Topolino: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Annullata la modifica 113363397 di 82.57.93.86 (discussione)
Etichetta: Annulla
Riga 1: Riga 1:
{{Nota disambigua}}
{{Nota disambigua}}
{{Nota disambigua|Topolino è latitante in Cile|Mickey Mouse (disambigua)|Mickey Mouse}}
{{Nota disambigua||Mickey Mouse (disambigua)|Mickey Mouse}}
{{personaggio
{{personaggio
|medium = animazione
|medium = animazione

Versione delle 17:49, 30 mag 2020

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Topolino (disambigua).
Disambiguazione – "Mickey Mouse" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Mickey Mouse (disambigua).
Topolino
Topolino, come appariva sulle locandine dei suoi cortometraggi del 1929
UniversoDisney
Nome orig.Mickey Mouse
Lingua orig.Inglese
Autori
StudioThe Walt Disney Company
EditoreThe Walt Disney Company
1ª app.18 novembre 1928
1ª app. inL'aereo impazzito (1928)
Voci orig.
Voci italiane
Caratteristiche immaginarie
Alter egoHenry Ratkyll
Dylan Top
T.J.J. Tirk
SpecieTopo antropomorfo
SessoMaschio
(EN)

«Our only hope is we never lose sight of one thing: that it was all started by a mouse.»

(IT)

«Spero solo che non ci dimenticheremo mai una cosa: tutto è cominciato con un topo.»

Topolino, conosciuto negli Stati Uniti d'America, così come in molti altri paesi, come Mickey Mouse, è un personaggio immaginario dei fumetti e dei cartoni animati creato il 16 gennaio 1928 da Walt Disney e Ub Iwerks[2], e successivamente sviluppato da Floyd Gottfredson[3][4], fra i più famosi fumettisti al mondo[3][4] e icona stessa della Walt Disney Company e della cultura popolare mondiale.[5]

Il debutto cinematografico del personaggio avvenne il 18 novembre 1928 nel cortometraggio Steamboat Willie, il quale riscosse un successo notevole grazie anche alla presenza di trovate visive e sonore perfettamente fuse tra loro.[4] Nei fumetti il personaggio debuttò sui quotidiani due anni dopo, il 13 gennaio 1930 con la storia Topolino nell'isola misteriosa.[4] Per la sua creazione Walt Disney vinse un Premio Oscar onorario.[3] Secondo Forbes, i ricavi annuali di Topolino al 2004 erano di 5,8 miliardi di dollari, facendone il personaggio di fantasia più redditizio della storia.[6]

Genesi del personaggio

Topolino è un topo antropomorfo che veste pantaloni rossi, grandi scarpe gialle e guanti bianchi[3]. Walt Disney dichiarò in un'intervista, rilasciata molto tempo dopo i fatti, di essere stato ispirato nella creazione di Topolino da un topo domestico che veniva nel suo ufficio presso il Laugh-O-Gram Studio:

(EN)

«They used to fight for crumbs in my waste-basket when I worked alone late at night. I lifted them out and kept them in wire cages on my desk. I grew particularly fond of one brown house mouse. He was a timid little guy. By tapping him on the nose with my pencil, I trained him to run inside a black circle I drew on my drawing board. When I left Kansas to try my luck at Hollywood, I hated to leave him behind. So I carefully carried him to a backyard, making sure it was a nice neighborhood, and the tame little fellow scampered to freedom.»

(IT)

«Erano soliti lottare per le briciole nel mio cestino dei rifiuti, quando lavoravo da solo fino a tarda notte. Li presi e li tenni in gabbiette sulla mia scrivania. Mi affezionai particolarmente a un topo domestico marrone. Era un piccoletto timido. Toccandolo sul naso con la matita, lo addestrai a correre all'interno di un cerchio nero che avevo tracciato sul mio tavolo. Quando me ne andai da Kansas City per tentare la fortuna a Hollywood, mi dispiacque lasciarlo. Così lo portai in un cortile, facendo attenzione che fosse un bel quartiere, e il piccoletto domato corse verso la libertà.»

Nel 1928 Walt Disney aveva perso i diritti del suo primo personaggio di successo (Oswald il coniglio fortunato) e l'intero staff del proprio studio di Hollywood lo aveva abbandonato; Disney, allora ancora giovane regista alle prime armi, ebbe l'idea di creare un nuovo personaggio, Mickey Mouse. Ub Iwerks era l'unico collaboratore rimastogli e con lui realizzò il nuovo personaggio al quale affidare la sopravvivenza dello Studio Disney. Per settimane tutti ignorarono che Walt e Ub stessero dando corpo alla realizzazione di un nuovo progetto. In gran segreto, lavorando di notte in un garage, Walt Disney e il suo braccio destro Ub Iwerks prepararono in tutta fretta il primo film di Mickey Mouse. Iwerks, disegnando fino a 700 animazioni al giorno, consentì al personaggio di debuttare in una proiezione privata il 15 maggio 1928. Il film era intitolato L'aereo impazzito (nel quale compare anche Minnie)[5][8][9]. Nasce così, impulsivo e sognatore, sbarazzino ma determinato, il nuovo personaggio su cui Disney avrebbe scommesso la stessa sopravvivenza del suo studio. Negli anni venti uno dei personaggi di maggior successo era il gatto Felix: una nera macchia d'inchiostro piena di intraprendenza e dotata di una vena surreale. Puntare su un topo fu forse per Disney una scelta giocata allo stesso tempo per affinità e contrasto, con lo scopo di dissimulare la somiglianza con il famoso gatto. Nonostante una discreta accoglienza, nessuno sembrava voler distribuire i film del nuovo personaggio. Disney decide di produrne un secondo: Topolino gaucho[10], nel quale al personaggio vengono aggiunte le scarpe ed esordisce il gatto Gambadilegno; Minni è nuovamente presente come protagonista femminile.

Nel frattempo era stato introdotto il sonoro nei film e il terzo tentativo di lanciare il personaggio avvenne con un film concepito con il sonoro sincronizzato, al quale Walt si dedica scegliendo di non far distribuire per il momento neanche Topolino gaucho. Lo spunto del terzo film di Topolino viene attinto da una comica di Buster Keaton. Le musiche sono i motivetti Turkey in the Straw e Steamboat Bill. Il nuovo film, intitolato Steamboat Willie, viene prodotto a costo di incredibili difficoltà. A film pronto, nessun distributore sembra interessarsi al Topolino musicale di Disney. Privo di qualsiasi supporto economico, Disney accetta come estrema ratio la proposta del titolare di una sala di Broadway, e tenta la carta del pubblico: il film viene proiettato al Colony Theater di New York il 18 novembre 1928, abbinato al lungometraggio sonoro dal vero "Gang War". È il clamoroso successo in cui Disney iniziava a non sperare più. La critica e il pubblico sono unanimi: qualcosa di nuovo e unico si è affacciato sugli schermi americani, tutti sono estasiati dalla formidabile fusione di suono e immagine[4]. Tutti i riflettori sono puntati su Topolino, e Disney aggiunge il sonoro anche ai due preesistenti cortometraggi muti di Mickey, per poi iniziare a lavorare su altri.

Amico di Walt fin dal tempo di Kansas City, dove entrambi sono cresciuti, Iwerks era un talento grafico naturale che comprendeva con la sua arte la creatività di Walt Disney. Fatto socio al 20% dello studio, Iwerks all'inizio del 1930 viene letteralmente comprato dalla concorrenza. Andandosene cederà la sua quota nella società: e quando, dopo fallimentari esperienze, ritornerà a chiedere lavoro allo studio Disney, verrà assunto nel settore effetti speciali.

Stella di Topolino (Mickey Mouse) sulla Hollywood Walk of Fame, Los Angeles (California).

Al sesto film (Via il gatto, Topolino balla, 1929) il personaggio acquista i guanti. In questa sua prima fase Mickey Mouse vive in una serie di storie che si caratterizzano specialmente per l'ambientazione rurale. Topolino nasce come un personaggio di provincia: presto, oltre a diventare sempre più antropomorfo, verrà anche coinvolto in avventure sempre più complesse. Al nono film, The Karnival Kid (1929), Topolino figura estensivamente impiegato in un ruolo parlato, e la voce è proprio quella di Walt Disney (che per molto tempo doppiò anche Minni). Il 1929 è l'anno dell'esplosione del fenomeno Mickey Mouse negli USA.

Produrre un cartoon della serie costa ormai cinquemila dollari alla produzione. Nel 1930 una canzone di Harry Carlton è dedicata a Topolino. Dello stesso anno l'inevitabile omaggio in cera di Madame Tussaud. Nel 1931 la MGM, con una spedizione pionieristica a lungo amplificata dalla stampa, gira in Africa il lungometraggio Trader Horn. Topolino è lesto a richiamare l'impresa l'anno successivo in Trader Mickey. La moda imperante dei film in costume e dell'esotismo ispira ancora Jungle Rythm (1929), Topolino in Arabia (1932) e il medievaleggiante Topolino menestrello (1933). L'horror compare in film come Topolino e gli spettri (1929) e Topolino e lo scienziato pazzo (1933), la voglia del jazz in Topolino pianista (1929). Nel 1931 Charlie Chaplin insiste perché un cartoon di Topolino accompagni tutte le proiezioni del suo ultimo film Luci della città. Il favore viene restituito due anni dopo: il cortometraggio Mickey's Gala Premiere è ambientato nel Teatro Cinese di Hollywood, classica sede delle grandi prime. Fra i divi che per l'occasione omaggiano Topolino: Laurel & Hardy, i fratelli Marx, Mae West, la Garbo e Charlot.

Jimmy Durante nel 1934 invita Topolino a esibirsi al piano nel lungometraggio dal vero Hollywood Party, mentre Laurel & Hardy nello stesso anno lo ospitano in una fugace apparizione nel fantasioso Nel paese delle meraviglie.

Il successo nei disegni animati

Cortometraggi

Lo stesso argomento in dettaglio: Filmografia di Topolino.

Il personaggio è apparso in oltre 135 cortometraggi, prodotti in particolare durante l'epoca d'oro dei cortometraggi che va dalla fine degli anni venti agli anni '50; sono però conteggiati anche quelli rilasciati tra gli anni '90 e 2000 in occasione del revival del personaggio. Il primo cortometraggio in cui compare il personaggio fu L'aereo impazzito, film muto co-diretto da Disney e Ub Iwerks nel 1928. A questo seguì lo stesso anno Topolino gaucho, proiettato una volta in versione muta il 28 agosto 1928, poi si lavorò al terzo corto[8] Steamboat Willie che rappresenta l'esordio cinematografico ufficiale venendo proiettato il 18 novembre 1928 e distribuito nei cinema raggiungendo un successo notevole. L'anno successivo Plane Crazy venne finalmente distribuito come il quarto film della serie, una volta aggiunto il sonoro. Negli anni trenta vengono realizzati oltre novanta cortometraggi, e il personaggio conosce una rapida evoluzione: perde la caratterizzazione di simpatico monello per diventare più "adulto", anche se sempre sbarazzino e dinamico, come lo testimoniano i corti che mostrano le sue più grandi avventure, come Il ragazzo del Klondike e Buon Natale Topolino (1932), Topolino menestrello e Topolino nel paese dei giganti (1933), Topolino e i pirati (1934), Lo specchio magico (1936) e L'eroico ammazzasette (1938).

Se dal 1935 i suoi cortometraggi sono anche a colori, nel frattempo tuttavia il personaggio perde di appeal sul pubblico al confronto con le stelle nascenti di Pippo (che aveva debuttato nel 1932) e Paperino (comparso per la prima volta nel 1934), per non dire dello stesso cane Pluto (fedele compagno di Topolino fin dal 1931); si tratta di personaggi non necessariamente vincenti come lui, ma che ormai divertivano di più per le nevrosi o stramberie che li contraddistinguevano; così, già nel 1936 gran parte dei corti di Topolino lo vedono agire sullo sfondo rispetto agli altri comprimari, semplicemente perché questi riservavano maggiori possibilità di gag, mentre per il più "buono e saggio" Topolino ci voleva un umorismo più raffinato e teso all'ironia. Walt Disney resta comunque affezionato alla sua creatura, e nel 1939 promuove un restyling del personaggio per rilanciarlo, così da Pluto e le papere i suoi occhi non sono più composti solo dalle pupille; il nuovo Topolino ha l'onore quindi di essere inserito nel suo più ambizioso lungometraggio, Fantasia (1940), in particolare nel celebre segmento de L'Apprendista Stregone.

Meno di venti cortometraggi verranno prodotti negli anni quaranta, periodo nel quale il personaggio prende sempre più popolarità nel mondo grazie alla diffusione dei suoi fumetti e al merchandising, mentre al cinema viene radicalmente soppiantato dalle serie indipendenti di Paperino e Pippo; particolarmente rilevanti sono comunque i cartoni del biennio 1941-42 (a partire da Il piccolo tifone), in cui Topolino recupera per un po' l'attenzione degli animatori e viene reso più dinamico da Roger Moore, mentre nel 1947 viene riproposto il celebre terzetto Topolino-Paperino-Pippo che era stato protagonista di numerosi cortometraggi nel periodo 1935-1940 (prima che Paperino e Pippo inaugurassero le carriere da solisti), per figurare nel lungometraggio Bongo e i tre avventurieri. L'ultimo corto classico di Topolino è Topolino a pesca del 1953, ma c'è da dire che ormai da anni il personaggio non era più protagonista visto che i suoi corti erano prevalentemente dedicati alle gag di Pluto. Si dovrà aspettare il 1983 per ritornare a rivedere il personaggio in un film grazie al mediometraggio Canto di Natale di Topolino; poi ci furono due camei nei lungometraggi Chi ha incastrato Roger Rabbit.[11][12][13] del 1988 e La sirenetta del 1989 e infine il ritorno come protagonista con i corti Il principe e il povero del 1990 e Topolino e il cervello in fuga del 1995. Nel 2004 ritorna il terzetto con Paperino e Pippo nel film Topolino, Paperino, Pippo: I tre moschettieri, e nel 2013 viene rilasciato il corto dal sapore nostalgico Tutti in scena!. Infine, proprio a partire dal 2013 il regista Paul Rudish inaugura una nuova serie di corti per la televisione: i corti di Topolino.

Televisione

Dagli anni novanta il personaggio è comparso in diverse serie televisive.

I Classici Disney

Direct-to-video

Storia editoriale in America

Le strisce quotidiane di Gottfredson

Lo stesso argomento in dettaglio: Floyd Gottfredson e Strisce giornaliere di Topolino.

Dopo sedici cortometraggi, Topolino esordisce 13 gennaio 1930 anche nelle strisce a fumetti sui quotidiani con una serie di strisce che formano la storia "Topolino nell'isola misteriosa"[4]; a firmare le sue avventure sono Walt Disney (testi) e Ub Iwerks (disegni). Le prime storie sono avventure scanzonate, in linea con il personaggio che compare al cinema, sempre pronto al divertimento come un monello qualsiasi; ambientate in una località rurale senza nome, ogni striscia culmina in una battuta o in uno spiritoso colpo di scena[4]; ma, ancor più rapidamente di come accade nei corti, il personaggio cambia anche nei fumetti e viene fatto maturare per permettergli di vivere avventure più complesse; questo processo è dovuto a un grande fumettista: il 5 maggio del 1930 fa infatti il suo esordio, con la storia Topolino nella valle infernale, Floyd Gottfredson, destinato a cambiare il carattere del personaggio, traghettandolo da monello scansafatiche a cittadino modello, avventuriero indomito e detective infallibile e perspicace[3]; la seconda storia è già un'autentica avventura a sfondo giallo e le seguenti sono prevalentemente avventurose ma senza rinunciare alla gag; Gottfredson, consapevole di come i personaggi avventurosi stiano ottenendo proprio in quegli anni grandi apprezzamenti da parte del pubblico, con i suoi collaboratori dà vita a una lunga serie di storie ritenute oggi dei classici, con intrecci spesso complessi nei quali il personaggio, coraggioso e intraprendente (e con un pizzico di impulsività), lotta contro gangster e scienziati pazzi che vogliono dominare il mondo, viaggia per il mondo e partecipa a cacce alle balene o spingendosi in Africa o nel West selvaggio[4] come nelle storie dal 1932 in poi dove Topolino cominciò da affrontare contrabbandieri, gangster (Topolino giornalista, 1935), finti fantasmi (Topolino nella casa dei fantasmi, 1936) e pirati (Topolino e il misterioso "S", flagello dei mari, 1935). A questo autore si devono in gran parte la storie più memorabili create per oltre quarantacinque anni fino al 1975[3]. In queste strisce di genere avventuroso il personaggio dimostra la sua intelligenza contrapponendola con successo all'arroganza e alla prepotenza degli avversari. Il personaggio risulta gentile, pieno di buon senso ma anche carismatico rimanendo umile nonostante il successo e i traguardi raggiunti[3]. Affronterà nemici sempre peggiori, fino ad arrivare a efferati e diabolici criminali e assassini, contro i quali prevarrà non solo grazie all'intelligenza, ma anche mettendo psicologicamente a dura prova se stesso (vedi nelle storie di Bill Walsh).

A queste storie avventurose si alternavano poi storie più quotidiane[3][4] come quella in cui Topolino cavalca il cavallo Piedidolci e vince una gara ippica o in quella in cui iscrive Pluto a una corsa per cani; i principali antagonisti di questo periodo erano Pietro Gambadilegno e Eli Squick mentre la spalla principale era inizialmente Orazio Cavezza, poi nel corso degli anni '30 divenne Pippo (ma in molte occasioni partecipavano altri personaggi come Minni, Paperino, Clarabella o Musone); sempre in questo periodo fecero la loro prima apparizione nemici come Macchia Nera (1939), Giuseppe Tubi (1938) e il pirata Orango (1935), ma anche nuovi alleati come il Professor Enigm (1937), e soprattutto il corpo di polizia composto dal Commissario Basettoni (1939) e l'Ispettore Manetta (1938).

Dal 1942 al 1945, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, le storie pubblicate nelle strisce erano principalmente ad argomento bellico; in alcune delle storie pubblicate in quegli anni Topolino dovette persino affrontare spie naziste. Dal 1945 al 1947 le storie non erano più avventurose ma quotidiane e auto-conclusive. Poi con l'incontro tra Topolino e Eta Beta, nella storia Eta Beta l'uomo del 2000, riprendono le avventure lunghe per un periodo che durerà fino ai primi mesi del 1955, quando le storie tornarono a essere autoconclusive: nel 1955 il King Features Syndicate, che pubblicava le strisce sui quotidiani, chiese esplicitamente che le strisce smettessero di raccontare una storia lunga continuativa e tornassero a descrivere semplici gag: la prima di questo genere è datata 5 ottobre 1955. Fondamentale in questo periodo è il contributo del geniale sceneggiatore Bill Walsh, che scrive le storie disegnate da Gottfredson dal 1942 in poi, e che trasforma ulteriormente Topolino in un individuo ancora più sfaccettato: da un lato lo rende più maturo e meno sbarazzino, dall'altro gli fa affrontare le sue paure più recondite e scava nella sua personalità, soprattutto, come detto sopra, attraverso il confronto con nemici sempre più spietati e minacciosi.

Nelle strisce Floyd Gottfredson apportò sensibili modifiche al viso e all'abbigliamento del personaggio in particolare, nella storia Topolino e Robinson Crusoe ("Mickey Mouse Meets Robinson Crusoe"), con la striscia del 22 dicembre 1938, pubblicata sette mesi prima dell'uscita di Pluto e le papere nelle sale.[3]

Comic Books

Negli anni 40 Topolino cominciò ad apparire, oltre che nelle strisce di Gottfredson, anche nei comic books, riviste in formato pocket, come la testata Walt Disney's Comics and Stories. Inizialmente le storie pubblicate erano ristampe delle strisce di Gottfredson, spesso ridisegnate in alcuni punti per renderle meno violente, ma all'inizio degli anni 50 si iniziarono a pubblicare storie inedite, disegnate da autori come Paul Murry detto "l'uomo dei topi" in quanto si occupò principalmente del personaggio di Topolino, mentre nel frattempo anche sui comic book diventavano sempre più numerose le storie con i paperi. Nel corso dei decenni, tuttavia, la produzione di fumetti americana diminuì drasticamente, e fu in altri paesi che le storie di Topolino continuarono a essere prodotte.

Fumetti nel resto del mondo

Le strisce e le tavole domenicali realizzate negli Stati Uniti vennero distribuite e pubblicate tradotte in molti paesi del mondo e in alcuni di questi, come l'Italia[14], il Regno Unito[15], la Danimarca[16] o il Brasile[17], alcuni editori licenziatari incominciarono a creare fumetti in proprio basati su Topolino e altri personaggi Disney[18].

Spagna

Il personaggio esordisce in Spagna sul quotidiano La Vanguardia che nel 1935 pubblica le "Aventuras del Ratón Miguelín", riproduzione integrale delle strisce realizzate da Gottfredson,[4] mentre nel 1976 esordì la testata Don Miki pubblicata fino al 1989[19][20].

Pubblicazioni italiane

Lo stesso argomento in dettaglio: Topolino (giornale), Topolino (libretto) e Topolino (fumetto).

I fumetti di Topolino esordirono in Italia il 30 marzo 1930 sul n. 13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo dove fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla[21]. Due anni dopo venne pubblicato il primo libro illustrato: "Sua Altezza Reale il Principe Codarello"[22] (Cappelli Editore) e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero del settimanale a fumetti Topolino, in formato giornale simile al Corriere dei Piccoli, edito dalla casa Editrice Nerbini[4]; il primo numero si apriva con una breve storia realizzata da Giove Toppi con didascalie in rima opera del direttore Paolo Lorenzini; successivamente vennero pubblicate le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson.[4][23][24] Viene anche assegnato il nome definitivo a Pippo, spalla di Topolino, che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.[senza fonte]

Copertina di fumetti italiani di Topolino da una collana speciale per la vendita come inserti nei giornali: La Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera.

Nel 1935 la testata viene acquisita dalla Mondadori[4][23]. Le restrizioni all'editoria imposte dal regime fascista dal 1938 vengono inizialmente derogate per la testata, ma in seguito all'entrata in guerra degli Stati Uniti contro l'Asse, a partire dal n. 476 del 27 gennaio 1942 anche Topolino è costretto a cedere alle restrizioni e il personaggio made in USA viene sostituito dal provvisorio Tuffolino. Nel dopoguerra le avventure di Topolino ritornano a essere pubblicate ma la crisi del settore impone scelte drastiche e la Mondadori nel 1949 decise un cambio di formato e periodicità: il settimanale viene sostituito da un mensile in formato libretto che successivamente diverrà quindicinale e poi settimanale, e che riprende la numerazione dal n.1; questo formato sarà destinato a una lunga vita editoriale arrivando a superare i 3000 numeri usciti in oltre settanta anni[25][26], ed è quello che viene pubblicato tuttora.

Per i 90 anni del personaggio, nel 2018 la Panini Comics ha programmato l'uscita di un albo cartonato contenente 276 figurine speciali.[27]

La scuola Disney italiana

Se il Topolino giornale pubblicava prevalentemente storie americane, nel 1948 iniziò a venir pubblicata sulle pagine del Topolino giornale Topolino e il cobra bianco, prima storia Disney italiana ad ampio respiro con il personaggio protagonista. In seguito alla conclusione della storia, della quale l'ultima puntata venne pubblicata nel primo numero di Topolino formato libretto, nel n. 7 venne pubblicata la prima parte della prima parodia Disney italiana: L'inferno di Topolino. La storia è nota per essere stata la prima ad aver rivelato il nome di almeno uno degli autori in quanto all'inizio di ogni puntata si legge "Verseggiatura di G. Martina". Nel n. 13 venne pubblicata una terza storia italiana, Topolino e i grilli atomici, in quattro puntate; gli autori di queste prime tre storie italiane erano Guido Martina e Angelo Bioletto. Poi per due anni non vennero pubblicate altre storie italiane fino a quando, dal 1952 Guido Martina ritorna in pianta stabile a sceneggiare, con i disegni di tanti nuovi e talentuosi artisti emergenti come Giuseppe Perego, Luciano Gatto, Giulio Chierchini, Pier Lorenzo De Vita e soprattutto i futuri grandi Maestri della scuola Disney Italiana: Romano Scarpa, Giovan Battista Carpi, Luciano Bottaro. Già dagli anni '60 le storie di origine italiana divennero predominanti grazie ad autori come Romano Scarpa ritenuto uno dei più grandi autori Disney di sempre[28] e il più importante erede degli americani Gottfredson (per i topi) e Barks (per i paperi).

Se da un lato sia Guido Martina che Romano Scarpa riprendono la tradizione dei gialli e delle grandi avventure lunghe americane spaziando dal noir all'hard-boiled, il primo però si differenzia per un Topolino più "astuto" e "perfettino" (incontrastato leader della banda Disney), mentre Scarpa riprende il personaggio di Gottfredson e Walsh, coraggioso ma a tratti anche ingenuo, e ne prosegue l'introspezione psicologica. Storie memorabili di Martina saranno Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera (1955) in cui vengono recuperati Macchia Nera, Eta Beta e Flip, Topolino e l'incantesimo di Fonte Argento (1959), Topolino e il ritorno dell'artiglio magnetico (1959), che segna il recupero del Pirata Orango, Topolino e i ladri d'ombre (1968) e la serie de Le leggendarie imprese di Topolino Kid inaugurata nel 1974; invece Romano Scarpa firma classici come Topolino e l'unghia di Kalì (1958) e Topolino e la dimensione Delta (1959) in cui recupera il dottor Enigm e crea il personaggio di Atomino Bip Bip, che rimarrà spalla del topo per due anni in altre memorabili avventure come Topolino e la collana Chirikawa (1960), in cui vengono introdotte Trudy fidanzata di Gambadilegno e la zia Topolinda, o Topolino imperatore della Calidornia (1961); altre sue storie saranno Topolino e l'ultraghiaccio (1967), Topolino e la Magnon 777 (1975), Topolino e il rampollo di Gancio (1975) in cui gli affianca come nuova spalla Gancetto, che rimarrà per molti anni, Topolino e il Pippo-lupo (1977) in cui esordisce Plottigat (cugino di Gambadilegno), per finire con delle storie pubblicate a strisce per emulare i classici di Gottfredson: Topolino e l'enigma di Brigaboom (1989), Topolino e la banda dello sternuto (1990), Topolino e gli uomini-vespa (1991).

Mentre i grandi autori della prima generazione costruiscono il corpus delle avventure classiche di Topolino, già dalla fine degli anni '70 gli si affiancano i nuovi maestri come Massimo De Vita, Giorgio Pezzin e Bruno Concina; questi calano Topolino, reso un po' più spiritoso e ironico, in avventure molto variegate e cacce al tesoro come Topolino e l'enigma di Mu (1979) o la Saga della spada di ghiaccio (1982-84) di genere fantasy; inoltre, a partire dal 1985 grazie ai personaggi di Zapotec e Marlin, Topolino e Pippo affrontano viaggi nel tempo in storie come Topolino e il segreto della Gioconda, Topolino e l'Atlantide continente perduto, o Topolino e il ritorno al passato (1987). Giorgio Cavazzano disegna Topolino in Topolino e il mistero della voce spezzata e Topolino presenta: La Strada (1991) omaggio a Federico Fellini, ma anche in Topolino e Minni in "Casablanca" (1987). Silvia Ziche lo rende più buffo e incapace nel divertente Topokolossal (1997), e alla soglia del nuovo millennio si avverte il bisogno di ridare spessore al personaggio sia con avventure più complesse che recuperandone la caratterizzazione classica; gli sceneggiatori Tito Faraci (già autore di storie più serie col personaggio sul settimanale) e Francesco Artibani, sui disegni di Alessandro Perina, Giuseppe Zironi e Claudio Sciarrone inaugurano un nuovo pioneristico albo a fumetti, Mickey Mouse Mystery Magazine (MMMM) che avrà vita breve (1999-2001), ma resterà un modello innovativo senza pari per aver portato Topolino in una realtà nuova, quella della città di Anderville, alle prese con crimini efferati, complotti politici e gangster in un misto di thriller e hard-boiled.

A partire dal 2003 il poliedrico autore Casty inizia a scrivere per il settimanale e recupera interamente il Topolino protagonista dinamico e coraggioso dei classici, condendolo con un po' di disincanto in più per svecchiarlo, e affiancandolo di nuovo con personaggi storici come Eta Beta, Atomino Bip Bip o Gancetto, ponendosi dunque come erede sia di Gottfredson che di Scarpa. Tra le sue celebri avventure, caratterizzate da trame articolate con intrecci complessi e tematiche adulte in sottotraccia, vanno ricordate Topolino e il dono di Xamoc e Topolino e le regolissime del Guazzabù (2005), Topolino e il mondo che verrà (2008), Topolino e il mondo di tutor (2010), Topolino e la marea dei secoli (2011), Topolino e gli ombronauti (2012), Topolino e l'impero sottozero (2015), la saga di Darkenblot in cui ripropone Macchia Nera, Tutto questo accadrà ieri (2015) e Tutto questo accadde domani (2018).

Altre apparizioni

Cameo in serie televisive e film

Badge con la scritta "Copying is not theft!" ("Copiare non è un furto!") con un personaggio simile a Topolino, usato come simbolo della proprietà intellettuale

La fama mondiale di Topolino lo ha reso un simbolo della Walt Disney Company e degli Stati Uniti; per questo motivo, il personaggio è stato spesso utilizzato in satira anti-americana, come Mickey Mouse in Vietnam, un cortometraggio della durata di un minuto diretto da Whitney Lee Savage, realizzato come opposizione alla guerra del Vietnam, in cui Topolino si arruola nell'esercito americano e poco dopo essere sbarcato in Vietnam viene ucciso da un proiettile alla testa.[29][30]

Tra le innumerevoli apparizioni in altri media, viene menzionato più volte in Mad Magazine[31], citato nel fumetto Squeak the Mouse[32] e in diversi cameo in film Disney come Oliver & Company e Chicken Little - Amici per le penne.[33][34]

Il personaggio è stato oggetto di parodie e apparizioni cameo, come nel primo episodio della tredicesima stagione della serie South Park, dove impersonifica un presidente della Walt Disney Company privo di scrupoli[35][36][37], e nell'ottavo episodio della seconda stagione della serie Drawn Together, in cui ricopre il ruolo di antagonista rappresentato come Dart Fener e dove il suo nome viene censurato ogni volta che qualcuno lo pronuncia.[38]

Videogiochi

Impatto culturale

Versioni estere del nome

Note

  1. ^ (EN) Louise Krasniewicz, The Magic Kingdom, in Walt Disney: A Biography, ABC-CLIO, 2010, p. 127.
  2. ^ John Kenworthy, The Hand Behind the Mouse, Disney, New York, 2001, pp. 53–54.
  3. ^ a b c d e f g h i j Topolino / Mickey Mouse, su www.guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 31 marzo 2017.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m FFF - MICKEY MOUSE, su www.lfb.it. URL consultato il 29 marzo 2017.
  5. ^ a b (EN) Mickey Mouse Art from First Appearance Up for Sale, in CBR, 24 giugno 2017. URL consultato il 7 dicembre 2017.
  6. ^ The Top Ten: Highest Earning Fictional Characters, su www.infoplease.com. URL consultato il 31 marzo 2017.
  7. ^ (EN) Kathy Merlock Jackson (a cura di), Walt Disney: Conversations, Jackson, University Press of Mississippi, 2005, p. 120, ISBN 1-57806-713-8.
  8. ^ a b (EN) J.B. Kaufman e Russel Merritt, Walt in Wonderland: The Silent Films of Walt Disney, 3ª ed., Baltimora, The Johns Hopkins University Press, 2000, p. 159, ISBN 0-8018-6429-1.
  9. ^ Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Plane Crazy (1928), su mymovies.it. URL consultato il 7 dicembre 2017.
  10. ^ Il riferimento è al film Il gaucho, che Douglas Fairbanks aveva girato l'anno precedente.
  11. ^ Unseen Films: Hollywood Party (1934)
  12. ^ Mickey Mouse and Roger Rabbit to Star in THE STOOGE? — GeekTyrant
  13. ^ https://2.bp.blogspot.com/-szdkHN18EyQ/USUXEV115lI/AAAAAAAAKkU/1BrXEFX-PWQ/s1600/Who+Framed+Roger+Rabbit+-+Mickey+and+Bugs.jpg
  14. ^ (EN) Inducks: Italy, su coa.inducks.org. URL consultato il 29 marzo 2017.
  15. ^ (EN) Inducks: United Kingdom, su coa.inducks.org. URL consultato il 29 marzo 2017.
  16. ^ (EN) Inducks: Denmark, su coa.inducks.org. URL consultato il 29 marzo 2017.
  17. ^ (EN) Inducks: Brazil, su coa.inducks.org. URL consultato il 29 marzo 2017.
  18. ^ (EN) Inducks: countries, su coa.inducks.org. URL consultato il 29 marzo 2017.
  19. ^ (ES) Colección de comics Don Miki - Planeta DeAgostini, su www.planetadeagostini.es. URL consultato il 1º marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2017).
  20. ^ (EN) Spain: Don Miki, su coa.inducks.org. URL consultato il 1º marzo 2017.
  21. ^ ILLUSTRAZIONE DEL POPOLO 1930 n.13 - Le avventure di Topolino nella giungla (Collezionismo Fumetti - Collecting Comics), su www.collezionismofumetti.com. URL consultato il 29 marzo 2017.
  22. ^ L. Cappelli Editore - Sua Altezza Reale il Principe Codarello (Collezionismo Fumetti - Collecting Comics), su www.collezionismofumetti.com. URL consultato il 29 marzo 2017.
  23. ^ a b FFF - TOPOLINO giornale, su www.lfb.it. URL consultato il 23 marzo 2017.
  24. ^ TOPOLINO Giornale, su www.guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 9 marzo 2017.
  25. ^ FFF - TOPOLINO libretto Disney, su www.lfb.it. URL consultato il 9 marzo 2017.
  26. ^ Topolino - Home, su www.topolino.it. URL consultato il 9 marzo 2017.
  27. ^ Le figurine di Topolino per i suoi 90 anni, su Fumettologica, 15 ottobre 2018. URL consultato il 15 ottobre 2018.
  28. ^ Dall'unghia di Kalì all'ultimo Balabù, in WOW Spazio Fumetto, 23 dicembre 2015. URL consultato il 22 marzo 2017.
  29. ^ Mickey Mouse in Vietnam, su boingboing.net.
  30. ^ Il Post - Topolino ucciso in Vietnam
  31. ^ Easily Mused: "Mickey Rodent!" (Mad #19)
  32. ^ https://mycotopia.net/topic/25593-mattiolis-squeak-the-mouse/
  33. ^ Oliver & Company - Hidden Mickey Watch - Walt Disney Studios Animated Features - FindingMickey.com
  34. ^ Chicken Little - Mickey Mouse Wristwatch - Walt Disney Studios Animated Features - FindingMickey.com
  35. ^ (EN) Mickey Mouse, in South Park Archives. URL consultato il 29 marzo 2017.
  36. ^ nella versione italiana i vari personaggi si rivolgono a lui chiamandolo Mickey Mouse mentre viene indicato come Topolino da un giornalista in una delle ultime scene
  37. ^ È doppiato in italiano da Gianni Gaude in questa versione
  38. ^ (EN) Terms of Endearment, in Drawn Together Wiki. URL consultato il 29 marzo 2017.
  39. ^ CD Archiviato il 26 febbraio 2011 in Internet Archive.

Bibliografia

  • Franco Fossati, Topolino. Storia del topo più famoso del mondo, Milano, Gammalibri editore, 1980.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN217068324 · ISNI (EN0000 0003 5932 6542 · LCCN (ENnb2015012767 · GND (DE119064839 · BNE (ESXX743918 (data) · BNF (FRcb120615020 (data) · J9U (ENHE987007511341005171 · NDL (ENJA001246391