Arcidiocesi dell'Aquila: differenze tra le versioni
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* Angelo Signorini, ''La diocesi di Aquila descritta ed illustrata'', Aquila 1868, [https://books.google.it/books?id=oCsBAAAAcAAJ&pg=PA1 vol.I] e [https://books.google.it/books?id=3ysBAAAAcAAJ&pg=PA1 vol. II] |
* Angelo Signorini, ''La diocesi di Aquila descritta ed illustrata'', Aquila 1868, [https://books.google.it/books?id=oCsBAAAAcAAJ&pg=PA1 vol.I] e [https://books.google.it/books?id=3ysBAAAAcAAJ&pg=PA1 vol. II] |
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* [[Giuseppe Cappelletti]], [http://books.google.it/books?id=ctUCAAAAQAAJ&pg=PA416 ''Le chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni''], Venezia 1870, vol. XXI, pp. 416–424 |
* [[Giuseppe Cappelletti]], [http://books.google.it/books?id=ctUCAAAAQAAJ&pg=PA416 ''Le chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni''], Venezia 1870, vol. XXI, pp. 416–424 |
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*{{la}} Paul Fridolin Kehr, [http://collections.stanford.edu/publicdomain/bin/detail?fileID=274840330 ''Italia Pontificia''], vol. IV, Berlino 1909, pp. 233–238 |
*{{la}} Paul Fridolin Kehr, [https://web.archive.org/web/20160306095353/http://collections.stanford.edu/publicdomain/bin/detail?fileID=274840330 ''Italia Pontificia''], vol. IV, Berlino 1909, pp. 233–238 |
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*{{de}} Gerhard Schwartz, [https://archive.org/stream/MN42020ucmf_1#page/n291/mode/1up ''Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und saliche kaisern : mit den listen der bischöfe, 951-1122''], Lipsia-Berlino 1913, pp. 280–281 |
*{{de}} Gerhard Schwartz, [https://archive.org/stream/MN42020ucmf_1#page/n291/mode/1up ''Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und saliche kaisern : mit den listen der bischöfe, 951-1122''], Lipsia-Berlino 1913, pp. 280–281 |
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*{{de}} [[Norbert Kamp]], ''Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien'', Monaco di Baviera 1973, pp. 16–27 |
*{{de}} [[Norbert Kamp]], ''Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien'', Monaco di Baviera 1973, pp. 16–27 |
Versione delle 13:03, 9 nov 2017
Arcidiocesi dell'Aquila Archidioecesis Aquilana Chiesa latina | |||
---|---|---|---|
Regione ecclesiastica | Abruzzo-Molise | ||
| |||
Diocesi suffraganee | |||
Avezzano, Sulmona-Valva | |||
Arcivescovo metropolita | Giuseppe Petrocchi | ||
Vicario generale | Alfredo Cantalini | ||
Arcivescovi emeriti | Giuseppe Molinari | ||
Presbiteri | 114, di cui 96 secolari e 18 regolari 978 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 29 uomini, 151 donne | ||
Diaconi | 9 permanenti | ||
Abitanti | 112.900 | ||
Battezzati | 111.500 (98,8% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 1.516 km² | ||
Parrocchie | 147 | ||
Erezione | 22 dicembre 1256[1] | ||
Rito | Romano | ||
Cattedrale | Santi Giorgio e Massimo | ||
Santi patroni | Massimo d'Aveia | ||
Indirizzo | Zona Industriale Campo di Pile, 67100 L'Aquila, Italia | ||
Sito web | www.diocesilaquila.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2014 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi dell'Aquila (in latino: Archidioecesis Aquilana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Abruzzo-Molise. Nel 2013 contava 111.500 battezzati su 112.900 abitanti. È retta dall'arcivescovo Giuseppe Petrocchi.
Il patrono dell'arcidiocesi è san Massimo, levita e martire, già protettore della diocesi di Forcona, soppressa nel 1256, da cui quella dell'Aquila è derivata.
Territorio
L'arcidiocesi comprende 28 comuni della provincia dell'Aquila: Acciano, Barete, Barisciano, Cagnano Amiterno, Campotosto, Capitignano, Caporciano, Collepietro, Fagnano Alto, Fontecchio, Fossa, L'Aquila, Lucoli, Montereale, Navelli, Ocre, Pizzoli, Poggio Picenze, Prata d'Ansidonia, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo (in parte)[2], San Demetrio ne' Vestini, San Pio delle Camere, Sant'Eusanio Forconese, Scoppito, Tione degli Abruzzi, Tornimparte e Villa Sant'Angelo.
Sede arcivescovile è la città dell'Aquila, dove si trova la cattedrale dei Santi Massimo e Giorgio. In città sorgono anche tre basiliche minori: la basilica di San Giuseppe Artigiano, la basilica di Santa Maria di Collemaggio e la basilica di San Bernardino. A Poggio di Roio si trova il santuario della Madonna di Roio, mentre ad Assergi, frazione dell'Aquila, quello di San Pietro della Ienca, dedicato il 18 maggio 2011 al santo papa Giovanni Paolo II.[3]
Il territorio si estende su 1.516 km² ed è suddiviso in 147 parrocchie.
La provincia ecclesiastica aquilana, istituita nel 1972, comprende due suffraganee:
Istituti religiosi
- Istituti religiosi maschili
- Famiglia dei Discepoli
- Ordine dei Frati Minori
- Ordine dei Frati Minori Cappuccini
- Ordine dei Frati Minori Conventuali
- Ricostruttori nella Preghiera
- Società Salesiana di San Giovanni Bosco
- Istituti religiosi femminili
- Apostole del Sacro Cuore di Gesù
- Betlemite Figlie del Sacro Cuore
- Figlie del Crocifisso
- Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli
- Figlie di Maria Ausiliatrice
- Istituto Maria Santissima Annunziata
- Maestre Pie Filippini
- Missionarie della Carità
- Missionarie della Dottrina Cristiana
- Monache Agostiniane di Sant'Amico
- Monache Benedettine Celestine di San Basilio
- Monache Cistercensi
- Monache Clarisse della Beata Antonia
- Suore Adoratrici del Sangue di Cristo
- Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret
- Suore della Presentazione di Maria Santissima
- Suore di San Giuseppe di Cuneo
- Suore Francescane Alcantarine
- Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino
- Suore Zelatrici del Sacro Cuore
Storia
Il territorio, oggi è compreso nell'arcidiocesi dell'Aquila, fin dall'epoca tardo-romana era occupato da diverse antiche sedi vescovili. Sono infatti attestate le diocesi di Amiterno, oggi San Vittorino, con vescovi documentati nel V e nel VI secolo; di Pitinum, l'odierna frazione aquilana di Pettino, il cui unico vescovo noto prese parte al concilio romano del 499; e Aveia, nel territorio di Fossa, il cui vescovo Gaudenzio figura tra i padri del concilio romano del 465.
Dopo il VI secolo non si hanno più notizie di queste antiche diocesi. Pettino fu probabilmente assorbita da Amiterno, a sua volta scomparsa e integrata nel territorio della diocesi di Rieti. Secondo Lanzoni[4] alla sede di Aveia, distrutta e abbandonata, sarebbe succeduta la diocesi di Forconio (o Forcona), corrispondente alla frazione aquilana di Civita di Bagno, il cui primo vescovo conosciuto è Floro, che fu presente al sinodo romano indetto da papa Agatone nel 680 per condannare l'eresia monotelita. Bisogna poi salire al IX secolo per conoscere i nomi di altri vescovi di Forconio, la cui serie episcopale arriva fino a metà del XIII secolo. Tra questi vescovi si possono ricordare Giovanni I, che figura nei concili romani dell'853 e dell'861; Albino, vissuto in epoca incerta, il cui cenotafio si conserva nella cattedrale dell'Aquila; san Raniero, lodato da papa Alessandro II per aver difeso i diritti della Chiesa contro gli usurpatori; Pagano, che nel 1178 ricevette un breve da papa Alessandro III con il quale la Chiesa di Forconio era sottoposta alla protezione della Santa Sede.
L'erezione della diocesi dell'Aquila coincise con la fondazione della nuova città e con la traslazione della sede vescovile da Forconio all'Aquila: accogliendo le istanze delle autorità civili aquilane, con la bolla Purae fidei del 22 dicembre 1256, papa Alessandro IV concesse al centro di recente fondazione lo status di città e la dignità episcopale e ordinò il trasferimento della sede di Forcona, con tutti i suoi onori e i suoi diritti, nella chiesa cattedrale intitolata ai Santi Massimo e Giorgio; alla nuova diocesi era unito anche il territorio dell'antica Amiterno, sottratto alla diocesi di Rieti. Per prevenire possibili rivendicazioni da parte dei vescovi reatini, e in accordo con gli arcipreti amiternini, il 20 febbraio 1257 il pontefice emanò una seconda bolla, anch'essa intitolata Purae fidei, con il medesimo contenuto della prima, ma con l'aggiunta di un frase che definì i confini della diocesi[5], che comprendeva anche l'antica Amiterno.
Il primo vescovo aquilano, l'ultimo di Forconio, è stato Berardo da Padula, il quale tuttavia dovette ben presto lasciare la sia sede e rifugiarsi a Forconio, quando la città dell'Aquila venne rasa al suolo nel 1259 da Manfredi. Tra gli eventi che segnarono in modo particolare la vita della diocesi, dopo la ricostruzione della città nel 1266, è la fondazione nel 1288 della basilica di Santa Maria di Collemaggio ad opera di Pietro da Morrone, che proprio nella sua basilica venne incoronato papa con il nome di Celestino V (1294). Tra i primi vescovi si ricordano Niccolò Sinizzo, che fece arrivare in città gli Agostiniani con la fondazione del convento e della chiesa di Sant'Agostino; Bartolomeo Conti, che prese parte al concilio di Vienne nel 1312, durante il quale fu accusato di simonia; e Filippo Delci, che dovette far fronte al violento terremoto del 1315.
Un ulteriore periodo di crisi fu vissuto durante lo scisma d'Occidente tra [XIV secolo|XIV]] e XV secolo; la sede aquilana fu stabilmente occupata da vescovi dell'obbedienza avignonese, mentre i vescovi nominati da Roma non riuscirono mai a prendere possesso della diocesi. Tra questi vescovi si può ricordare la tragica fine di Stefano Sidonio: nominato dal papa romano, passò ben presto all'obbedienza avignonese; fuggito dall'Aquila, si rifugiò a Perugia, ma venne raggiunto e ucciso da sicari inviati da papa Urbano VI. Stessa tragica sorte toccò al vescovo avignonese Bernardo da Teramo, ucciso durante alcuni tumulti nel 1391. Lo scisma ebbe fine con il vescovo Giacomo Donadei, che nel 1413 fece trasferire le reliquie del patrono san Massimo da Aveia nella cattedrale aquilana; abile uomo politico ed esperto militare, non disdegnò di mettersi alla testa di un esercito per difendere la propria città. Tra gli altri vescovi del XV secolo, sono da ricordare Amico Agnifili (1431-1472), primo vescovo aquilano a diventare cardinale; e Giovanbattista Gaglioffi (1486-1491), che prese parte alla congiura dei Baroni napoletani e per questo venne assassinato mentre si trovava a Roma.
Un altro casus belli coinvolse la diocesi di Valva e quella dell'Aquila, che pretendeva di avere giurisdizione su diversi castelli, che dipendevano dal punto di vista ecclesiastico dalla diocesi valvense, ma che dal punto di vista amministrativo civile erano sottomessi alla città aquilana. La controversia, che ebbe anche momenti drammatici, fu vinta dalla diocesi aquilana, che nel 1426 annetté al proprio territorio diciotto centri, tra cui Collepietro, Bominaco, Navelli e Civitaretenga.
Nella prima metà del XVI secolo fu nominato vescovo dell'Aquila Giovanni Franchi, appartenente ad una nobile famiglia cittadina. Caso inusuale, ma non raro a quell'epoca, è che questo vescovo, quando venne eletto, non aveva ricevuto nessun ordine sacro, e non si preoccupò di riceverli nemmeno durante gli otto anni in cui governò la sede aquilana; di fatto dal 1515 al 1523 la diocesi fu retta da un episcopus electus, che vescovo non lo fu mai, ma solo un laico. Quando si dimise nel 1523, Giovanni Franchi intraprese la carriera militare. Dopo di lui la diocesi fu affidata a cardinali romani in qualità di amministratori apostolici, fino al 1537.
Nella seconda metà del XVI secolo i vescovi aquilani si distinsero per l'applicazione dei decreti di riforma del concilio di Trento. Tra questi lo spagnolo Giovanni D'Acugna (1561-1578), che fondò il seminario vescovile, ingrandì ed arricchì la cattedrale ed istituì l'Accademia dei Fortunati; Mariano De Racciaccaris (1579-1592), originario di Tivoli, che indisse nel 1581 il primo sinodo diocesano; e Basilio Pignatelli (1593-1599), che fece venire in città i Gesuiti.
L'inizio del Seicento vedi l'arrivo in diocesi di numerosi ordini e congregazioni religiose, tra cui i Fatebenefratelli, i Barnabiti, i Cistercensi, i Cappuccini e i Minimi. Il secolo si chiuse con l'episcopato di Ignazio Della Zerda (1683-1702), che entrò in contrasto con il viceré di Napoli, suo cugino, e per questo subì gravi ritorsioni, che lo costrinsero a lasciare l'Aquila e rifugiarsi a Rieti dove morì. Nel 1703 la città aquilana fu ancora una volta distrutta da un terremoto; la sede vescovile rimase vacante per sedici anni.
Nel 1818 papa Pio VII e il re delle Due Sicilie Ferdinando I conclusero il concordato in seguito al quale, con la bolla De utiliori, il papa decretò la soppressione della diocesi di Cittaducale per la deficienza delle rendite e l'annessione del suo territorio alla sede dell'Aquila. Nel 1836 furono annessi alla diocesi aquilana, con un breve di papa Gregorio XVI, alcuni centri su cui gli abati di Farfa esercitavano la giurisdizione spirituale, tra cui San Pio di Fontecchio, San Lorenzo di Beffi, il monastero di Santa Maria a Graiano.
Per premiare la devozione alla persona del pontefice della sua popolazione e le benemerenze del vescovo Luigi Filippi, con lettera apostolica del 19 gennaio 1876 papa Pio IX insignì la sede aquilana della dignità arcivescovile, pur mantenendola nell'immediata soggezione alla Santa Sede.
In ossequio alle nuove disposizioni del Concilio Vaticano II, papa Paolo VI con la lettera apostolica Cum cognitum del 15 agosto 1972 elevò la sede arcivescovile dell'Aquila a sede metropolitana e insignì l'allora arcivescovo Costantino Stella del titolo di metropolita della nuova provincia ecclesiastica comprendente, oltre alla diocesi dell'Aquila, quelle suffraganee dei Marsi (con sede ad Avezzano) e di Valva e Sulmona.
Con il decreto Quo aptius del 21 giugno 1976 emanato dalla Congregazione per i Vescovi, per conformare i confini diocesani con quelli delle province civili, l'arcidiocesi dell'Aquila ha subito un ultimo e definitivo riassetto territoriale: le 25 parrocchie che formavano l'antica diocesi di Cittaducale sono state accorpate alla diocesi di Rieti, mentre 21 parrocchie già reatine sono state assegnate alla diocesi dell'Aquila.[6]
Nel 2006 l'arcidiocesi dell'Aquila ha celebrato la ricorrenza del 750º anniversario della sua fondazione.
La cattedrale, il palazzo arcivescovile e molte chiese dell'Aquila e dintorni hanno subito gravi danni a causa del terremoto dell'Aquila del 2009. Papa Benedetto XVI ha visitato l'arcidiocesi il 28 aprile 2009, recandosi, tra l'altro, a pregare sulle spoglie di Celestino V nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, danneggiata dal sisma.
Cronotassi dei vescovi
Vescovi di Forcona
- Floro † (menzionato nel 680)
- Albino † (VII secolo ?)
- Giovanni I † (prima dell'853 - dopo l'869)[7]
- Ceso ? † (menzionato nel 956)[8]
- Gualderico † (prima del 968 - dopo il 1028)[9]
- San Raniero † (prima del 1065 - dopo il 1072)[9]
- Berardo I † (prima del 1147 - dopo ottobre 1171)[10]
- Pagano † (menzionato nel 1178)[11]
- Berardo II ? † (menzionato nel 1187)[12]
- Odorisio † (documentato dal 1188 al 1203)[11]
- Giovanni II † (prima di luglio 1204 - circa 1206 nominato vescovo di Perugia)
- Teodino † (documentato dal 1208 al 1224)[11]
- Tommaso † (2 giugno 1225 - dopo il 1229)[11]
- Anonimo † (menzionato nel 1236)[11]
- Anfuso † (menzionato nel 1238)[11]
- Berardo da Padula † (23 maggio 1252 - 22 dicembre 1256 traslato all'Aquila)
Vescovi e arcivescovi dell'Aquila
- Berardo da Padula † (22 dicembre 1256 - 1264 deceduto)
- Niccolò Sinizzo, O.Cist. † (31 dicembre 1267 - 1294 deceduto)
- Nicola Castroceli, O.P. † (1294 - dopo il 9 maggio 1303 deceduto)
- Bartolomeo Conti † (7 agosto 1303 - maggio 1312 deceduto)
- Filippo Delci, O.E.S.A. † (4 giugno 1312 - 1327 deceduto)
- Angelo Acciaiuoli, O.P. † (8 giugno 1328 - 26 giugno 1342 nominato arcivescovo di Firenze)
- Pietro Guglielmi † (16 luglio 1342 - 1346 deceduto)
- Paolo Rainaldi † (30 marzo 1349 - 10 maggio 1353 nominato vescovo di Ascoli Piceno)
- Isacco Bindi † (10 maggio 1353 - 15 gennaio 1356 nominato vescovo di Ascoli Piceno)
- Paolo Rainaldi † (15 gennaio 1356 - 25 gennaio 1377 deceduto) (per la seconda volta)
- Stefano Sidonio da Monticchio † (5 aprile 1377 - 1382 deceduto)
- Clemente Secenaria † (1382 - 1384 deceduto)
- Oddo † (1386 - 1388 deceduto)
- Ludovico Cola † (20 agosto 1390 - 4 settembre 1397 nominato vescovo di Rieti)
- Giacomo Donadei † (11 luglio 1400 - 6 gennaio 1431 deceduto)
- Amico Agnifili † (4 maggio 1431 - 1472 dimesso)
- Francesco Agnifili † (1472 - 20 agosto 1476 deceduto)
- Amico Agnifili † (20 agosto 1476 - 9 novembre 1476 deceduto) (per la seconda volta)
- Ludovico Borgio † (31 gennaio 1477 - 12 novembre 1485 deceduto)
- Giovanbattista Gaglioffi † (9 gennaio 1486 - 1491[14] deceduto)
- Giovanni Di Leone † (23 agosto 1493 - 1502 deceduto)
- Gualtiero Suardo, O.S.B. † (9 maggio 1502 - 1504 dimesso)
- Giovanni da Prato, O.F.M. † (6 marzo 1504 - 1515 dimesso)[15]
- Giovanni Franchi † (24 agosto 1515 - 1523 dimesso) (vescovo eletto)
- Giovanni Piccolomini † (6 luglio 1523 - 3 luglio 1525 dimesso) (amministratore apostolico)
- Pompeo Colonna † (3 luglio 1525 - 1532 dimesso) (amministratore apostolico)
- Giovanni Piccolomini † (1532 - 21 novembre 1537 deceduto) (amministratore apostolico, per la seconda volta)
- Bernardo Sancio (de Santis) † (14 luglio 1538 - 1552 ? deceduto)
- Alvaro Della Quadra † (13 settembre 1553 - 1561 dimesso)
- Giovanni D'Acugna † (15 gennaio 1561 - 25 luglio 1578 deceduto)
- Mariano De Racciaccaris, O.F.M.Obs. † (3 luglio 1579 - 24 marzo 1592 deceduto)
- Basilio Pignatelli, C.R. † (18 agosto 1593 - 1599 dimesso)
- Giuseppe de Rossi † (29 marzo 1599 - 12 settembre 1605 nominato arcivescovo di Acerenza e Matera)
- Gundisalvo De Ruenda † (19 dicembre 1605 - 23 maggio 1622 nominato vescovo di Gallipoli)
- Álvaro Mendoza, O.F.M. † (14 novembre 1622 - 29 maggio 1628 nominato vescovo di Jaca)
- Gaspare De Gaioso † (11 dicembre 1628 - 1646 deceduto)
- Clemente Del Pezzo, C.R. † (17 dicembre 1646 - 27 novembre 1651 nominato vescovo di Castellammare di Stabia)
- Sede vacante (1651-1654)
- Francesco Tellio De Leon, C.R. † (1º giugno 1654 - febbraio 1662 deceduto)
- Carlo De Angelis † (13 agosto 1663 - 17 dicembre 1674 nominato vescovo di Acerra)
- Giovanni de Torrecilla y Cardenas † (19 ottobre 1676 - 17 marzo 1681 nominato arcivescovo di Brindisi)
- Arcangelo Tipaldi, O.F.M.Obs. † (2 giugno 1681 - aprile 1682 deceduto)
- Ignazio Della Zerda, O.E.S.A. † (11 gennaio 1683 - 29 settembre 1702 deceduto)
- Sede vacante (1702-1718)
- Domenico Taglialatela † (8 giugno 1718 - 18 marzo 1742 deceduto)
- Giuseppe Coppola † (25 maggio 1742 - 1º dicembre 1749 nominato vescovo di Castellammare di Stabia)
- Ludovico Sabatini † (23 febbraio 1750 - 6 luglio 1776 deceduto)
- Benedetto Cervone † (23 giugno 1777 - 31 marzo 1788 deceduto)
- Sede vacante (1788-1792)
- Francesco Saverio Gualtieri † (26 marzo 1792 - 6 aprile 1818 nominato vescovo di Caserta)
- Girolamo Manieri † (6 aprile 1818 - 12 novembre 1844 deceduto)
- Michele Navazio † (20 gennaio 1845 - 26 aprile 1852 deceduto)
- Luigi Filippi † (7 marzo 1853 - 28 gennaio 1881 deceduto)
- Augusto Antonino Vicentini † (13 maggio 1881 - 11 settembre 1892 deceduto)
- Francesco Paolo Carrano † (16 gennaio 1893 - 1º settembre 1906 nominato arcivescovo di Trani e Barletta)
- Pellegrino Francesco Stagni, O.S.M. † (15 aprile 1907 - 1º gennaio 1916 dimesso)
- Adolfo Turchi † (17 luglio 1918 - 2 maggio 1929 deceduto)
- Gaudenzio Manuelli † (18 febbraio 1931 - 9 febbraio 1941 deceduto)
- Carlo Confalonieri † (27 marzo 1941 - 25 gennaio 1950 nominato segretario della Congregazione per i seminari e le Università degli Studi)
- Costantino Stella † (5 luglio 1950 - 2 giugno 1973 dimesso)
- Carlo Martini † (2 giugno 1973 - 31 dicembre 1983 dimesso)
- Mario Peressin † (31 dicembre 1983 succeduto - 6 giugno 1998 ritirato)
- Giuseppe Molinari (6 giugno 1998 succeduto - 8 giugno 2013 ritirato)
- Giuseppe Petrocchi, dall'8 giugno 2013
Attuale arcivescovo metropolita
Giuseppe Petrocchi, nato ad Ascoli Piceno (AP) il 19 agosto 1948, già vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno dal 1998, è stato nominato arcivescovo metropolita dell'Aquila da papa Francesco l'8 giugno 2013.
Arcivescovo emerito
Giuseppe Molinari, nato a Scoppito (AQ) l'11 gennaio 1938, già vescovo di Rieti dal 1989, è stato nominato da papa Giovanni Paolo II coadiutore dell'arcidiocesi dell'Aquila il 16 marzo 1996 ed è succeduto a Mario Peressin il 6 giugno 1998. È sopravvissuto al terremoto del 2009, che ha distrutto la sua camera nel palazzo arcivescovile. L'8 giugno 2013 ha lasciato il governo pastorale dell'arcidiocesi dell'Aquila per raggiunti limiti di età.
Statistiche
L'arcidiocesi al termine dell'anno 2013 su una popolazione di 112.900 persone contava 111.500 battezzati, corrispondenti al 98,8% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 115.000 | 115.000 | 100,0 | 225 | 153 | 72 | 511 | 139 | 335 | 145 | |
1970 | 96.959 | 97.625 | 99,3 | 182 | 101 | 81 | 532 | 114 | 454 | 148 | |
1980 | 96.600 | 98.700 | 97,9 | 145 | 75 | 70 | 666 | 83 | 311 | 147 | |
1990 | 100.000 | 105.500 | 94,8 | 130 | 74 | 56 | 769 | 68 | 273 | 146 | |
1999 | 100.000 | 105.500 | 94,8 | 124 | 90 | 34 | 806 | 48 | 287 | 147 | |
2000 | 105.000 | 107.220 | 97,9 | 136 | 102 | 34 | 772 | 48 | 287 | 147 | |
2001 | 105.000 | 107.220 | 97,9 | 142 | 108 | 34 | 739 | 48 | 287 | 147 | |
2002 | 105.000 | 107.220 | 97,9 | 151 | 117 | 34 | 695 | 2 | 48 | 287 | 147 |
2003 | 106.000 | 108.300 | 97,9 | 151 | 117 | 34 | 701 | 2 | 48 | 287 | 147 |
2004 | 106.000 | 108.300 | 97,9 | 155 | 121 | 34 | 683 | 2 | 48 | 287 | 147 |
2013 | 111.500 | 112.900 | 98,8 | 114 | 96 | 18 | 978 | 9 | 20 | 151 | 147 |
Note
- ^ L'Annuario Pontificio riporta come data di erezione quella del 20 febbraio 1257, che corrisponde alla seconda bolla emanata dal papa sulla traslazione della sede episcopale da Forconio all'Aquila.
- ^ Non fa parte dell'arcidiocesi la frazione di Rovere, che appartiene alla diocesi di Avezzano.
- ^ Sito ufficiale del santuario.
- ^ Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza 1927, pp. 365-370.
- ^ La frase aggiunta è la seguente: videlicet ab Urno putrido et Beffi ac Rivo Gambario usque Cornu et Montem Rigalem.
- ^ Elenco dei centri abitati in: AAS 68 (1976), pp. 514-515.
- ^ Giovanni prese parte ai concili romani dell'853 e dell'861, ed è ancora documentato nell'869. Die Konzilien der karolingischen Teilreiche, a cura di Wilfried Hartmann, Hannover 1984-1998, vol. I, p. 336; vol. II, p. 64 e nota 42.
- ^ Questo vescovo appare tra le firme del diploma che l'imperatore Ottone I avrebbe rilasciato per la città di Forcona nel 956. Tuttavia questo diploma e il suo contenuto sono ritenuti spuri, falsissimum Ottonis I diploma est. Kehr, Italia pontificia, IV, pp. 234-235. Monumenta Germaniae Historica, Diplomata, Diplomatum Regum et Imperatorem Germaniae, vol. I, p. 623, nº 459. Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens…, p. 280.
- ^ a b Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens…, pp. 280-281.
- ^ Secondo Signorini (La diocesi di Aquila descritta ed illustrata, I, pp. 119-121), Berardo è documentato per la prima volta nel mese di novembre 1147 e muore nel 1171. Il suo nome appare in diverse iscrizioni del vescovo Dodone di Rieti a partire dal 1157; la sua ultima menzione è nell'iscrizione relativa alla dedicazione della chiesa di Santa Vittoria a Monteleone Sabino, avvenuta nel mese di ottobre del 1171. Carlo Tedeschi, Le iscrizioni di Dodone, vescovo di Rieti, in «Scrittura epigrafica e scrittura libraria: fra Oriente ed Occidente» a cura di Marilena Maniaci e Pasquale Orsini, Cassino 2015, pp. 103-131. Gams gli assegna come anni di episcopato il periodo tra il 1160 e il 1170.
- ^ a b c d e f Kamp, Kirche und Monarchie…, I, pp. 16-27.
- ^ Questo vescovo è escluso da Kamp, secondo il quale vi è un solo Berardo, quello che precede Pagano.
- ^ Francesco Sabatini, Berardo da Teramo, in Dizionario biografico degli italiani, volume 8 (1966).
- ^ Deceduto nel 1493 secondo Gams.
- ^ Secondo Eubel questo vescovo è chiamato Giovanni di Domenico (Dominici) ed è Agostiniano.
Bibliografia
- Annuario pontificio del 2014 e precedenti, in (EN) David Cheney, Arcidiocesi dell'Aquila, su Catholic-Hierarchy.org.
- Sito ufficiale dell'arcidiocesi
- (EN) Arcidiocesi dell'Aquila, su GCatholic.org.
- (EN) John Joseph A. Becket, The Archdiocese of Aquila, in The Catholic Encyclopedia, vol. I, New York, 1907
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- Vincenzio d'Avino, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie, Napoli 1848, pp. 21–29
- Angelo Signorini, La diocesi di Aquila descritta ed illustrata, Aquila 1868, vol.I e vol. II
- Giuseppe Cappelletti, Le chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Venezia 1870, vol. XXI, pp. 416–424
- (LA) Paul Fridolin Kehr, Italia Pontificia, vol. IV, Berlino 1909, pp. 233–238
- (DE) Gerhard Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und saliche kaisern : mit den listen der bischöfe, 951-1122, Lipsia-Berlino 1913, pp. 280–281
- (DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, Monaco di Baviera 1973, pp. 16–27
- Ricorrenza del 750º della Fondazione della Diocesi, L'Aquila 2006
- Paola Poli (a cura di), La Chiesa aquilana. 750 anni di vita (1256-2006). Appunti per una storia (atti del convegno, L'Aquila cattedra Bernardiniana 6-7-8 dicembre 2005), Roma, Nuova Argos, 2007 ISBN 88-88693-06-8
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, pp. 850-851
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- (LA) Bolla Purae fidei (22 dicembre 1256), in Monumenta Germaniae Historica, «Epistulae saeculi XIII e regestis Pontificum Romanorum», selectae per G. H. Pertz, edidit Carolus Rodenberg, tomus III, Berolini 1894, p. 413
- (LA) Bolla Purae fidei (20 febbraio 1257), in Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum pontificum Taurinensis editio, vol. III, Torino 1858 , p. 647
- (LA) Bolla Cum cognitum, AAS 64 (1972), pp. 665-666
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