Coordinate: 44°53′12″N 11°04′00″E

Mirandola: differenze tra le versioni

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== Storia ==
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Distante 34 Km da [[Modena]] (lungo la [[Strada Statale 12 dell'Abetone e del Brennero|statale 12]], in direzione di [[Verona]]) questa cittadina della bassa modenese mantiene ancora nella pianta poligonale tracce della sua struttura di città-fortezza rinascimentale. Sede per quattrocento anni della dinastia dei [[Pico (Casata)|Pico]] (tra i quali è notissimo [[Giovanni_Pico_della_Mirandola|Giovanni II Pico della Mirandola]], umanista e scienziato del Quattrocento), Mirandola passò al dominio [[Este|estense]] soltanto nel [[1711]].
Distante 34 Km da [[Modena]] (lungo la [[Strada Statale 12 dell'Abetone e del Brennero|statale 12]], in direzione di [[Verona]]) questa cittadina della bassa modenese mantiene ancora nella pianta poligonale tracce della sua struttura di città-fortezza rinascimentale. Sede per quattrocento anni della dinastia dei [[Pico (famiglia)|Pico]] (tra i quali è notissimo [[Giovanni_Pico_della_Mirandola|Giovanni II Pico della Mirandola]], umanista e scienziato del Quattrocento), Mirandola passò al dominio [[Este|estense]] soltanto nel [[1711]].
Del resto Mirandola fu oggetto di due celebri assedi, il [[Assedio della Mirandola (1510)|primo]] (1510) ai tempi di papa [[Giulio II]], il [[Assedio della Mirandola (1551)|secondo]] sotto [[Giulio III]], nel 1551, che costituì l'ambientazione di un romanzo del modenese Antonio Saltini.
Del resto Mirandola fu oggetto di due celebri assedi, il [[Assedio della Mirandola (1510)|primo]] (1510) ai tempi di papa [[Giulio II]], il [[Assedio della Mirandola (1551)|secondo]] sotto [[Giulio III]], nel 1551, che costituì l'ambientazione di un romanzo del modenese Antonio Saltini.



Versione delle 21:48, 22 ott 2007

Template:Comune Mirandola (La Miràndla, in mirandolese) è un comune di 22.817 abitanti in provincia di Modena. Fa parte dei nove comuni dell'Unione Comuni Modenesi Area Nord.

Storia

Distante 34 Km da Modena (lungo la statale 12, in direzione di Verona) questa cittadina della bassa modenese mantiene ancora nella pianta poligonale tracce della sua struttura di città-fortezza rinascimentale. Sede per quattrocento anni della dinastia dei Pico (tra i quali è notissimo Giovanni II Pico della Mirandola, umanista e scienziato del Quattrocento), Mirandola passò al dominio estense soltanto nel 1711. Del resto Mirandola fu oggetto di due celebri assedi, il primo (1510) ai tempi di papa Giulio II, il secondo sotto Giulio III, nel 1551, che costituì l'ambientazione di un romanzo del modenese Antonio Saltini.

La decadenza della cittadina è segnata anche dalla sciagura di un fulmine che nel 1714 fece esplodere la polveriera e con essa buona parte del castello che costituiva la Reggia dei Pico: l’attuale torrione, che si affaccia sulla Piazza Grande al centro della città, è in gran parte una ricostruzione novecentesca, che reintegra l’originale portico seicentesco e la facciata della Galleria Nuova. Il castello dei Pico è stato recentemente restaurato ed è aperto al pubblico.

Il nucleo storico di Piazza Grande è completato dal Palazzo della Ragione, in stile tardo gotico, dal quattrocentesco Palazzo Bergomi e dal Palazzo Comunale (1468, ma molto restaurato nell’Ottocento), che ospita al suo interno i ritratti dei Pico e altri quadri pregevoli, tra i quali un’Adorazione dei Magi già attribuita a Palma il Giovane.

Da visitare la gotica chiesa di San Francesco (1400) che custodisce le arche pensili dei Pico. Celebre quella di Prendiparte, opera di Paolo di Jacomello dalle Masegne (sec. XIV). In via Montanari la barocca chiesa del Gesù (1690) ricca di arredi lignei della scuola di intagliatori del legno attiva a Mirandola nella seconda metà del '600. Notevoli le due grandi ancone nei transetti. Nella Piazza del Duomo la quattrocentesca Collegiata conserva due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d'altare di Sante Peranda.

Degna di nota è la versione della Divina Commedia di Dante parafrasata in dialetto mirandolese da Gianni Bellini (imprenditore "storico" del biomedicale).

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Natura

Si ricorda che le valli mirandolesi (nelle frazioni di Mortizzuolo e S.Martino Spino) sono diventate per buona parte zone di salvaguardia per la flora e la fauna locali, anche visitabili siccome dispongono di percorsi ciclabili e pedonali. Grazie ad associazione come "La Raganella" questi paesaggi meravigliosi sono "raccontati" e fatti visitare ai ragazzi delle scuole di zona.

Economia

L'economia mirandolese è caratterizzata principalmente da due settori: il Biomedicale e L'agricoltura.

Agricoltura

L'agricoltura, sviluppata soprattutto nelle valli delle varie frazioni, ha come prodotti principali prodotti colture erbacee, da frutto e allevamento. Tra le colture erbacee si rilevano l'abbondanza di barbabietola da zucchero (grazie alla presenza dello zuccherificio situato a Massa Finalese, frazione del comune limitrofo Finale Emilia), mais (Zea Mays, sia per granella che per ceromais), sorgo, frumento, erba medica (anche per insilati), ecc... Per le colture da frutto è importante ricordare le coltivazioni di pere. Tra le varietà più coltivate e famose vi sono l' Abate fetel, kaiser, William (bianco e rosso), Conference. Vi sono anche molti vigneti di uva nera Lambrusco. Mirandola è situata nella zona di produzione del Parmigiano Reggiano, per cui si sono sviluppati molti allevamenti (soprattutto di pezzata nera) sia a stabulazione fissa (il latte di queste vacche non è adatto alla produzione di Parmigiano Reggiano, ma solo di latte alimentare) , viste le vecchie abitudini contadine, che a stabulazione libera, il metodo più efficace per le produzioni e le esigenze attuali. A Mirandola si stà anche affermando la coltivazione di pioppo sia per cellulosa che per biomassa.

Biomedicale

Il Biomedicale dell'area mirandolese (che comprende anche vari comuni limitrofi, i più importanti dei quali sono Medolla e Cavezzo) si è sviluppato a partire dagli anni sessanta grazie all'iniziativa di Mario Veronesi, un farmacista che intuì le potenzialità del mercato di prodotti monouso per uso medico. L'attività della piccola officina di assemblaggio si espanse successivamente con lo sviluppo del primo rene artificiale, allora uno dei primi al mondo, assumendo le dimensioni di una industria. Da questo primo nucleo, tecnici ed investitori (tra cui lo stesso Veronesi) si staccarono più volte per fondare altre aziende che sarebbero state successivamente acquisite da importanti gruppi multinazionali, quali Gambro, SORIN, Tyco Mallinckrodt, Fresenius, Baxter, B Braun, Haemotronic. I dati dell'Osservatorio sul settore biomedicale del distretto mirandolese relativi all'anno 2000 enumerano circa 70 imprese con un numero di addetti pari a circa 3.660 unità, per un fatturato di circa 1.000 miliardi di lire ed una quota di prodotto esportata pari a circa il 61%.

Bibliografia

  • Giuseppe Grana "Chiese della Mirandola" (1981)
  • Antonio Saltini L'assedio della Mirandola, Edizioni Diabasis (2003)

Voci correlate


Template:Provincia di Modena

  1. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 23 maggio 2022.