Zine El-Abidine Ben Ali: differenze tra le versioni

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Versione delle 16:40, 19 set 2019

Zine El-Abidine Ben Ali
زين العابدين بن علي

Presidente della Tunisia
Durata mandato7 novembre 1987 –
14 gennaio 2011
ad interim fino al 2 aprile 1989
Capo del governoHédi Baccouche
Hamed Karoui
Mohamed Ghannouchi
PredecessoreHabib Bourguiba
SuccessoreMohamed Ghannouchi
(ad interim)

Primi ministro della Tunisia
Durata mandato2 ottobre 1987 –
7 novembre 1987
PresidenteHabib Bourguiba
PredecessoreRachid Sfar
SuccessoreHédi Baccouche

Presidente dell'Organizzazione dell'Unità Africana
Durata mandato13 giugno 1994 –
26 giugno 1995
PredecessoreHosni Mubarak
SuccessoreMeles Zenawi

Dati generali
Suffisso onorificoزين العابدين بن علي
Partito politicoPartito Socialista Desturiano (1986-1988)
Raggruppamento Costituzionale Democratico (1988-2011)
Indipendente (dal 2011)
UniversitàÉcole spéciale militaire de Saint-Cyr
École d'application de l'artillerie
Senior Intelligence School in Maryland
School for Anti-Aircraft Field Artillery in Texas
Zine El-Abidine Ben Ali
Ben Ali nel 1961 quando era un giovane ufficiale dell'Esercito tunisino
NascitaḤammām Sūsa, 3 settembre 1936
MorteGedda, 19 settembre 2019
Dati militari
Paese servito Tunisia
Forza armata Forze armate tunisine
ArmaForze di terra
Anni di servizio1958-1990
GradoGenerale di brigata
"fonti nel corpo del testo"
voci di militari presenti su Wikipedia

Zine El-Abidine Ben Ali (in arabo زين العابدين بن علي?, Zayn al-ʿĀbidīn ben ʿAlī; Ḥammām Sūsa, 3 settembre 1936Gedda, 19 settembre 2019) è stato un militare e politico tunisino.

È stato il secondo presidente della Repubblica di Tunisia dal 7 novembre 1987, succedendo a Habib Bourghiba con un colpo di Stato. Il suo mandato, protrattosi per più legislature, si è concluso dopo 23 anni, il 14 gennaio 2011, quando un crescendo di proteste popolari, iniziate nel 2010, ha condotto Ben Alì all'esilio all'estero.

Biografia

Infanzia

Ben Ali (1961).

Ben Ali nacque a Hammam-Sousse (Ḥammām Sūsa) il 3 settembre 1936. Mentre era studente alla scuola secondaria di Susa si unì alla resistenza contro il dominio coloniale francese, svolgendo funzioni di collegamento con il partito regionale Neo-Dustur: per questo fu temporaneamente espulso dalla scuola e imprigionato[1].

Al termine della scuola secondaria Ben Ali si guadagnò i gradi nell'École spéciale militaire de Saint-Cyr, poi nell'École d'application de l'artillerie de Châlons-sur-Marne, in Francia, nella Senior Intelligence School in Maryland, e nella School for Anti-Aircraft Field Artillery in Texas. La sua carriera militare professionale iniziò nel 1964 come ufficiale dello Stato Maggiore tunisino, ed in questo periodo fondò il Dipartimento della Sicurezza militare e ne diresse le operazioni per 10 anni. Brevemente servì come addetto militare in Marocco e in Spagna prima di essere nominato Direttore Generale della Sicurezza nazionale nel 1977[2]. Nel 1980 fu nominato ambasciatore a Varsavia, in Polonia, dove rimase quattro anni. Fu poi ministro degli Interni ad interim, prima di essere nominato ministro dell'Interno effettivo il 28 aprile 1986 e poi Primo Ministro dal presidente Habib Bourguiba, nell'ottobre 1987[3].

Colpo di Stato "medico"

Lo stesso argomento in dettaglio: Colpo di Stato in Tunisia del 1987.
Incontro con Colin Powell (a sinistra)

Ben Ali divenne Presidente della Repubblica di Tunisia il 7 novembre 1987, dopo aver facilmente convinto i medici di Bourguiba a dichiarare che il "Presidente a vita" era inabile e incapace di adempiere i doveri della presidenza.[4][5] La transizione si svolse in modo pacifico, in conformità con l'articolo 57 della Costituzione tunisina.[4] Lo Stato era sull'orlo del collasso economico (inflazione al 10%, debito estero che raggiungeva il 46% del PIL) e a rischio di un attacco militare da parte dell'Algeria, cui si aggiunse l'asserita scoperta di un progetto di colpo di Stato da parte del fondamentalista Movimento della Tendenza Islamica - originariamente noto come Azione Islamica prima di assumere la denominazione di Ḥaraka al-ittijāḥ al-Islāmī - Mouvement de la Tendence Islamique (MTI) e poi, nel 1989, di Ḥizb al-Nahḍa (Movimento della Rinascita), o Ennahda, poi rimastogli[6] - per il quale 76 membri dell'organizzazione furono condannati nel 1987.

In quello che passò alla storia come il "colpo di Stato medico", fu agevolato da alcuni servizi segreti tra cui il SISMI su indicazione di Bettino Craxi[7]. Nel 1999 Fulvio Martini, ex capo del servizio segreto militare italiano, ha dichiarato ad una commissione parlamentare che "nel 1985-1987 abbiamo organizzato una sorta di golpe in Tunisia, mettendo il presidente Ben Ali come capo di Stato in sostituzione di Bourguiba ". L'ottantaquattrenne Bourguiba, anche se era un simbolo della resistenza anticoloniale, era stato ritenuto non più in grado di governare il suo paese per il suo precario stato di salute mentale e la sua reazione all'integralismo islamico era stata ritenuta "un po' troppo energica" da Martini.

Regime autoritario

Ben Ali e George W. Bush, Washington 2004.

Il nuovo leader proseguì la politica filo-occidentale del predecessore. Sotto la sua presidenza l'economia tunisina nel 2007 si è classificata al primo posto in termini di competitività economica in Africa, secondo il World Economic Forum[8]. In termini di libertà, le organizzazioni non governative e i media stranieri hanno regolarmente criticato la sua politica in materia di diritti umani, l'inclinazione verso la dittatura, compresa la repressione dei suoi oppositori, e gli attacchi alla libertà di stampa. Il suo regime è stato anche caratterizzato da una generalizzazione della corruzione, della quale ha beneficiato in primo luogo la famiglia della sua seconda moglie Leila, i Trabelsi, descritta dagli osservatori come "un clan para-mafioso"[9]. La sua fortuna personale, stimata in cinque miliardi di euro depositati in conti esteri o investiti nel settore immobiliare, sarebbe soprattutto il risultato di appropriazione indebita effettuata durante i 23 anni della sua presidenza[10].

Il partito di Ben Ali, il Raggruppamento Costituzionale Democratico (RCD), erede del Partito Socialista Desturiano, ha dominato la scena politica nazionale dal 1987 al 2010: nel 1999, in occasione delle prime elezioni presidenziali con due candidati, il partito ottenne una percentuale "bulgara" del 99,66% dei suffragi. Nel 2002 - in flagrante contraddizione con quanto aveva promesso in occasione della sua deposizione di Bourguiba - Ben Ali impose come il suo predecessore una riforma costituzionale che abolì ogni limite di durata alla carica presidenziale, permettendo la sua rielezione nel 2004 con il 94,5% dei consensi.

Fine del regime

Lo stesso argomento in dettaglio: Sommosse popolari in Tunisia del 2010-2011.

A partire dal dicembre 2010 una serie di proteste popolari si è allargata a numerose città della Tunisia. I partecipanti sono scesi in piazza per manifestare contro disoccupazione, rincari alimentari, corruzione e cattive condizioni di vita. Le proteste, iniziate nel dicembre 2010, hanno costituito la più drammatica ondata di disordini sociali e politici in tre decenni e hanno provocato decine di morti e feriti. Ben Ali si è trovato quasi sorpreso e spiazzato da quest'insurrezione popolare, in quanto sino a quel momento mai nessuno avrebbe potuto osare così tanto, per timore di una repressione violenta da parte delle forze di polizia. Questa volta l'impresa di eliminare dalla scena politica Ben Ali apparve invece possibile.
In uno scenario pieno di continui scontri (alla fine si conteranno più di 100 vittime tra civili e forze armate), il 14 gennaio 2011 il presidente ha infine abbandonato il Paese, fuggendo in volontario esilio a Jedda, in Arabia Saudita.

Dopo le rivolte ha subito numerose condanne in contumacia fra cui l'ergastolo per la morte di alcuni manifestanti.[11]

Onorificenze

Onorificenze tunisine

Gran maestro dell'Ordine dell'Indipendenza - nastrino per uniforme ordinaria
Gran maestro dell'Ordine della Repubblica - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine Nazionale al Merito - nastrino per uniforme ordinaria
Gran maestro dell'Ordine del 7 novembre 1987 - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

Grande Stella dell'Ordine al Merito della Repubblica Austriaca (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran cordone dell'Ordine del Nilo (Egitto) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine del Crisantemo (Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro di I classe dell'ordine del Grande conquistatore (Libia) - nastrino per uniforme ordinaria
Compagno d'Onore Onorario con Collare dell'Ordine Nazionale al Merito (Malta) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran cordone dell'Ordine di Ouissam Alaouite (Marocco) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine di San Carlo (Monaco) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran croce dell'Ordine della Buona Speranza (Sudafrica) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine della Stella di Romania (Romania) - nastrino per uniforme ordinaria

Altre onorificenze[15]:

  • 25 gennaio 1989 - Prix Louise Michel - Démocratie et Droits de l'Homme dell'Institut Français d'Etudes Politiques et Sociales
  • 9 dicembre 1989 - Médaille d'Honneur dell'Institut International de Droit Humanitaire
  • 18 giugno 1992 - Quadro "Alba Nuova" dell'Istituto Superiore della Difesa delle Tradizioni in Sicilia (Palermo - Italia)
  • 31 marzo 1993 - Man of the Year 1992 del Magazine "Al Ithnayn"
  • 28 giugno 1994 - Médaille Décernée aux Chefs d'Etat dei Lion's Clubs
  • 20 gennaio 1994 - Premio Telamone della Pace per l'Anno 1994 del Consiglio Direttivo del Centro di Programmazione dell'Azione Sociale del Comune di Agrigento (Agrigento -Italia)
  • 21 marzo 1995 - Prix de l'Organisation Mondiale du Mouvement Scout
  • 9 novembre 1995 - Prix Symbolique dell'Association Française "Deux mains pour l'enfance" (Francia)
  • 26 febbraio 1996 - Medaglia d'Oro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
  • 9 marzo 1996 - Distinzione di Merito Olimpico dell'Associazione dei Comitati Olimpici Nazionali
  • 21 maggio 1996 - Alta Onorificenza della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Donatori di Sangue
  • 7 dicembre 1996 - Emblema dei Clubs Rotary International
  • 19 dicembre 1996 - Prix du Mérite du C.S.S.A. - Conseil Supérieur du Sport en Afrique
  • 4 febbraio 1997 - Medaglia d'Oro delle Società della Mezzaluna e della Croce Rosse alla 7ª Conferenza Mediterranea
  • 20 maggio 1997 - Medaglia dell'Associazione Internazionale Numismatici Professionisti
  • 2 dicembre 1997 - Premio della Pace del Centro Italiano delle Relazioni Internazionali

Note

  1. ^ Biography, su Tunisia Online. URL consultato l'11 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2010).
  2. ^ Ben Ali's Biography: Zine El Abidine Ben Ali, President of the Tunisian Republic Archiviato il 21 ottobre 2010 in Internet Archive., Changement.tn
  3. ^ Zine el-Abidine Ben Ali Biography Archiviato il 5 novembre 2010 in Internet Archive. Biography.com
  4. ^ a b Tunisian Constitution United Nations, 2009.
  5. ^ Bourguiba Described in Tunis New York Times, November 9th, 1987
  6. ^ Columbia World Dictionary of Islamism, Olivier Roy and Antoine Sfeir (eds.), 2007, pp. 354-355
  7. ^ Sul ruolo del SISMI, allora guidato da Fulvio Martini, nel "colpo di Stato medico" del 1987, si veda, tra l'altro, Carlo Chianura, "L'Italia dietro il golpe in Tunisia". L'ammiraglio Martini: Craxi e Andreotti ordinarono al Sismi di agire. "La Repubblica" 10-10-1999, su repubblica.it. URL consultato il 22-12-2009., La Repubblica, 11 ottobre 1999, e Pierre Lethier, Argent secret: l'espion de l'affaire Elf parle, Paris, Albin Michel, 2001, p. 66 (ISBN 2-226-12186-2).
  8. ^ (EN) Africa Competitiveness Report 2007 (Forum économique mondial) Archiviato il 3 dicembre 2010 in Internet Archive.
  9. ^ Julie Calleeuw, « Tunisie: les Trabelsi, une « quasi-mafia » », RTBF, 14 janvier 2011 Archiviato il 17 gennaio 2011 in Internet Archive.
  10. ^ « La fortune des Ben Ali en question », Europe 1, 17 janvier 2011
  11. ^ Tunisia, Ben Ali condannato all'ergastolo per la morte di manifestanti, in Corriere.it, 12 giugno 2013. URL consultato il 4 marzo 2017 (archiviato il 13 aprile 2013).
  12. ^ Bollettino Ufficiale del Principato
  13. ^ Elenco dei premiati dell'anno 1995.
  14. ^ Tabella degli insigniti
  15. ^ (FR) Decoration et Distinction, su http://tounisbladi.webobo.biz. URL consultato il 27 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).

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