Il biografo di Nick La Rocca

Il biografo di Nick La Rocca è un romanzo di Salvatore Mugno che indaga e racconta la vita e la singolare storia artistica del compositore e cornettista italo-statunitense Nick La Rocca (New Orleans, 1889 - 1961), pioniere del jazz e leader dell’Original Dixieland Jass Band, con cui nel 1917 incise il primo disco commercializzato al mondo di quel genere musicale. La narrazione intreccia le vicende e le prodezze del musicista con quelle del suo avventuroso e corrivo “biografo”, nella realtà Harry O. Brunn,[1] a sua volta strumentista e scrittore, con cui l’autore del libro intrattenne una lunga corrispondenza (2000-2005) e da cui raccolse molta interessante documentazione inedita.[2] Il romanzo, apparso per la prima volta nel 2005, fu ristampato nel 2017 da Arcana Edizioni per celebrare la ricorrenza del centenario di quella storica incisione. La ricerca e il testo di Mugno, nonché la sua diretta partecipazione,[3] hanno fornito un rimarchevole contributo alla docufiction Sicily jass. The World's First Man in Jazz (2015) di Michele Cinque, dedicata proprio alla storia di Nick La Rocca e diffusa in varie parti del mondo.[4]

Il biografo di Nick La Rocca
AutoreSalvatore Mugno
1ª ed. originale2005
Genereromanzo
Lingua originaleitaliano

Contenuti

modifica

Il racconto si apre, all’inizio del 1960, nel momento clou dell’ultraventennale rapporto intercorso tra Nick e Harry, cioè alla pubblicazione del libro che per tanti anni il “biografo” ha inseguito e provato a imbastire sulla storia del suo “idolo” e delle sue “gesta” musicali. Ma la breve euforia per il felice evento viene ben presto compromessa dalla consueta insoddisfazione e dalle recriminazioni che l’anziano cornettista muove allo scrittore ormai quarantenne. Si riavvolge poi interamente il nastro, rappresentando dagli inizi l’evolversi delle bizzarre esistenze dei due protagonisti: figlio di emigrati siciliani a New Orleans, muratore, elettricista, cornettista autodidatta, rude, scontroso e fiero, Nick; rampollo di una famiglia di industriali, raffinato uomo del nord, donnaiolo, inquieto e ambizioso, Harry. La loro amicizia non sarà serena e la loro collaborazione sarà ondivaga. Alternando nei vari capitoli le due voci, affiancate da molte altre figure secondarie, si snodano via via le vicissitudini e i casi personali e famigliari dei due uomini, nonché i loro periodici e rari incontri. Buffalo, la città in cui vive Harry, nello Stato di New York, dista, infatti, quasi duemila chilometri da New Orleans, in Louisiana. Vengono così man mano in superficie i limiti, le contraddizioni, le astuzie ma anche i meriti dei due personaggi, attraverso i quali emergono, inoltre, la scena e vari retroscena della storia del jazz delle origini. Si succedono aneddoti, fatti storici, esperienze personali, tour musicali, incisioni, processi, alterchi, frequentazioni di mondane di alto bordo, acquisti di auto di lusso, scorrettezze, depressioni, scioglimenti e ricostituzioni di band, vicende esilaranti e tragici accadimenti, con al centro le battaglie senza esclusioni di colpi per ottenere il posto che Nick e Harry ritengono di essersi guadagnati nella storia del jazz. Il romanzo guida il lettore fino alla conclusione di queste due vite, inasprite e infiacchite, ma ancora combattive e innamorate del loro mondo strambo e dissennato.

«(…) Da Buffalo, con la nuova Jaguar, Harry Brass attraversò la Pennsylvania, la Virginia, il Tennessee, l’Alabama, il Mississippi… Migliaia di chilometri e un paio di pernottamenti in motel, per giungere il 4 maggio 1957 alle porte di New Orleans. C’era un freddo intenso, lungo la costa, dalle parti di Biloxi. Spesso le miglia si susseguivano senza che l’intrepido navigatore s’imbattesse in altre vetture. La strada fiancheggiante la spiaggia sembrava sospesa in una grandiosa e festosa bellezza mattutina. Brass aveva tenuto una velocità media di 42 miglia orarie, di ben sei punti al di sopra della sua consuetudine nei viaggi lunghi: dopo undici anni, andava a rivedere Nick La Rocca, senza che questi lo attendesse, per decidere delle sorti del libro a cui non aveva mai cessato, sia pure in modo altalenante e sconnesso, di pensare e di lavorare. L’ultima sosta l’aveva fatta al Southwinds Motor Court, dove, insieme ai calcoli sulla velocità media della sua vettura e alle recriminazioni sulle tariffe di alloggio e posteggio, la mattina, prima di partire, si era sbarbato con accuratezza e aveva indossato un abito bianco. Gli avrebbe aperto il proprio scorbutico cuore il diffidente ed enigmatico La Rocca? Giunto a Canal Street, Brass consultò l’elenco telefonico della città presso gli uffici municipali. Era lo stesso indirizzo di un tempo: La Rocca, Dominic J. (carp.), 2216-18 Constance Street. La ragazza della reception gli indicò come raggiungere quel quartiere. Era mezzogiorno quando parcheggiò sotto casa del cornettista. Dalla strada osservò i bambini del musicista giocare nella veranda al primo piano. Poi, come pronto a farsi fucilare, allungò e premette con decisione il dito sul campanello. Sulla soglia comparve, a piedi nudi, Nick La Rocca. Erano trascorsi undici anni dal loro primo incontro. (…)»

Edizioni

modifica
  • Il biografo di Nick La Rocca. Come entrare nelle storie del jazz, Nardò (LE), Besa, 2005.
  • Il biografo di Nick La Rocca, Roma, Arcana Edizioni, 2017.
  1. ^ Harry O. Brunn (1919 - 2008) affidò la sua “biografia” di Nick La Rocca e i suoi studi sul famoso gruppo di cui questi fu il leader al volume: The Story of the Original Dixieland Jazz Band, Baton Rouge, Louisiana State University Press, 1960. Il testo ha avuto varie ristampe, con diversi editori. Harry O. Brunn, renaissance man, author of landmark book on jazz, «The Buffalo News», 11 gennaio 2008.
  2. ^ Il vasto carteggio (circa 70 lettere e vari allegati) intrattenuto dall’autore del romanzo con Harry O. Brunn, “biografo” di Nick La Rocca, è stato da lui donato ed è custodito presso la Biblioteca Comunale di Paceco (TP), all’interno del Fondo Mugno.
  3. ^ Sicily jass, regia di Michele Cinque, documentario, Italia/USA, 2015.
  4. ^ M. Buttafuoco, 1917: fu "bianco" il primo disco jazz, «l'Unità», Roma, 20 aprile 2017; A. Pedrinelli, Nick La Rocca, è lui il padre fragile del jazz, «Avvenire», Roma, 28 dicembre 2017. “Sicily Jass: The World’s First Man in Jazz”. Un documentario di Michele Cinque, Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, 2017; G. Barone, Storia mondiale della Sicilia, Roma/Bari, Editori Laterza, 2018; Sicily Jass The world’s first man in Jazz by Michele Cinque, Istituto Italiano di Cultura di New York, 26 marzo 2019; M. Lomanno, “Stay with it all the way down”: Michele Cinque recounts Nick LaRocca’s incurable wounds. Sicily jass: The world’s first man in jazz, «Italian American Review», n. 9.1, inverno 2019, pp. 135-140; L. Benadusi, D. Rossini, A. Villari, 1917. L’inizio del secolo americano. Politica, propaganda e cultura in Italia tra guerra e dopoguerra, Roma, Viella, 2021, p. 244; Sicily jass: su Rai Storia il documentario sul pioniere del jazz Nick La Rocca, «Inform», 9 giugno 2023.
  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura