare, e riscosse in Irlanda un'ampia popolarità[15].

Le poesie

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Il dotto e austero Mac Aingil è anche l'autore di alcune tenere poesie gaeliche di argomento religioso. Una riedizione moderna ne è stata fatta a Dublino nel 1952.

Per avere un'idea dell'umiltà e dolcezza di questo francescano si possono riportare, in traduzione, alcune strofe dalla sua poesia natalizia più nota[16]:

"Benvenuto o santo bambino, - benché povero nella greppia - gioioso e ricco tu sei - e glorioso nella tua rocca stanotte. – [...] Maria, madre e vergine, - aprimi la porta della stalla - ch'io possa adorare il gran re del creato: - non si conviene a noi più che al bue? – Qui servirò Iddio - vegliando presto e tardi, - e scaccerò dal debole signore - i cani dei garzoni di montagna. – Anche l'asino e il bue - non li lascerò presso il mio re; - prenderò io il loro posto da lui, - sarò l'asino e il bue del Figlio del Dio Vivo. – Porterò acqua di buon mattino, - spazzerò il misero impiantito del Figlio di Dio; - farò un fuoco nel mio animo freddo, - trascurerò per fervore il mio corpo malvagio. – A lui laverò i miseri panni, - e se mi dài, o Vergine, il permesso - questo mio cencio mi toglierò - per coprire il tuo figlio. – Gli farò da cuoco per il cibo - e sarò portinaio del Dio del creato; - poiché i tre hanno molto bisogno - andrò questuando per loro. – Non chiederò argento ed oro - ma al mio re un bacio al giorno; - io darò il cuore mio - e lui lo accetterà per compenso dei tre. [...]."

  1. ^ Caerwyn Williams (1985: 239) parla del 12 settembre.
  2. ^ Per gli italiani, questo appellativo ricorda il caso del quattrocentesco pittore domenicano Fra Giovanni da Fiesole, da tutti chiamato Angelico o Beato Angelico.
  3. ^ Per le tumultuose vicende di questo grande nobile che alternava rivolte e adattamenti verso la corona britannica, si veda Welch, voce O' Neill, Hugh.
  4. ^ Molti anni dopo, Mac Aingil scriverà una poesia in gaelico per questo suo ex-allievo premorto, meditando sulla vanità delle cose umane alla vista del teschio riesumato (Welch).
  5. ^ Si veda Welch, voce Ó Maoilchonaire, Flaithrí
  6. ^ Si veda Welch, voce Louvain University. Sulla difficile vita degli esuli irlandesi tra i fiamminghi a Lovanio, soprattutto dopo che nel 1607 i maggiori capi gaelici abbandonarono l'Irlanda per cercare (invano) l'aiuto spagnolo contro l'occupazione inglese, è stato scritto recentemente in gaelico un romanzo storico che ruota attorno alla figura del mite professore francescano Aodh Mac Aingil (Seilbh na Coróine, di Alec Bán Mac Conaill, pseudonimo di Séamus de Napier, ed.Coiscéim, 2008).
  7. ^ Si veda Welch, voce Colgan, John; cfr. anche Caerwyn Williams (1985: 226, 241-242).
  8. ^ Futuro rettore del convento francescano di Praga; si veda Caerwyn Williams (1985: 241-242)
  9. ^ Professore di teologia a Lovanio dal 1616 (si veda Welch, voci Louvain University e Mac an Bhaird, family)
  10. ^ Su questo incontro di Parigi e sui suoi sviluppi si veda Caerwyn Williams (1985: 239-240). Sugli Annali dei Quattro Maestri si vedano: Caerwyn Williams (1985: 240 e s.) e Welch, voce Annals of the Four Masters
  11. ^ Si veda Welch, voce Luke Wadding.
  12. ^ Caerwyn Williams (1985: 239).
  13. ^ Il suo confratello Lucás Uaidín (Luke Wadding) curerà a Roma, a partire al 1639, un'edizione completa delle opere di Duns Scoto o a lui attribuite, in dodici volumi. Tra le filosofie medievali lo scotismo dei francescani è considerato la principale alternativa al tomismo diffuso principalmente dai domenicani.
  14. ^ Un brano dell'introduzione accompagnato da traduzione inglese è riportato in The Field Day Anthology of Irish Writing, Field Day Publications, Derry, ristampa 1992, p.321, e vi si leggono fra l'altro queste parole di Mac Aingil: "Ogni altra nazione cattolica ha avuto libretti come questo. ancor più necessari per la nazione nostra che è senza maestri, senza prelati e senza predicatori, salvo pochi che stanno nascosti per timore di morte o prigione come gli apostoli dopo la morte di Gesù".
  15. ^ L'opera è stata poi ripubblicata in tempi moderni, nel 1952.
  16. ^ La traduzione italiana è in prosa e non può rendere l'armonia delle quartine dell'originale, in cui lo schema delle rime è il seguente: tra la fine del primo verso e il mezzo del secondo; tra la fine del terzo verso e il mezzo del quarto; tra la fine del secondo verso e la fine del quarto. Per una più ampia traduzione inglese in versi si veda Ó Tuama (1990: 79-82). Le caratteristiche di questa ode natalizia irlandese sono state analizzate da Thomas Mac Donagh per raffrontarle con la diversa impostazione dell'Ode on the Morning of Christ's Nativity di John Milton (v. Declan Kiberd, Irish classics, Granta Books, Londra, edizione 2001, p. 622).

Bibliografia

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  • Caerwyn Williams, J.E. e Ní Mhuiríosa, Máirín: Traidisiún Liteartha na nGael (La tradizione letteraria dei gaeli), II edizione, An Clóchomhar Tta, Dublino 1985, pp. 238–240;
  • Ó Tuama, Seán (a cura di): An Duanaire 1600-1900 (antologia poetica 1600-1900) in gaelico, con traduzione a fronte in versi inglesi di Thomas Kinsella, The Dolmen Press, Mountrath (Portlaoise), ristampa 1990, p. 78;
  • Welch, Robert (a cura di): The Oxford Companion to Irish Literature, Clarendon Press, Oxford 1996, voce Mac Aingil, Aodh.

Collegamenti esterni

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