Antonio Ascari: differenze tra le versioni

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Versione delle 14:28, 12 feb 2021

Antonio Ascari
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
Automobilismo
CategoriaFormula Grand Prix, Campionato mondiale costruttori
RuoloPilota
Termine carriera26 luglio 1925 (deceduto)
Carriera
Carriera nella Formula Grand Prix
Esordio9 settembre 1923
Stagioni1923-1925
ScuderieBandiera dell'Italia Alfa Corse 1923-1925
GP disputati5 (4 partenze)
GP vinti2
Podi2
 

Antonio Ascari (Bonferraro, 15 settembre 1888Linas, 26 luglio 1925) è stato un pilota automobilistico italiano, padre del più noto Alberto Ascari.

Biografia

Nato da una famiglia dedita al commercio del grano, fin da ragazzo era affascinato dai motori a scoppio e si dilettava nel riparare i macchinari per l'agricoltura. Trasferitasi la famiglia a Milano sotto la spinta del fratello, trovò lavoro presso la ditta automobilistica De Vecchi, dove apprese le tecniche di costruzione delle vetture. In seguito intraprese la carriera di meccanico elaboratore e pilota di modelli sportivi per l'Alfa Romeo.

Sfiorò varie volte la vittoria nei Gran Premi e in competizioni ugualmente prestigiose come la Targa Florio, dove l'affermazione gli sfuggì sempre per poco.

Finalmente nel 1924 riuscì a trionfare nel Gran Premio d'Italia sul circuito di Monza, stabilendo lo strabiliante record sul giro di 3'34"600, alla media di 167,753 km/h, che rimarrà imbattuto fino al 1931. Si ripeté l'anno successivo vincendo il Gran Premio del Belgio a Spa, avviandosi a diventare il più forte pilota di quegli anni.

Impegnato nel primo Campionato del Mondo Marche (precursore dell'odierna Formula 1), il 26 luglio 1925 morì in un incidente avvenuto nel circuito di Montlhéry, presso Parigi, durante il Gran Premio di Francia, quando era in testa alla corsa. Rimpatriata in Italia, la salma venne tumulata presso il Riparto XV del Cimitero Monumentale di Milano, dove ora riposa insieme al figlio Alberto, campione mondiale 1952 e 1953 con la Ferrari, anch'egli morto in pista al volante di una vettura da competizione.[1]

Nel 2016 ignoti ladri hanno trafugato i busti bronzei di entrambi i piloti, posti ai lati del sacello. Quello del padre era stato realizzato dallo scultore Orazio Grossoni, mentre quello del figlio è opera di Michele Vedani.[2]

Gran Premio di Francia, 26 luglio 1925: l'incidente fatale di Antonio Ascari.

Note

  1. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.
  2. ^ Paola D'Amico, Monumentale, spariti i bronzi di Ascari: 28 i furti già accertati, Corriere della Sera, 20 marzo 2016

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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