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Partito politico

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Una "bussola politica"

Citazioni sul partito politico.

Citazioni

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  • A volte i partiti politici fanno cose che vanno a scapito del paese perché vogliono battere l'altro partito. (Farah Pahlavi)
  • I grandi partiti rovesciano la società, i piccoli l'agitano; gli uni la ravvivano, gli altri la depravano; i primi talvolta la salvano scuotendola fortemente, mentre i secondi la turbano sempre senza profitto. (Alexis de Tocqueville)
  • I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela. (Enrico Berlinguer)
  • I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le istituzioni a partire dal governo, gli enti locali, gli enti di previdenza, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai tv, alcuni grandi giornali. (Enrico Berlinguer)
  • I partiti politici non sono, né possono essere, formazioni "eterne": sono organismi viventi, e perciò in costante trasformazione, come del resto le chiese, che però procedono a ritmi di gran lunga più lenti. (Luciano Canfora)
  • I partiti politici sono aperti al compromesso, le concezioni del mondo no. (Adolf Hitler)
  • I partiti sono un male inerente ai governi liberi, ma non hanno in tutti i tempi lo stesso carattere e gli stessi istinti. (Alexis de Tocqueville)
  • I partiti sono una necessità politica, sono anche una necessità e conseguenza della libertà; ma i partiti, interpretati come espressione di volontà, di sentimenti, di energie, di interessi opposti, ma che possono equilibrarsi in una comune libertà e non in una servitù diffusa in un dominio di interessi coalizzati. (Francesco Saverio Nitti)
  • Il partito è maschile, il libertino non può amarlo. Ed è maschile non soltanto perché costruito ad uso ed immagine dei maschi, ma soprattutto perché assorbe nel suo tessuto maschile anche le donne che ne fanno parte, atrofizzandone la natura femminile. (Franco Cuomo)
  • Il partito vuole aderire alla realtà, per orientarla e plasmarla secondo la sua intuizione, alla luce dei suoi ideali umani. Perché un partito, e soprattutto un partito come il nostro, è un punto di passaggio obbligato dalla società allo Stato, dal particolare all'universale, dal fatto alla legge. Esso è chiamato alla comprensione della realtà, ma anche a dare un giudizio su di essa e un principio di orientamento. Esso parte da posizioni individuali, ma già le amalgama, ma già opera una sintesi nella quale comincia ad esistere lo Stato. Il partito, ben lungi dall'esaurire il suo compito in una cristallizzazione realizzata una volta per tutte, tiene aperto un dialogo permanente il quale verifica costantemente la validità della costruzione giuridica e ne garantisce il continuo adeguamento alle vive esigenze della vita sociale e perciò ad un criterio di sostanziale giustizia. (Aldo Moro)
  • Il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione. (Voltaire)
  • In tanti paesi in via di sviluppo l'esigenza di numerosi partiti politici provoca problemi. (Tafari Bante)
  • La conclusione è che l'istituzione dei partiti sembra proprio costituire un male senza mezze misure. Sono nocivi nel principio, e dal punto di vista pratico lo sono i loro effetti.
    La soppressione dei partiti costituirebbe un bene quasi allo stato puro. È perfettamente legittima nel principio e non pare poter produrre, a livello pratico, che effetti positivi. (Simone Weil)
  • La lotta di partito dà a un partito forza e vitalità; la maggior prova di debolezza di un partito è la sua dispersione e la scomparsa di barriere nettamente definite; epurandosi, un partito si rafforza... (Ferdinand Lassalle)
  • [Nel 1996] La tendenza del futuro è in un diverso rapporto tra eletti e partito. Immagino una struttura a rete dove gli eletti scelgono i propri rappresentanti ai congressi di partito in base ad opzioni politiche. (Sergio Chiamparino)
  • Le due grandi armi impiegate dai partiti per riuscire sono i giornali e le associazioni. (Alexis de Tocqueville)
  • Lo scrittore che accetta, in tutto o in parte, di seguire la disciplina di un partito politico è posto prima o dopo davanti all'alternativa: sottomettersi o tacere. (George Orwell)
  • Meno partiti ci sono, e meglio si cammina. Beati i paesi dove non ve ne sono che due: uno del presente, il Governo; l'altro dell'avvenire, l'Opposizione. Un tale stato di cose è segno della robusta salute d'una nazione; è segno che in essa le questioni di vera utilità pubblica soffocano le questioni d'utilità private, di persone, di sètte, ec., ec. (Massimo d'Azeglio)
  • Movimenti, Poli, Leghe, ora pare che tornerà anche Forza Italia – che peraltro nasce come slogan elettorale della Dc –. La parola partito sa troppo di "apparato", di passato, e così si ritrova a usarla soltanto il Pd. (Gian Luigi Beccaria)
  • Non sono i partiti a dare la legittimazione l’uno all’altro: sono i cittadini che danno la legittimazione ai partiti in politica. (Giorgia Meloni)
  • Ogni idea politica è un organismo vivo. I partiti sono quasi sempre destinati a diventare dei grandi cadaveri gloriosi. (Filippo Tommaso Marinetti)
  • Ogni partito deve avere obiettivi precisi, altrimenti esso perde il carattere di partito. (L'ABC del comunismo)
  • Processi di aggregazione molecolare. Non abbiamo più bisogno del partito, bisogna sperimentare dal basso con un processo collettivo e plurale di autorappresentazione e autorganizzazione politica, per passare da forme primordiali a forme più complesse di organizzazione. (Paolo Cacciari)
  • Quando per diventare direttore di una banca, o preside di una scuola, o socio di un'accademia scientifica, o componente di una commissione di concorso universitario è necessario aver la tessera del partito che è al governo, allora quel partito sta diventando regime: allora la politica, che è necessaria e benefica finché scorre fisiologicamente negli uffici fatti per essa diventa, fuori di li, un pretesto per infeudare la società a una classe di politicanti parassiti; diventa una specie di malattia paragonabile all'arteriosclerosi perché impedisce quella circolazione e quel continuo ringiovanimento della classe dirigente, che è la prima condizione di vitalità d'ogni sana democrazia. (Piero Calamandrei)
  • Quanto più un partito politico si richiama ad un pensiero filosofico o comunque ad un «sistema di pensiero», e dichiara di fondarsi su di esso e di ispirarsi ad esso, tanto più è esposto al deperimento, o, per meglio dire, al progressivo distaccarsi, nel suo agire concreto, dalle sue premesse ideali. Il che equivale ad una progressiva mutazione e trasformazione, e alla fine "trasfigurazione".
    Perciò partiti totalmente (o quasi) svincolati da presupposti ideologici o filosofici possono vivere (apparentemente) uguali a se stessi in modo particolarmente longevo. [...] ciò si vede nei partiti del mondo anglosassone (Inghilterra e Stati Uniti d'America), la cui "eternità" è garantita dalla totale risoluzione del loro agire nell'empirìa. (Luciano Canfora)
  • Se i partiti non ricevessero il finanziamento pubblico e se non ci fosse l'intromissione anche della finanza nei partiti, quei partiti non esisterebbero. Se voi andate con la macchina della verità e la infilaste su per il culo a tutti i deputati che sono in Parlamento, non ce n'è uno che crede in quelle idee. L'unica idea in cui credono è quella di pensare di fare un altro giro. Questa è la politica oggi. (Marco Rizzo)
  • Scordatevi la possibilità di avere nel Sud partiti puliti e lustri se la realtà meridionale, per tante parti, resta quella che è. Anche se una certa, diffusa mentalità legalistico-formalistica porta tanti a non comprenderlo, una nuova «regola», quale che essa sia, per esempio in materia di composizione delle liste, se cade in un ambiente con essa incompatibile, verrà necessariamente aggirata o stravolta. Passata l'emergenza, tutto ricomincerà più o meno come prima. (Angelo Panebianco)
  • Un cretino è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini sono un partito politico (Franz Kafka)
  • Un partito, infatti, per me non è molto diversi da una cosca mafiosa anche se è fatto di santi, perché implica, a un certo punto, un rapporto di omertà. (Gianfranco Miglio)
  • Il partito all'opposizione per giungere al potere deve abbattere lo strumento di governo che è al potere. Per fare questo deve distruggerne le realizzazioni e denigrarne i programmi anche se sono utili alla società. Di conseguenza, gli interessi ed i programmi della società diventano vittime della lotta dei partiti per giungere al potere.
  • Il partito è la dittatura contemporanea. E’ lo strumento di governo delle moderne dittature poiché rappresenta il potere di una parte sul tutto. E’ il più recente sistema dittatoriale. Poiché il partito non è un individuo, esso da luogo a un’apparente democrazia, formando assemblee e comitati senza contare la propaganda svolta dai suoi membri. Il partito non è affatto un organo democratico poiché è composto da individui che hanno o gli stessi interessi o le stesse opinioni o la stessa cultura o che appartengono alla stessa regione o che hanno la stessa ideologia. Essi formano un partito per realizzare i loro interessi o per imporre le loro opinioni o per estendere il potere della loro dottrina a tutte le società. Il loro obbiettivo è giungere al potere con il pretesto di attuare i loro programmi. Non è democraticamente ammissibile che uno qualsiasi di questi gruppi governi l’intero popolo, che è formato da numerosi interessi, idee, temperamenti, luoghi di provenienza e credi. Il partito è uno strumento di governo dittatoriale in quanto permette a coloro che hanno le stesse opinioni e gli stessi interessi di governare il popolo nel suo insieme. Rispetto al popolo, il partito è una minoranza. Lo scopo che determina la formazione di un partito è quello di creare uno strumento per governare il popolo, in altre parole, di governare tramite il partito su coloro che sono al di fuori di esso. Il partito, infatti, si fonda essenzialmente su una teoria autoritaria ed arbitraria... vale a dire sul dispotismo dei membri del partito sugli altri elementi del popolo.
  • Il partito è la tribù e la setta dell’età moderna. La società governata da un unico partito è identica a quella governata da un’unica tribù o da un'unica setta.
  • Non vi è nessuna differenza tra il partito e la tribù, eccezion fatta per il legame di sangue, che, d'altra parte, può esistere anche nel partito al momento della sua costituzione.
  • Per la società, la lotta dei partiti ha lo stesso effetto negativo e distruttivo della lotta tribale o settaria.
  • Originariamente il partito nasce come rappresentante del popolo, poi la direzione del partito diventa la rappresentante dei membri del partito, e il presidente del partito diventa il rappresentante della direzione del partito. È chiaro così che il gioco dei partiti è un'ingannevole farsa fondata su una caricatura di democrazia dal contenuto egoista e fondata sul gioco degli intrighi e delle manovre politiche. Tutto questo conferma che il partitismo è uno strumento della dittatura moderna.
  • Qualunque sia il numero dei partiti, la teoria è sempre la stessa. L'esistenza di più partiti inasprisce la lotta per il potere, che si risolve nella distruzione di ogni conquista del popolo e nel sabotaggio di ogni programma di sviluppo della società.
  • Fuggi, fuggi inorridito dalla gente di partito.
  • I partiti fanno andare gli uomini in galera e le nazioni in rovina.
  • Il peggior partito è quello di non averne alcuno.
  • L'utile fa pigliare parte.
  • Ognuno tiene per il suo partito.
  • Quando la patria arde, tutti i partiti devono spegnersi.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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