Salutatio matutina: differenze tra le versioni

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La '''salutatio matutina''' era il momento in cui il ''[[pater familias]]'' della casa riceveva il ''[[cliens]]'' che, letteralmente, gli dava il buongiorno e faceva le sue richieste, che spesso consistevano in un cesto pieno di cibo ([[sportula]]).
La '''salutatio matutina''', nella [[Roma antica]], era il momento in cui il ''[[pater familias]]'' della casa riceveva il ''[[cliens]]'' che, letteralmente, gli dava il buongiorno e faceva le sue richieste, che spesso consistevano in un cesto pieno di cibo ([[sportula]]).


==I ''clientes''==
==I ''clientes''==
{{Vedi anche|Cliens}}
Una particolare occupazione nell'antica Roma che contribuiva alla formazione del [[reddito]] era quella della condizione di ''cliens'' non collegata a una particolare [[classe sociale]]. Gli antichi romani, dal liberto al gran signore, si sentivano tutti vincolati da un obbligo di rispetto (''obsequium'') nei confronti di quanti erano più potenti di loro. Il [[liberto]] nei confronti di chi lo aveva liberato (il ''patronus'') e da cui continuava a dipendere, il parassita nei confronti del signore che (in quanto ''patronus'') aveva l'abbligo di accogliere in casa questi postulanti (i ''clientes'', appunto), di soccorrerli in caso di necessità e qualche volta di invitarli a pranzo. Periodicamente i clientes ricevevano anche un rifornimento di vettovaglie che si portavano via nelle loro ''sportulae'' (borse), oppure delle somme in denaro quando andavano a visitare il loro protettore.

Una particolare [[Occupazioni romane (I - II secolo d.C.)|occupazione nell'antica Roma]] che contribuiva alla formazione del [[reddito]] era quella della condizione di ''cliens'' non collegata a una particolare [[classe sociale]].

Gli antichi romani, dal liberto al gran signore, si sentivano tutti vincolati da un obbligo di rispetto (''obsequium'') nei confronti di quanti erano più potenti di loro. Il [[liberto]] nei confronti di chi lo aveva liberato (il ''patronus'') e da cui continuava a dipendere, il parassita nei confronti del signore che (in quanto ''patronus'') aveva l'obbligo di accogliere in casa questi postulanti (i ''clientes'', appunto), di soccorrerli in caso di necessità e qualche volta di invitarli a pranzo.

Periodicamente i clientes, quando andavano a visitare il loro protettore, ricevevano anche un rifornimento di vettovaglie che si portavano via nelle loro ''sportulae'' (borse), oppure delle somme in denaro.


==La ''sportularia''==
==La ''sportularia''==
Ai tempi di [[Traiano]] quest'uso era tanto diffuso che si era stabilita per ogni famiglia signorile una tariffa, la ''sportularia'', corrispondente a sei [[sesterzio|sesterzi]] per persona.<ref>Marziale, VI, 88</ref> Spesso la sportula era una risorsa per sopravvivere: avvocati senza cause, insegnanti senza alunni, artisti senza commissioni si presentavano alla porta del patronus per la sopravvivenza quotidiana. <ref>Giovenale, I, 105</ref> Anche quelli che avevano un mestiere aggiungevano la piccola entrata della sportula al loro reddito e prima di andare al lavoro, ancor prima che facesse giorno, si mettevano in fila per la sportula.<ref>Plinio il Giovane, ''Ep.'', III, 12, 2</ref>
Ai tempi di [[Traiano]] quest'uso era tanto diffuso che si era stabilita per ogni famiglia signorile una tariffa, la ''sportularia'', corrispondente a sei [[sesterzio|sesterzi]] per persona.<ref>Marziale, VI, 88</ref>
Spesso la sportula era una risorsa per sopravvivere: avvocati senza cause, insegnanti senza alunni, artisti senza commissioni si presentavano alla porta del patronus per la sopravvivenza quotidiana.<ref>Giovenale, I, 105</ref>
Anche quelli che avevano un mestiere aggiungevano la piccola entrata della sportula al loro reddito e prima di andare al lavoro, ancor prima che facesse giorno, si mettevano in fila per la sportula.<ref>Plinio il Giovane, ''Ep.'', III, 12, 2</ref>


==Il rituale del saluto mattutino==
==Il rituale del saluto mattutino==
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Il dominus avrebbe perso in reputazione se non avesse ascoltato le lagnanze o le richieste di aiuto e non avesse risposto ai saluti<ref>Marziale, I, 49</ref> della folla che lo attendeva dall'alba.
Il dominus avrebbe perso in reputazione se non avesse ascoltato le lagnanze o le richieste di aiuto e non avesse risposto ai saluti<ref>Marziale, I, 49</ref> della folla che lo attendeva dall'alba.


Una rigida procedura regolava questo rito quotidiano della clientela. Il cliens poteva anche andare alla casa del patronus a piedi piuttosto che in lettiga, ma obbligatoriamente doveva indossare la [[toga]] e non azzardarsi a chiamarlo confidenzialmente per nome: al magnate ci si rivolgeva sempre chiamandolo ''dominus'', pena il ritorno a casa a mani vuote. L'obbligo della toga, indumento di una certa importanza e quindi costoso, costituiva una difficoltà per molti: accadeva allora che fosse lo stesso patronus a donarla in particolari e speciali occasioni assieme alla cinque o sei [[libbra|libbre]] d'argento corrisposte ogni anno.
Una rigida procedura regolava questo rito quotidiano della clientela. Il cliens poteva anche andare alla casa del patronus a piedi oppure in lettiga, ma obbligatoriamente doveva indossare la [[toga]] e non azzardarsi a chiamarlo confidenzialmente per nome: al magnate ci si rivolgeva sempre chiamandolo ''dominus'', pena il ritorno a casa a mani vuote. L'obbligo della toga, indumento di una certa importanza e quindi costoso, costituiva una difficoltà per molti: accadeva allora che fosse lo stesso patronus a donarla in particolari e speciali occasioni assieme alla cinque o sei [[libbra|libbre]] d'argento corrisposte ogni anno.


Il turno per ricevere l'elargizione non veniva stabilito in base all'ordine di arrivo ma in base all'importanza sociale, per cui i pretori sopravanzavano i tribuni, i cavalieri i liberi e questi a loro volta i liberti.<ref>Giovenale, I, 75 e sgg.</ref>
Il turno per ricevere l'elargizione non veniva stabilito in base all'ordine di arrivo ma in base all'importanza sociale, per cui i pretori sopravanzavano i tribuni, i cavalieri i liberi e questi a loro volta i liberti.<ref>Giovenale, I, 95 e sgg.</ref>


Le donne non partecipavano a questa assistenza quotidiana né come patrone né come clienti, salvo il caso di vedove che chiedevano per sé quanto il patronus aveva fatto per il cliente ormai defunto oppure quando il cliente si portava dietro a piedi o in lettiga le mogli malridotte e presumibilmente malate per indurre il signore a più generose donazioni.<ref>Giovenale, I, 117, 126 </ref>
Le donne non partecipavano a questa assistenza quotidiana né come patrone né come clienti, salvo il caso di vedove che chiedevano per sé quanto il patronus aveva fatto per il cliente ormai defunto oppure quando il cliente si portava dietro a piedi o in lettiga le mogli malridotte e presumibilmente malate per indurre il signore a più generose donazioni.<ref>Giovenale, I, 117, 126 </ref>
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==Bibliografia==
[[la:Salutatio matutina]]
*[[Jérôme Carcopino]], ''La vita quotidiana a Roma'', Universale Laterza, Bari 1971.
*P. Aries e G. Duby, ''La vita privata'' , 5 vol., Editori Laterza, 2001.
*[[Andrea Giardina]], ''L'uomo romano'', «Economica Laterza», 1993.
*[[Andrea Giardina]] ''Profili di storia antica e medievale.'' vol. 1 Laterza Edizioni Scolastiche - 2005.
*[[Ugo Enrico Paoli]], ''Vita romana'' - Oscar Mondadori, 2005.
*[[Alberto Angela]], ''Una giornata nell'antica Roma. Vita quotidiana, segreti e curiosità'', Rai Eri, Mondadori 2007, ISBN 978-88-04-56013-5.


{{Portale|lingua latina|Antica Roma}}
{{Vita quotidiana nell'Antica Roma}}
{{Portale|Antica Roma|lingua latina}}


[[Categoria:Usi e costumi dell'antica Roma]]
[[Categoria:Frasi latine]]
[[Categoria:Frasi latine]]

Versione attuale delle 02:03, 25 nov 2022

La salutatio matutina, nella Roma antica, era il momento in cui il pater familias della casa riceveva il cliens che, letteralmente, gli dava il buongiorno e faceva le sue richieste, che spesso consistevano in un cesto pieno di cibo (sportula).

Lo stesso argomento in dettaglio: Cliens.

Una particolare occupazione nell'antica Roma che contribuiva alla formazione del reddito era quella della condizione di cliens non collegata a una particolare classe sociale.

Gli antichi romani, dal liberto al gran signore, si sentivano tutti vincolati da un obbligo di rispetto (obsequium) nei confronti di quanti erano più potenti di loro. Il liberto nei confronti di chi lo aveva liberato (il patronus) e da cui continuava a dipendere, il parassita nei confronti del signore che (in quanto patronus) aveva l'obbligo di accogliere in casa questi postulanti (i clientes, appunto), di soccorrerli in caso di necessità e qualche volta di invitarli a pranzo.

Periodicamente i clientes, quando andavano a visitare il loro protettore, ricevevano anche un rifornimento di vettovaglie che si portavano via nelle loro sportulae (borse), oppure delle somme in denaro.

La sportularia

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Ai tempi di Traiano quest'uso era tanto diffuso che si era stabilita per ogni famiglia signorile una tariffa, la sportularia, corrispondente a sei sesterzi per persona.[1]

Spesso la sportula era una risorsa per sopravvivere: avvocati senza cause, insegnanti senza alunni, artisti senza commissioni si presentavano alla porta del patronus per la sopravvivenza quotidiana.[2]

Anche quelli che avevano un mestiere aggiungevano la piccola entrata della sportula al loro reddito e prima di andare al lavoro, ancor prima che facesse giorno, si mettevano in fila per la sportula.[3]

Il rituale del saluto mattutino

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L'importanza di un potente era commisurata alla clientela che rumorosamente lo svegliava ogni mattina per la salutatio matutina.

Il dominus avrebbe perso in reputazione se non avesse ascoltato le lagnanze o le richieste di aiuto e non avesse risposto ai saluti[4] della folla che lo attendeva dall'alba.

Una rigida procedura regolava questo rito quotidiano della clientela. Il cliens poteva anche andare alla casa del patronus a piedi oppure in lettiga, ma obbligatoriamente doveva indossare la toga e non azzardarsi a chiamarlo confidenzialmente per nome: al magnate ci si rivolgeva sempre chiamandolo dominus, pena il ritorno a casa a mani vuote. L'obbligo della toga, indumento di una certa importanza e quindi costoso, costituiva una difficoltà per molti: accadeva allora che fosse lo stesso patronus a donarla in particolari e speciali occasioni assieme alla cinque o sei libbre d'argento corrisposte ogni anno.

Il turno per ricevere l'elargizione non veniva stabilito in base all'ordine di arrivo ma in base all'importanza sociale, per cui i pretori sopravanzavano i tribuni, i cavalieri i liberi e questi a loro volta i liberti.[5]

Le donne non partecipavano a questa assistenza quotidiana né come patrone né come clienti, salvo il caso di vedove che chiedevano per sé quanto il patronus aveva fatto per il cliente ormai defunto oppure quando il cliente si portava dietro a piedi o in lettiga le mogli malridotte e presumibilmente malate per indurre il signore a più generose donazioni.[6]

  1. ^ Marziale, VI, 88
  2. ^ Giovenale, I, 105
  3. ^ Plinio il Giovane, Ep., III, 12, 2
  4. ^ Marziale, I, 49
  5. ^ Giovenale, I, 95 e sgg.
  6. ^ Giovenale, I, 117, 126