Critica della ragion pura: differenze tra le versioni

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L'opera, pubblicata nel [[1781]], fu in seguito ampiamente rimaneggiata nella seconda edizione del [[1787]]. Essa è suddivisa in due parti:
L'opera, pubblicata nel [[1781]], fu in seguito ampiamente rimaneggiata nella seconda edizione del [[1787]]. Essa è suddivisa in due parti:
* la ''Dottrina trascendentale degli elementi'', che costituisce la prima parte (generalmente più nota della seconda), e che è a sua volta suddivisa in due grandi ripartizioni:
* la ''Dottrina trascendentale degli elementi'', che costituisce la prima parte (generalmente più nota della seconda), e che è a sua volta suddivisa in due grandi ripartizioni:
** ''Estetica trascendentale''
** ''[[Estetica trascendentale]]''
** ''Logica trascendentale''
** ''Logica trascendentale''
composta dall' ''Analitica trascendentale'' e dalla ''Dialettica trascendentale''
* La ''Dottrina trascendentale del metodo'', che costituisce la seconda parte.
* La ''Dottrina trascendentale del metodo'', che costituisce la seconda parte.


[[File:Critica della ragion pura schema (Immanuel Kant).png|center|800px]]
[[File:Kant Kritik der reinen Venunft 1781.jpg|300px|thumb|Prima edizione della Critica della ragion pura]]


== Il concetto di ''critica'' ==
== Il concetto di critica ==
Per ''[[critica]]'' in termini kantiani si intende quell'atteggiamento filosofico che consiste nell'interrogarsi programmaticamente circa il fondamento di determinate esperienze umane ai fini di chiarirne la ''possibilità'' (ovvero le condizioni che ne permettono l'esistenza), la ''validità'' (ovvero i titoli di legittimità o non-legittimità che le caratterizzano) e i ''limiti'' (ovvero i loro confini di validità).
Per ''[[critica]]'' in termini kantiani si intende quell'atteggiamento filosofico che consiste nell'interrogarsi programmaticamente circa il fondamento di determinate esperienze umane ai fini di chiarirne la ''possibilità'' (ovvero le condizioni che ne permettono l'esistenza), la ''validità'' (ovvero i titoli di legittimità o non-legittimità che le caratterizzano) e i ''limiti'' (ovvero i loro confini di validità).


Uno degli obiettivi di fondo della filosofia kantiana è di stabilire ''che cosa possiamo conoscere'' con certezza. Ripercorrendo le fondamenta del pensiero moderno e riferendosi alla ricerca e alla scoperta di verità certe o presunte tali (come nel caso di Cartesio), Kant intende descrivere quali sono i presupposti necessari al fine di garantire un'esperienza certa del mondo, e ad essere più precisi, quali elementi, tipici dell'essere umano, permettono di costruire una conoscenza scientifica del mondo. Non si deve dimenticare che, almeno per la cultura accademica tardo-[[illuminismo|illuminista]] tedesca, il termine ''[[scienza]]'' indica tutto quell'universo dottrinale fondato sulle teorie di autori quali, per esempio, [[Euclide]], [[Aristotele]], [[Gottfried Leibniz|Leibniz]] e [[Isaac Newton|Newton]].
Kant infatti si pone in quest'opera le seguenti domande:
Le condizioni di possibilità della conoscenza inoltre precedono ogni esperienza, sono strutture trascendentali, cioè al di là di ogni esperienza empirica, non possono essere raggiunte dai sensi ma devono essere descritte da un'analisi critica svolta dalla ragione.

La fondazione del sapere è quindi di fatto affidata al criticismo. La lettura di questo termine ci deve ricondurre ad una doppia esigenza: una di ordine programmatico ed una di ordine metodologico. Programmaticamente, il criticismo è appunto la scoperta delle condizioni di possibilità che permettono la conoscenza; metodologicamente, esso è la capacità di risalire dalla conoscenza che il soggetto ha del mondo per comprenderne i presupposti e le condizioni di possibilità. L'orizzonte metodologico rimanda allo scopo prefissato, e il progetto di ricerca legittima la scelta metodologica. È nell'immagine che l'esperienza ci offre del mondo che Kant pensa di poter trovare la conoscenza delle strutture fondamentali della ragione umana con cui è resa possibile la conoscenza e la scienza del mondo.
Presupposto fondamentale di tutta la ricerca è quindi la coscienza che il soggetto ha del mondo, conoscenza del mondo o meglio immagine del mondo, definita da Kant ''fenomeno''.

Kant si pone in quest'opera le seguenti domande:
* Com'è possibile la [[matematica]] pura?
* Com'è possibile la [[matematica]] pura?
* Com'è possibile la [[fisica]] pura?
* Com'è possibile la [[fisica]] pura?
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* Dialettica Trascendentale (studio della ragione e dell'erroneo utilizzo delle categorie nella formazione delle idee)
* Dialettica Trascendentale (studio della ragione e dell'erroneo utilizzo delle categorie nella formazione delle idee)
* Dottrina trascendentale del metodo
* Dottrina trascendentale del metodo
== La ''Rivoluzione Copernicana'' ==
Si parla di [[rivoluzione copernicana]] di Kant poiché egli attua una rivoluzione in campo gnoseologico pari a quella che attuò Copernico in campo astronomico. Il fisico scoprì che non è la Terra ad essere posizionata al centro dell'universo come sosteneva la teoria tolemaica bensì era il Sole ad essere al centro e la Terra a ruotargli attorno ([[teoria eliocentrica]]).


Kant usa l'immagine di Copernico in ambito filosofico: se vogliamo capire i meccanismi della conoscenza dobbiamo ribaltare il tradizionale modo di considerarla: com'è accaduto per l'apparente movimento del Sole, dobbiamo fare riferimento alla Terra, al soggetto, al modo di funzionamento del suo intelletto e non alla cosa conosciuta. Se insistessimo su quest'ultimo punto di vista ci scontreremo con lo scetticismo di Hume che dimostrava incontrevertibilmente che la conoscenza, in specie quella scientifica, non aveva nessuna certezza.
=== Sensibilità, Intelletto e Ragione ===
Secondo Kant tutto il [[genere umano]] ha la stessa capacità di ragionare, ovvero possiede le tre facolta conoscitive di ''sensibilità'', ''intelletto'' e ''ragione''.


Dall'analisi della ragione, del soggetto conoscente ne risulta che una conoscenza valida per tutti gli uomini, universale, e necessaria è invece possibile poiché tutti condividono la stessa dinamica conoscitiva, rappresentata da quelle funzioni trascendentali della nostra mente che sono gli ''a priori'': modi di funzionamento che appartengono allo stesso modo a tutti, in quanto forme prive di contenuto, e che fanno sì che, quando si elaborano considerazioni circa un oggetto, queste costituiscono un fondamento valido per tutti.
Kant ritiene che serva l’incontro dell’''esperienza'' con la propria innata capacità razionale per avviare la ragione.
La ''sensibilità'' ha quindi il compito di riordinare i dati che vengono forniti dall’esperienza, e per questa attività di riordino l’uomo utilizza le ''forme a priori'' di ([[spazio (fisica)|spazio]] e [[tempo]]).


==La conoscenza==
A partire dai dati forniti dalla sensibilità l'''intelletto'' è in grado di fornire giudizi componendo ''concetti'', utilizzando i ''concetti puri'' o le ''categorie''.
Per Kant la conoscenza non può essere altro che fenomenica.
La parola fenomeno nel linguaggio greco significa "ciò che appare". La conoscenza fenomenica dunque è apparente nel senso che appare a ciascuno in modo diverso a seconda della propria sensibilità. L'unico elemento certo della conoscenza fenomenica era il rapporto di causalità che stabilva per sempre un nesso di necessità causa-effetto tra i fenomeni. Ma dopo la critica di Hume al rapporto di causalità che ne dimostrava la contingenza riducendolo a uno stato d'animo di attesa di un effetto che poteva o che non poteva prodursi in presenza di una causa si pone per Kant la necessità di rifondare teoreticamente quella conoscenza che il progresso scientifico del resto dimostra praticamente di essere efficace: questo non sarebbe possibile se i fondamenti del sapere scientifico, come di tutto il sapere, fossero inconsistenti. Occorre dare alla conoscenza un criterio di validità universale su cui essa possa fondarsi e questo sarà reso possibile dalla scoperta delle strutture trascendentali del nostro conoscere.


=== Sensibilità, Intelletto e Ragione ===
Infine la ''ragione'' (definita come la ''seconda fonte di conoscenza discorsiva-attiva'') è la facoltà che permette di conoscere oltre la ''sensibilità'' e di spiegare la realtà tramite le tre idee di ''[[anima]]'', ''[[mondo]]'' e ''[[Dio]]''.
Secondo Kant tutto il [[genere umano]] ha la stessa capacità di conoscere, ovvero possiede le tre facolta conoscitive di ''sensibilità'', ''intelletto'' e ''ragione''.


La ''sensibilità'' che ha la facoltà ''discriminante'', di selezionare i fenomeni che interessino per la conoscenza, ha quindi il compito di selezione i dati che vengono forniti dall’esperienza utilizzando le ''forme a priori'' di ([[spazio (fisica)|spazio]] e [[tempo]]).
In sintesi le ''facoltà razionali'' sono:
* ''intuizione sensibile'': conoscenza immediata attraverso i sensi (input + sensazione)
* ''intelletto'': l’intelletto è la facoltà che, a partire dai dati ottenuti dalla sensibilità, produce giudizi (giudizi = soggetto + predicato) e ''pensa'' per ''categorie''
* ''ragione'': spiega globalmente la realtà - oltre l'esperienza - tramite le idee di ''anima'', ''mondo'' e ''Dio''


Per Kant la conoscenza inizia quindi dall’esperienza che è l’incontro tra il materiale sensibile e l’intuizione la quale è dotata delle forme pure a priori di spazio e tempo.
==== Spazio e tempo ====
Le forme a priori ''spazio'' e ''tempo'' sono caratteristiche dell’''intuizione sensibile'' (''sensibilità'') ma non derivano dall'esperienza (''sensibilità recettiva''), bensì sono ''forme a priori'' appartenenti al carattere ''attivo'' della sensibilità, che svolge la funzione di organizzare i dati ricevuti dalle sensazioni secondo le forme innate di ''spazio'' e ''tempo''. Lo ''spazio'' è la forma del senso esterno, mentre il ''tempo'' è la forma del senso interno. Inoltre queste forme a priori vengono caratterizzate come ''intuitive'' (non ''discorsive'').


La nostra intuizione sensibile è insieme passiva quando riceve i dati sensibili ed è attiva quando immediatamente li inquadra nello spazio e nel tempo che sussistono da sempre come modi di funzionamento della nostra mente privi di quel contenuto costituito dai dati sensibili. Forme ''a priori'' trascendentali, quindi prive di contenuto che però assumono senso e significato solo quando acquisteranno quel contenuto sensibile.
== La ''Rivoluzione Copernicana'' kantiana ==


Lo ''[[#Spazio e tempo|spazio]]'' è inteso da Kant come forma del ''senso'' esterno, cioè come modo di spazializzare: ad esempio il modo in cui vediamo una casa, un albero o un’altra persona.</br>
Per Kant la conoscenza parte dall’esperienza che è l’incontro tra il materiale sensibile e l’intelletto.
La conoscenza per Kant non può essere oggettiva, vi sono due possibilità: o lo spazio e tempo sono oggettivi o sono invece metodi universali dell’uomo. Kant propende per la seconda ipotesi.

La ''cosa in sé'' viene definita da Kant ''[[noumeno]]'' (oggetto puro). La realtà così come la vedono gli esseri umani, viene invece definita ''[[fenomeno]]'', e per Kant tutti gli esseri umani vedono la realtà allo stesso modo.

Lo ''[[#Spazio e tempo|spazio]]'' è inteso da Kant come forma del ''senso'' esterno, cioè come modo di spazializzare: ad esempio il modo in cui vediamo una casa, un albero o un’altra persona.
Il ''[[#Spazio e tempo|tempo]]'' è invece mezzo per collocare i sentimenti in una linea temporale. Il tempo ordina sia le sensazioni interne sia le sensazioni esterne, lo spazio solo quelle esterne.
Il ''[[#Spazio e tempo|tempo]]'' è invece mezzo per collocare i sentimenti in una linea temporale. Il tempo ordina sia le sensazioni interne sia le sensazioni esterne, lo spazio solo quelle esterne.
Spazio e tempo sono caratteristiche dell'intuizione sensibile (caratteristica delle facoltà razionali), inoltre vengono prima dell'esperienza perché sono capacità umane.


A partire dai dati forniti dalla sensibilità l'''intelletto'' è in grado di fornire giudizi componendo ''concetti'', utilizzando i ''concetti puri'' o le ''categorie''.
L'intelletto produce giudizi ed è diviso in categorie, le categorie sono i filtri che permettono di organizzare il pensiero.


L'intelletto, secondo grado della conoscenza, produce giudizi e funziona con le ''categorie'', i filtri che permettono di organizzare il pensiero secondo una funzione ''determinante'', ''raggruppante'' le intuizioni concrete ricevute dal grado inferiore
Per Kant la conoscenza non può andare oltre l'esperienza, ossia oltre il mondo fenomenico.


Si parla di [[rivoluzione copernicana]] di Kant poiché egli attua una rivoluzione in campo gnoseologico pari a quella che attuò Copernico in campo astronomico. Il fisico scoprì che non è la Terra ad essere posizionata al centro dell'universo come sosteneva la teoria tolemaica bensì era il Sole ad essere al centro e la Terra a ruotargli attorno ([[teoria eliocentrica]]).
{{chiarire|Kant usa l'immagine di Copernico in ambito filosofico: non è il soggetto a ruotare attorno all'oggetto per scoprirne le leggi che lo regolano ma è l'oggetto che si "adegua" alle leggi che dominano l'uomo.
In altre parole, l'uomo per conoscere un oggetto applica le leggi insite in lui all'oggetto per scoprirne le leggi.
Si può parlare di conoscenza universale e necessaria poiché tutti gli uomini condividono la stessa dinamica conoscitiva, quindi quando si elaborano considerazioni circa un oggetto queste sono valide per tutti gli uomini.
La conoscenza dell'uomo non per forza coincide con il ''noumeno'', è la realtà che "appare" a noi, o meglio fenomenica}}
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Infine interverrà la ''ragione'' (definita come la ''seconda fonte di conoscenza discorsiva-attiva'') è la facoltà che pretende di conoscere oltre la ''sensibilità'' e di spiegare la realtà nella sua totalità tramite le tre idee di ''[[anima]]'', ''[[mondo]]'' e ''[[Dio]]''.

In sintesi le ''facoltà razionali'' sono:
* ''intuizione sensibile'': conoscenza immediata attraverso i sensi (input + sensazione)
* ''intelletto'': la facoltà che, a partire dai dati ottenuti dalla sensibilità, produce giudizi (giudizi = soggetto + predicato) e ''pensa'' per ''categorie''
* ''ragione'': tenta di spiegare in modo totale e definitivo la realtà - oltre l'esperienza - tramite le idee di ''anima'', ''mondo'' e ''Dio''


== Le scienze ==
== Le scienze ==
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{{Vedi anche|Estetica trascendentale}}
{{Vedi anche|Estetica trascendentale}}
Per ''[[estetica]]'' Kant non intende la scienza del bello (che viene trattata nella ''[[Critica del giudizio]]''), ma la dottrina della sensibilità. In questa parte dell'opera si studiano infatti le condizioni a priori che rendono possibile la conoscenza sensibile.
Per ''[[estetica]]'' Kant non intende la scienza del bello (che viene trattata nella ''[[Critica del giudizio]]''), ma la dottrina della sensibilità. In questa parte dell'opera si studiano infatti le condizioni a priori che rendono possibile la conoscenza sensibile.

Kant ritiene che ogni nostra sensazione sia contraddistinta da ''[[Spazio (fisica)|spazio]]'' e ''[[tempo]]''. Ogni oggetto percepito attraverso i sensi viene, in altre parole, automaticamente ''temporalizzato'' e ''spazializzato'' dalla nostra sensibilità.

Per avanzare in una comprensione di questo testo kantiano e di molta parte della [[filosofia teoretica]] ed [[esistenzialismo|esistenzialista]] del [[XX secolo|novecento]], si devono esplicitare due nozioni strettamente correlate e tipiche nella ''Critica della Ragion Pura'': la nozione di [[criticismo]] e la nozione di [[fenomeno]].

Uno degli obiettivi di fondo della filosofia kantiana è di stabilire ''che cosa possiamo conoscere'' con certezza. Ripercorrendo le fondamenta del pensiero moderno e riferendosi alla ricerca e alla scoperta di verità certe o presunte tali (come nel caso di Cartesio), Kant intende descrivere quali sono i presupposti necessari al fine di garantire un'esperienza certa del mondo, e ad essere più precisi, quali elementi, tipici dell'essere umano, permettono di costruire una conoscenza scientifica del mondo. Non si deve dimenticare che, almeno per la cultura accademica tardo-[[illuminismo|illuminista]] tedesca, il termine ''[[scienza]]'' indica tutto quell'universo dottrinale fondato sulle teorie di autori quali, per esempio, [[Euclide]], [[Aristotele]], [[Gottfried Leibniz|Leibniz]] e [[Isaac Newton|Newton]].
Le condizioni di possibilità della conoscenza inoltre precedono ogni esperienza, sono strutture trascendentali, cioè al di là di ogni esperienza empirica, non possono essere raggiunte dai sensi ma devono essere descritte da un'analisi critica svolta dalla ragione.

La fondazione del sapere è quindi di fatto affidata al criticismo. La lettura di questo termine ci deve ricondurre ad una doppia esigenza: una di ordine programmatico ed una di ordine metodologico. Programmaticamente, il criticismo è appunto la scoperta delle condizioni di possibilità che permettono la conoscenza; metodologicamente, esso è la capacità di risalire dalla conoscenza che il soggetto ha del mondo per comprenderne i presupposti e le condizioni di possibilità. L'orizzonte metodologico rimanda allo scopo prefissato, e il progetto di ricerca legittima la scelta metodologica. È nell'immagine che l'esperienza ci offre del mondo che Kant pensa di poter trovare la conoscenza delle strutture fondamentali della ragione umana con cui è resa possibile la conoscenza e la scienza del mondo.
Presupposto fondamentale di tutta la ricerca è quindi la coscienza che il soggetto ha del mondo, conoscenza del mondo o meglio immagine del mondo, definita da Kant ''fenomeno''.

In generale, la parola fenomeno nasce nel linguaggio greco e significa per Kant ''ciò che deriva dall'esperienza''. Fraintendere le precisazioni dell'autore sul significato della parola ''fenomeno'', significa fraintendere la sua teoria della conoscenza. Fenomeno è il risultato del movimento, generato dalle sensazioni sensibili attraverso la relazione dei sensi con il mondo, e arricchito di conoscenze dall'opera dell'intelletto.
Intesa come particella di mondo, la semplice percezione sensibile colpendo i sensi scatena la facoltà conoscitiva dell'uomo e permette la nascita del fenomeno.
La conoscenza fenomenica è quindi la conoscenza generata dalla relazione con il mondo e resa possibile dalle strutture trascendentali, proprie dell'uomo che precedono ogni esperienza. Per approfondire e cogliere la possibilità del soggetto di conoscere il mondo dobbiamo rivolgerci al fenomeno e ad una sua analisi.


== Logica trascendentale ==
== Logica trascendentale ==
{{Vedi anche|Immanuel Kant#Logica trascendentale}}
Kant distingue la Logica in logica generale che è quella aristotelica e logica trascendentale xome quella oggetto della sua trattazione riguardante il nostro modo di conoscere ''trascendentale'' nel senso cioè non riferito agli oggetti di conoscenza ma al «nostro modo di conoscerli, in quanto possibile a priori».


A differenza della logica generale questa logica kantiana vuole analizzare le possibilità di conoscere tramite gli ''a priori'' riferiti agli oggetti.
Questa sezione analizza la conoscenza intellegibile, dunque i modi di funzionamento del nostro intelletto, definito trascendentale poiché prende in considerazione solo la forma del pensiero, astraendo da qualsiasi contenuto.

=== La deduzione trascendentale ===

Per ''trascendentale'' s'intende lo studio di cose a priori che valgono universalmente.
Mentre ''deduzione'' indica la legittimità di fatto dell'utilizzo delle categorie da parte dell'intelletto. L'uso del termine ''deduzione'' è quello giuridico. Non possiamo ricevere nulla al di là delle nostre forme a priori, l'utilizzo di queste forme è già giustificato in quanto non abbiamo altri mezzi.

* Per sapere se le griglie del pensiero valgono per la realtà servono deduzioni trascendentali cioè quando abbiamo delle esperienze non solo abbiamo ricevuto dati, li abbiamo anche codificati nello spazio e nel tempo.
* Unificando gli ''[[input]]'' che riceviamo, creiamo esperienze.
* Questi input vengono unificati-codificati dal nostro centro mentale unificatore detto ''io penso''.
* L'''io penso'', cioè il centro mentale unificatore, è una facoltà che tutti i cervelli umani hanno.
* L'''io penso'' opera attraverso le categorie e giustifica le sensazioni tramite il pensiero, perciò è impossibile conoscere il noumeno.
* L'oggettivamente lo posso conoscere solo in senso fenomenico (per tutti gli uomini).
* Il principio di causa è quindi un modo di categoralizzare l’universale proprio degli uomini.

Riassumendo:

* problema: pur essendo forme oggettive della mente, le categorie pretendono di valere anche per gli oggetti, è legittimo?
* soluzione: poiché gli oggetti dell’esperienza devono sottostare all<nowiki>'</nowiki>''io penso'' essi devono sottostare anche alle categorie attraverso le quali l<nowiki>'</nowiki>''io penso'' opera nella sua attività di sintesi.

Le categorie essendo articolazioni logiche interne all'attività unificatrice dell<nowiki>'</nowiki>''io penso'', rappresentano la condizione di pensabilità degli oggetti. In conseguenza i nessi instaurati dalle categorie valgono ''oggettivamente/universalmente'' per il mondo fenomenico.

=== La dialettica trascendentale ===

Il problema della [[metafisica]] è oggetto della ''dialettica trascendentale'' che studia la tendenza della ragione ad utilizzare i concetti dell'intelletto in argomenti che sono al di là dell'esperienza sensibile.
Con Kant la [[logica]] viene rivoluzionata rispetto ai precedenti schemi di [[Aristotele]].
La dialettica trascendentale è la risposta matura e definitiva del pensiero kantiano circa la possibilità di una metafisica razionalmente fondata (tipica delle correnti [[razionalismo|razionaliste]]).
In questa sezione della maggiore opera kantiana si dimostra infatti come i concetti metafisici di ''anima'', ''cosmo'' e ''Dio'' vadano oltre il limite della conoscenza razionale. Poiché non hanno fondamento nell'esperienza, danno luogo ad antinomie irrisolvibili (risolvibili, in un senso diverso, come Kant affermerà in seguito, solo dalla ragion pratica).

Inoltre questa sezione mette in luce le tre idee di anima, mondo, Dio.
* Anima: insieme di tutti i fenomeni interni.
* Mondo: insieme di tutti i fenomeni esterni.
* Dio: tutto ciò che esiste


La logica trascendentale si compone
L’essere umano ha la tendenza a generalizzare e a totalizzare, l’uomo pensa di sapere ciò che in realtà non sa.
*dell' ''analitica trascendentale'', la ''pars construens'' della logica, che è suddivisa in dua libri: ''Analitica dei principi'' e ''Analitica dei concetti'', in cui si tratta della logica presieduta dall'intelletto;
Per Kant non esistono conoscenza senza (intercessione) delle esperienze.
*e della ''dialettica trascendentale'', la ''pars destruens'', in cui si tratta della logica della apparenza dove opera la ragione.
Le persone cercano in questo modo di dare una coerenza alle idee,questo tendere alla generalizzazione è una caratteristica umana naturale e ineludibile.
I concetti di anima, mondo e Dio sono quindi inconoscibili perché non abbiamo le esperienze necessarie per definirli di nostra conoscenza.


== Fonti ==
== Fonti ==

Versione delle 04:49, 10 mag 2010

La Critica della ragion pura (Kritik der reinen Vernunft) è uno degli scritti più importanti del filosofo tedesco Immanuel Kant.

La Critica della ragion pura viene definita come un'analisi critica dei fondamenti del sapere.

L'opera, pubblicata nel 1781, fu in seguito ampiamente rimaneggiata nella seconda edizione del 1787. Essa è suddivisa in due parti:

  • la Dottrina trascendentale degli elementi, che costituisce la prima parte (generalmente più nota della seconda), e che è a sua volta suddivisa in due grandi ripartizioni:

composta dall' Analitica trascendentale e dalla Dialettica trascendentale

  • La Dottrina trascendentale del metodo, che costituisce la seconda parte.
Prima edizione della Critica della ragion pura

Il concetto di critica

Per critica in termini kantiani si intende quell'atteggiamento filosofico che consiste nell'interrogarsi programmaticamente circa il fondamento di determinate esperienze umane ai fini di chiarirne la possibilità (ovvero le condizioni che ne permettono l'esistenza), la validità (ovvero i titoli di legittimità o non-legittimità che le caratterizzano) e i limiti (ovvero i loro confini di validità).

Uno degli obiettivi di fondo della filosofia kantiana è di stabilire che cosa possiamo conoscere con certezza. Ripercorrendo le fondamenta del pensiero moderno e riferendosi alla ricerca e alla scoperta di verità certe o presunte tali (come nel caso di Cartesio), Kant intende descrivere quali sono i presupposti necessari al fine di garantire un'esperienza certa del mondo, e ad essere più precisi, quali elementi, tipici dell'essere umano, permettono di costruire una conoscenza scientifica del mondo. Non si deve dimenticare che, almeno per la cultura accademica tardo-illuminista tedesca, il termine scienza indica tutto quell'universo dottrinale fondato sulle teorie di autori quali, per esempio, Euclide, Aristotele, Leibniz e Newton. Le condizioni di possibilità della conoscenza inoltre precedono ogni esperienza, sono strutture trascendentali, cioè al di là di ogni esperienza empirica, non possono essere raggiunte dai sensi ma devono essere descritte da un'analisi critica svolta dalla ragione.

La fondazione del sapere è quindi di fatto affidata al criticismo. La lettura di questo termine ci deve ricondurre ad una doppia esigenza: una di ordine programmatico ed una di ordine metodologico. Programmaticamente, il criticismo è appunto la scoperta delle condizioni di possibilità che permettono la conoscenza; metodologicamente, esso è la capacità di risalire dalla conoscenza che il soggetto ha del mondo per comprenderne i presupposti e le condizioni di possibilità. L'orizzonte metodologico rimanda allo scopo prefissato, e il progetto di ricerca legittima la scelta metodologica. È nell'immagine che l'esperienza ci offre del mondo che Kant pensa di poter trovare la conoscenza delle strutture fondamentali della ragione umana con cui è resa possibile la conoscenza e la scienza del mondo. Presupposto fondamentale di tutta la ricerca è quindi la coscienza che il soggetto ha del mondo, conoscenza del mondo o meglio immagine del mondo, definita da Kant fenomeno.

Kant si pone in quest'opera le seguenti domande:

  • Com'è possibile la matematica pura?
  • Com'è possibile la fisica pura?
  • Com'è possibile la metafisica in quanto disposizione naturale?
  • Com'è possibile la metafisica come scienza?

Analisi e organizzazione

La Critica della ragion pura è la prima e la più grande delle tre critiche scritte dal filosofo ed è uno dei capisaldi della cultura occidentale. Il termine Critica - dal termine greco κρισις (krisis), che deriva dal verbo κρινω (krino): separare, dividere, decidere - vuol dire analizzare.

In particolare la Critica in Kant implica tre aspetti:

  • Chiarire le possibilità e le condizioni che permettono qualcosa.
  • Chiarire la validità, cioè la legittimità di qualcosa.
  • Chiarire i limiti, i confini, gli ambiti di qualcosa.

Con ragion pura si intende ogni forma di conoscenza che si ha a prescindere dall'esperienza, quindi a priori.

In sintesi dunque la Critica della ragion pura analizza l'esistenza, la validità e i limiti della conoscenza a priori, a tal fine Kant pone la ragione d’innanzi ad un tribunale, ossia sottopone a giudizio la ragione.

Tuttavia la ragione in questo giudizio è sia imputato sia giudice, in quanto essa è l’unico mezzo che l’uomo ha per giudicare.

Scomposizione ed esame del titolo dell'opera

  • Critica = Analisi
  • Della = sta ad indicare la critica sia come data sia come ricevuta
  • Ragione = come facoltà razionale in senso lato
  • Pura = indipendente dall’esperienza.

Organizzazione e analisi riassuntiva dell’opera

Di seguito sono elencati i principali punti trattati dall'opera:

  • Dottrina trascendentale degli elementi
  • Estetica trascendentale (studio della sensibilità e delle intuizioni pure di spazio e tempo)
  • Esposizione metafisica (confutazione delle concezioni di spazio e tempo secondo Locke, Newton e Leibniz)
  • Esposizione trascendentale (fondazione delle matematiche su spazio e tempo)
  • Logica Trascendentale
  • Analitica trascendentale (studio dell'intelletto e delle sue forme a priori)
  • Analitica dei concetti (studio della legittimità delle categorie e delle loro caratteristiche)
  • Deduzione trascendentale (giustificazione dell'utilizzo delle categorie per unificare le intuizioni empiriche)
  • Deduzione metafisica
  • Analitica dei principi (studio dell'applicazione delle categorie alle intuizioni empiriche tramite gli schemi temporali)
  • Dialettica Trascendentale (studio della ragione e dell'erroneo utilizzo delle categorie nella formazione delle idee)
  • Dottrina trascendentale del metodo

La Rivoluzione Copernicana

Si parla di rivoluzione copernicana di Kant poiché egli attua una rivoluzione in campo gnoseologico pari a quella che attuò Copernico in campo astronomico. Il fisico scoprì che non è la Terra ad essere posizionata al centro dell'universo come sosteneva la teoria tolemaica bensì era il Sole ad essere al centro e la Terra a ruotargli attorno (teoria eliocentrica).

Kant usa l'immagine di Copernico in ambito filosofico: se vogliamo capire i meccanismi della conoscenza dobbiamo ribaltare il tradizionale modo di considerarla: com'è accaduto per l'apparente movimento del Sole, dobbiamo fare riferimento alla Terra, al soggetto, al modo di funzionamento del suo intelletto e non alla cosa conosciuta. Se insistessimo su quest'ultimo punto di vista ci scontreremo con lo scetticismo di Hume che dimostrava incontrevertibilmente che la conoscenza, in specie quella scientifica, non aveva nessuna certezza.

Dall'analisi della ragione, del soggetto conoscente ne risulta che una conoscenza valida per tutti gli uomini, universale, e necessaria è invece possibile poiché tutti condividono la stessa dinamica conoscitiva, rappresentata da quelle funzioni trascendentali della nostra mente che sono gli a priori: modi di funzionamento che appartengono allo stesso modo a tutti, in quanto forme prive di contenuto, e che fanno sì che, quando si elaborano considerazioni circa un oggetto, queste costituiscono un fondamento valido per tutti.

La conoscenza

Per Kant la conoscenza non può essere altro che fenomenica. La parola fenomeno nel linguaggio greco significa "ciò che appare". La conoscenza fenomenica dunque è apparente nel senso che appare a ciascuno in modo diverso a seconda della propria sensibilità. L'unico elemento certo della conoscenza fenomenica era il rapporto di causalità che stabilva per sempre un nesso di necessità causa-effetto tra i fenomeni. Ma dopo la critica di Hume al rapporto di causalità che ne dimostrava la contingenza riducendolo a uno stato d'animo di attesa di un effetto che poteva o che non poteva prodursi in presenza di una causa si pone per Kant la necessità di rifondare teoreticamente quella conoscenza che il progresso scientifico del resto dimostra praticamente di essere efficace: questo non sarebbe possibile se i fondamenti del sapere scientifico, come di tutto il sapere, fossero inconsistenti. Occorre dare alla conoscenza un criterio di validità universale su cui essa possa fondarsi e questo sarà reso possibile dalla scoperta delle strutture trascendentali del nostro conoscere.

Sensibilità, Intelletto e Ragione

Secondo Kant tutto il genere umano ha la stessa capacità di conoscere, ovvero possiede le tre facolta conoscitive di sensibilità, intelletto e ragione.

La sensibilità che ha la facoltà discriminante, di selezionare i fenomeni che interessino per la conoscenza, ha quindi il compito di selezione i dati che vengono forniti dall’esperienza utilizzando le forme a priori di (spazio e tempo).

Per Kant la conoscenza inizia quindi dall’esperienza che è l’incontro tra il materiale sensibile e l’intuizione la quale è dotata delle forme pure a priori di spazio e tempo.

La nostra intuizione sensibile è insieme passiva quando riceve i dati sensibili ed è attiva quando immediatamente li inquadra nello spazio e nel tempo che sussistono da sempre come modi di funzionamento della nostra mente privi di quel contenuto costituito dai dati sensibili. Forme a priori trascendentali, quindi prive di contenuto che però assumono senso e significato solo quando acquisteranno quel contenuto sensibile.

Lo spazio è inteso da Kant come forma del senso esterno, cioè come modo di spazializzare: ad esempio il modo in cui vediamo una casa, un albero o un’altra persona.
Il tempo è invece mezzo per collocare i sentimenti in una linea temporale. Il tempo ordina sia le sensazioni interne sia le sensazioni esterne, lo spazio solo quelle esterne.

A partire dai dati forniti dalla sensibilità l'intelletto è in grado di fornire giudizi componendo concetti, utilizzando i concetti puri o le categorie.

L'intelletto, secondo grado della conoscenza, produce giudizi e funziona con le categorie, i filtri che permettono di organizzare il pensiero secondo una funzione determinante, raggruppante le intuizioni concrete ricevute dal grado inferiore

Tavola delle categorie
Quantità Qualità Relazione Modalità
Unità Realtà Sostanza ed accidente Possibilità-impossibilità
Pluralità Negazione Causa ed effetto Esistenza-inesistenza
Totalità Limitazione Azione reciproca tra agente e paziente Necessità-contingenza

Infine interverrà la ragione (definita come la seconda fonte di conoscenza discorsiva-attiva) è la facoltà che pretende di conoscere oltre la sensibilità e di spiegare la realtà nella sua totalità tramite le tre idee di anima, mondo e Dio.

In sintesi le facoltà razionali sono:

  • intuizione sensibile: conoscenza immediata attraverso i sensi (input + sensazione)
  • intelletto: la facoltà che, a partire dai dati ottenuti dalla sensibilità, produce giudizi (giudizi = soggetto + predicato) e pensa per categorie
  • ragione: tenta di spiegare in modo totale e definitivo la realtà - oltre l'esperienza - tramite le idee di anima, mondo e Dio

Le scienze

Per Kant la matematica e la geometria sono la base di tutte le scienze:

  • Geometria = spazio
  • Aritmetica = tempo (Il numero è una successione di unità)

Kant ritiene le scienze accettabili in quanto adatte al fenomeno, cioè alla realtà così come la vedono gli esseri umani. Tutti gli esseri umani vedono allo stesso modo, infatti Kant non parla di scienza oggettiva ma di scienza universale.

Il giudizio

Kant per giudizio intende una connessione di concetti che unisce un soggetto ad un predicato.

I giudizi possono essere di più tipi:

  • Analitici: (dal greco "analuo": sciolgo) quando il predicato non aggiunge nulla al contenuto del soggetto
  • Sintetici: (dal greco "syntithemi": metto insieme) quando il predicato aggiunge qualcosa al contenuto del soggetto
  • A priori: a prescindere dall’esperienza
  • A posteriori: dipendono dall’esperienza.

Nell'introduzione, Kant si pone il problema di definire quali giudizi siano scientifici: giunge quindi a caratterizzare la conoscenza scientifica con tre caratteristiche: universalità, necessità, fecondità. Una disciplina per essere scientifica, infatti, deve essere valida ed esprimere contenuti uguali per tutti gli uomini (universalità), deve essere altresì valida in ogni luogo ed in ogni tempo (necessità) e le considerazioni esposte devono ampliare il patrimonio conoscitivo (fecondità).

Posta questa premessa, Kant analizza le posizioni filosofiche presenti all'epoca, raggruppandole nei due grandi gruppi del dogmatismo e dell'empirismo, ed associando ad ognuno di questi una particolare tipologia di giudizio. Secondo il filosofo, tipici del razionalismo sono i giudizi analitici a priori: si tratta quindi di ragionamenti che godono di necessità ed universalità, ma non della fecondità, poiché il predicato si limita ad esplicare (cioè sciogliere) caratteristiche già presenti nel soggetto.

Gli empiristi (soprattutto l'indirizzo scettico humiano) sfruttano giudizi sintetici a posteriori: sono fecondi, ma non sono universali o necessari, in quanto sono legati all'esperienza, e non sfruttano le forme a priori (che Kant assume uguali per tutti gli uomini ed uniche forme attraverso cui è possibile la conoscenza).

Kant giunge dunque a considerare l'unica forma di conoscenza veramente scientifica: i giudizi sintetici a priori. Questi si basano sulle forme a priori della ragione umana (spazio, tempo e le dodici categorie), da cui derivano necessità ed universalità, aggiungendo nel contempo qualcosa di nuovo al soggetto (fecondità).

La scienza perciò esiste ed è universale, perché alla sua base vi sono i giudizi sintetici e a priori, quindi fecondi e universali.

La matematica come scienza

La matematica è anch’essa composta da giudizi, ad esempio 2 + 2 = 4 è un giudizio:

2 + 2 è il soggetto
4 è il predicato

Il predicato in questo esempio è attività sintetica a priori, sintetica perché aggiunge qualcosa al soggetto, quindi il giudizio è fecondo perché produce un risultato nuovo a partire dal soggetto ed è necessario perché vale per tutti gli uomini, ed è a priori perché prescinde dall'esperienza.

La scienza non è oggettiva, ma non ha importanza, ciò che interessa è che sia universale, cioè che valga per tutti gli uomini. Siamo noi a spazio-temporalizzare le cose e quindi siamo noi ad inquadrare e ordinare la realtà...

Estetica trascendentale

Lo stesso argomento in dettaglio: Estetica trascendentale.

Per estetica Kant non intende la scienza del bello (che viene trattata nella Critica del giudizio), ma la dottrina della sensibilità. In questa parte dell'opera si studiano infatti le condizioni a priori che rendono possibile la conoscenza sensibile.

Logica trascendentale

Lo stesso argomento in dettaglio: Immanuel Kant § Logica trascendentale.

Kant distingue la Logica in logica generale che è quella aristotelica e logica trascendentale xome quella oggetto della sua trattazione riguardante il nostro modo di conoscere trascendentale nel senso cioè non riferito agli oggetti di conoscenza ma al «nostro modo di conoscerli, in quanto possibile a priori».

A differenza della logica generale questa logica kantiana vuole analizzare le possibilità di conoscere tramite gli a priori riferiti agli oggetti.

La logica trascendentale si compone

  • dell' analitica trascendentale, la pars construens della logica, che è suddivisa in dua libri: Analitica dei principi e Analitica dei concetti, in cui si tratta della logica presieduta dall'intelletto;
  • e della dialettica trascendentale, la pars destruens, in cui si tratta della logica della apparenza dove opera la ragione.

Fonti

  • Nicola Abbagnano, Giovanni Fornero, Itinerari di filosofia, Torino, Paravia, 2003.

Voci correlate

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