Mazzorbo: differenze tra le versioni
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Versione delle 23:09, 29 feb 2016
Mazzorbo | |
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Geografia fisica | |
Localizzazione | Laguna Veneta |
Coordinate | 45°29′17″N 12°24′34″E |
Altitudine massima | 1 m s.l.m. |
Geografia politica | |
Stato | |
Regione | |
Provincia | |
Comune | File:Venezia-Stemma.png Venezia |
Cartografia | |
voci di isole d'Italia presenti su Wikipedia |
Mazzorbo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | |
Regione | |
Città metropolitana | |
Comune | |
Territorio | |
Coordinate | 45°29′14.28″N 12°24′36.25″E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina |
Altitudine | 1 m s.l.m. |
Superficie | 0,23 km² |
Abitanti | 298[1] (27-01-2014) |
Densità | 1 312,78 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 30142 |
Prefisso | 041 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | santi Pietro apostolo e Caterina |
Circoscrizione | Municipalità di Venezia-Murano-Burano |
Cartografia | |
Mazzorbo è un'isola della Laguna Veneta ad est di Burano. Ne è divenuta una sorta di appendice da quando un ponte l'ha collegata a quest'ultima. Vi si trovano il centro sportivo, opera dell'architetto Giancarlo De Carlo, ed il cimitero di Burano ed alcuni insediamenti di case popolari.
Morfologia, popolazione, attività
L'isola ha un forma vagamente rettangolare, con il lato maggiore di circa 880 metri. Il paesaggio è ancora caratterizzato dalla presenza di aree coltivate su cui si svolgono, analogamente ad altre isole della Laguna, le tradizionali attività ortofrutticole (come la coltivazione castraure). Lungo il canale si trovano alcuni ristoranti. Alcune aree sono invece urbanizzate da quartieri di recente costruzione che hanno contribuito a rivalorizzare l'isola dopo un certo periodo di decadenza.
Storia
Anticamente ricordata come Maiorbo, Maiurbo e simili, non si può escludere una derivazione da maior urbs ("città maggiore")[2].
Analogamente alle località lagunari dei dintorni, anche Mazzorbo fu popolata dagli abitanti della terraferma (specialmente altinati) in fuga dalle invasioni barbariche e in particolare dai Longobardi che tra il VI e il VII secolo consolidarono scacciando i Bizantini oltre il limite della Laguna[3].
I reperti archeologici, tuttavia, dimostrano come l'isola fosse frequentata già in epoche precedenti: durante uno scavo condotto nel 1881, furono rinvenuti alcuni vasetti di fattura micenea (oggi conservati al Museo provinciale di Torcello) che dimostrano come la zona fosse soggetta a scambi commerciali già in epoca preromana[4].
Fu uno degli abitati gravitanti attorno all'importante centro commerciale di Torcello e almeno dal 1064 fu sede di una pieve sottoposta al vescovo di quest'ultima[5].
Raggiunto il massimo splendore nel X secolo, dopo il Mille anche Mazzorbo, come i centri vicini, iniziò a declinare in favore della vicina Venezia. Divenne così un'isola "campestre", utilizzata per le attività agricole e luogo di svaghi per i patrizi veneziani.
Dell'antica Mazzorbo non resta oggi praticamente traccia, eccetto la chiesa di Santa Caterina innalzata tra il 1283 e 1291, la sua campana è la più antica della Laguna (1318).
Negli anni ottanta l'architetto italiano Giancarlo De Carlo progetta e realizza a Mazzorbo un complesso residenziale finalizzato a ripopolare l'isola e a ricreare, attraverso un linguaggio comunque moderno, gli spazi tradizionali caratteristici dell'insediamento lagunare.
Galleria fotografica
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Interno della Chiesa di Santa Caterina.
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Canale.
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Parco pubblico.
Note
- ^ Città di Venezia - Mappa della Popolazione residente al giorno precedente.
- ^ Giovan Battista Pellegrini, Dai Veneti ai Venetici, in Storia di Venezia, Vol. 1 - Origini, Età ducale, Teccani, 1992.
- ^ Massimiliano Pavan, Girolamo Arnaldi, Le origini dell'identità lagunare, in Storia di Venezia, Vol. 1 - Origini, Età ducale - Aquileia, Grado, Malamocco, Teccani, 1992.
- ^ Giovanni Uggeri, La laguna e il mare, in Storia di Venezia, Vol. 1 - Origini, Età ducale - Ambiente e insediamenti, Teccani, 1992.
- ^ Daniela Rando, Le strutture della Chiesa locale, in Storia di Venezia, Vol. 1 - Origini, Età ducale - La società e gli ordinamenti, Teccani, 1992.
Voci correlate
Altri progetti
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